20.11.36: il Fronte Popolare giustizia Primo de Rivera l’assente

Primo de Rivera

Josè Antonio Primo de Rivera nasce il 24 aprile del 1903. E’ figlio del generale Miguel Primo de Rivera, dittatore in Spagna dal 1923 al 1931, con l’appoggio del re Alfonso XIII. Avvocato dal 1925, cattolico e monarchico, Josè Antonio il 29 ottobre del 1933 fonda a Madrid, nel teatro della “Comedia”, la Falange. Il Movimento nazionalsindacalista della Falange, ha ispirazione fascista. Gli altri leader sono Julio Ruiz de Alda e l’avvocato Alfonso Garcia Valdecasas.

Le idee forza della Falange

In questa occasione pronuncia un discorso in cui si possono trovare tutte le idee guida del Falangismo. La Patria come missione storica. Lo stato come strumento efficace ed autoritario per l’adempimento di tale missione. L’aspirazione ad una giustizia sociale al di là del capitalismo e del marxismo. La condanna della lotta di classe e dei partiti. L’esaltazione della famiglia e delle corporazioni come nuclei naturali vitali. Il riconoscimento della tradizione cattolica spagnola. La visione impersonale della vita, improntata al sacrificio ed al servizio.
Il simbolo sarà quello cattolico dei re Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, che nel 1469 posero le basi per l’unificazione spagnola: un giogo che stringe cinque frecce su una bandiera rosso nera.

L’adesione tardiva al progetto franchista

Eletto nello stesso anno alla Cortes, lotta accanitamente contro il governo repubblicano. Il suo pensiero politico propone di formare una elité di uomini decisi a conquistare la gioventù offrendo loro l’entusiasmo di un’idea nazionalista.
Dal fascismo italiano mutua l’ideologia, il saluto romano, l’inquadramento paramilitare degli aderenti. Solo la camicia è azzurra invece che nera. Le camicie azzurre, così furono soprannominati i falangisti per il colore delle loro divise. Alle elezioni del febbraio 1936 non riescono ad eleggere neppure un deputato. Inizialmente Primo de Rivera è in contrasto coi militari e con Franco, aderisce solo alla fine al progetto insurrezionale.

La condanna a morte e l’esecuzione

Arrestato il 15 marzo del ’36, in seguito a un ennesimo attentato falangista, su ordine del governo del Fronte Popolare (ma con l’accusa ufficiale di porto d’arma illegale), lo trasferiscono nel carcere di Alicante. Giudicato sommariamente dopo l’inizio della Guerra civile, arriva la condanna a morte e la fucilazione il 20 novembre del 1936 in un cortile del carcere di Alicante. Il movimento franchista lo celebra come martire e i falangisti lo chiamano “l’assente”. Il suo corpo è sepolto nel monumento nella Valle de los Caidos, costruito nella Sierra di Guadarrama, in memoria dei morti della guerra civile.

FONTE:storiaXXIsecolo.it

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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