30 aprile 1977: “notte dei fuochi” per preparare un Primo Maggio di lotta

Il 1° maggio 1977 è in programma a Milano una manifestazione nazionale dell’Autonomia che conclude una campagna di lotta contro il lavoro nero. Nella seconda metà di aprile ronde, squadre operaie, collettivi più o meno informali hanno dato vita a decine di iniziative per chiudere i “covi del lavoro nero”. Così, per ‘preparare’ il corteo milanese in molte città, quella che precede il Primo maggio è una “notte dei fuochi”.
Partiamo dalla cronaca della Stampa per gli attentati torinesi

Cinque bombe sono state lanciate contro altrettanti bersagli la scorsa notte. Le violenti esplosioni hanno provocato panico negli abitanti delle case adiacenti, ma i danni, per fortuna, sono stati di lieve entità. Nessun gruppuscolo di estremisti ha finora rivendicato la paternità del folle raid, gli scarsi indizi che la squadra politica della questura ha potuto ricavare derivano dai frammenti degli ordigni esplosi, tutti di confezione artigianale. Prima tappa dei terroristi è l’ingresso della « Facis » in via Perugia 24. La bomba, un tubo metallico riempito di esplosivo ed Innescato con una miccia scardina alle 2 del 30 aprile il cancello d’Ingresso e si conficca nel muro dell’Infermeria.

Sosta di tre ore, forse per rendersi conto delle reazioni del tutori dell’ordine, poi assalto alla fabbrica delle penne «Aurora» in via Abbadia di Stura 200. Una bottiglia molotov, lanciata attraverso la grata del locale caldaia, provoca l’incendio del combustibile, ma è domato senza difficoltà da polizia e vigili del fuoco. [I due attentati saranno rivendicati da una sigla nuova: “Lilith per il comunismo, ndb]. Da questo momento la sequenza diventa rapida.

I tre “botti” di Azione rivoluzionaria

Gli altri tre ordigni esplodono a Intervalli di 5 minuti l’uno dall’altro. SI possono fare due ipotesi: o i dinamitardi si sono serviti di micce a lenta combustione, cosa assai improbabile, oppure più commandos si sono suddivisi i compiti. Alle 5,05 un tubo pieno di potente esplosivo viene piazzato sul davanzale della centrale Sip alla Crocetta, in via Cassini 50. L’esplosione manda in frantumi perfino la lastra di marmo. Schegge di vetri volano ovunque, l’inferriata pende divelta dal muro. Quello che segue è lo scoppio più violento. Viene preso di mira l’Ufficio di Collocamento in via Gioberti 16, con la stessa tecnica adottata nell’assalto precedente. La deflagrazione squarcia la finestra, demolisce arredamento e macchine da scrivere. Vanno in frantumi i vetri nel raggio di cento metri. « Credo — ha commentato più tardi il vicedirettore dell’ufficio, Vito Trusolino — che si tratti di un gesto di ribellione contro il sistema e le gravi carenze nel campo dell’occupazione». Ultimo obiettivo del terroristi, la Michelin. Una bomba esplode contro una finestra dell’officina elettricisti in via Livorno angolo via Treviso. All’Ansa arriva una telefonata « Siamo i gruppi di azione rivoluzionaria per l’abolizione del lavoro salariato ».

Milano

Nel capoluogo lombardo gli attacchi sono quattro. Prima Linea organizza due assalti a caserme dei carabinieri, in zona San Siro e a Bresso. Stessa l’ora, le 22.30 del 29 aprile, stesse le modalità: raffiche di mitra e ordigno esplosivo. Azione rivoluzionaria invece, colpisce, come a Torino, l’Ufficio del Lavoro, e poi una concessionaria OPEL. Anche in questo caso la coincidenza dell’orario, le 5 della mattina del 30, sottolinea l’organizzazione coordinata degli attacchi.
A Monza dalle 20 del 29 aprile iniziano violenti scontri tra 200 autonomi e forze dell’ordine che si prolungano per ore

Nelle altre città

ROMA – La polizia sorprende una ventina di giovani che fanno affissione contro il lavoro nero all’Appio Nuovo. Per permettere agli altri di scappare uno spara. Poco dopo due degli attacchini sono riconosciuti e arrestati con l’accusa di concorso in tentato omicidio

GENOVA – Fallisce attentato dinamitardo all’autorimessa del nucleo radiomobile dei carabinieri, in pieno centro. Per fortuna la miccia si spegne dopo aver bruciato per qualche centimetro.

FIRENZE – All’1 di notte del 30, una bomba potente danneggia seriamente la caserma della polizia in via Fortezza. Rivendica Prima Linea

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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