2 marzo 1974, garrotato l’anarchico catalano Puig Antich

Salvador Puig Antich (Barcellona, 30 maggio 1948 – Barcellona, 2 marzo 1974) è stato un anarchico spagnolo attivo nel decennio compreso tra gli anni 60 e gli anni 70, condannato al “garrotamento” dal regime franchista con l’accusa di aver assassinato l’ispettore Francisco Anguas Barragán durante le concitati fasi che portarono al suo arresto.

Salvador Puig Antich, detto “Metge”, nasce a Barcellona il 30 maggio 1948 in una famiglia operaia. Il padre, Joaquìn, era stato militante di Acció Catalana che aveva subito una condanna a morte prima di essere “graziato” all’ultimo istante.
Salvador inizia a studiare nel collegio cattolico di La Salle Bonanova, ma il suo carattere indomito e ribelle lo porta ben presto all’espulsione per indisciplina.
Durante l’adolescenza frequenta i corsi serali nell’istituto Maragall, dove fa amicizia con Javier Garriga, i fratelli Oriol ed Ignacio Solé Sugranyes, tutti militanti del Movimento Iberico di Liberazione (MIL).

Gli anni della formazione

IL maggio 1968 sarà decisiva per il suo impegno antifascista. Ostile ad ogni autoritarismo, nel giovane Salvador maturano idee anarchiche che via via divengono sempre più consolidate.
Non appena si iscrive all’Università, facoltà di scienze economiche, deve svolgere il servizio militare. A soli 21 anni, entra nel MIL, partecipando a numerose azioni dirette, principalmente rapine per finanziare e sostenere i sindacalisti, gli antifranchisti e la classe sfruttata in genere. Grazie all’autofinanziamento i militanti del MIL fondano la rivista CIA («Cospirazione Internazionale Anarchica») e le Ediciones Mayo ’37.

L’esperienza del Mil

Le peculiarità dell’azione del suo gruppo è quella di non aver alcuna vocazione avanguardistica e di rifiutare la strutturazione militare e gerarchica tipica dell’organizzazioni clandestine, ponendosi inoltre nell’ambito dello scontro di classe e per il sostegno di tutte le lotte di liberazione dalla dittatura franchista. Autoproclamatosi «una organizzazione non permanente», i militanti del MIL si caratterizzano per un radicale antiautoritarismo che li porterà all’inevitabile rottura con partiti e sindacati dell’opposizione. In questo atteggiamento politico del MIL non faceva che riemergere la tendenza catalana all’autogestione delle lotte operai e sociali, in rifiuto dello Stato e dei suoi apparati.

Il circo delle rapine

Solitamente durante le rapine, Salvador si limita a fare l’autista. Il 6 giugno 1973 per la prima volta entra materialmente in banca durante l’esproprio della filiale del Banco di Bilbao, a Barcellona. L’obiettivo era trovare finanziamenti per il secondo numero della rivista CIA. Dopo lo spettacolare assalto del 19 giugno al Banco di Banesto (bottino di 3.074.000 pesetas), iniziano una serie di contrattempi. Salvador dimentica in un bar una borsa contenente armi, caricatori, fotografie e tutti i suoi documenti, falsi e autentici.

Contemporaneamente, un ambiguo personaggio infiltratosi nel gruppo, detto “el legionario”, ruberà parte della cassa del gruppo… Nell’agosto del 1973 Salvador ed altri militanti a decideranno l’«l’autodissoluzione dell’organizzazione politico-militare detta MIL».
Tornato a Barcellona, rifiuta di prender parte alle rapine che alcuni ex-membri intransigenti del MIL intenderebbero portare avanti. La sua attenzione è concentrata nella difesa dei suoi compagni vittime caduti in mano degli organi repressivi.

La cattura

Dopo diversi fermi di suoi ex-compagni, il 25 settembre 1973 viene organizzata una retata poliziesca per arrestarlo insieme ad un altro militante, Xavier Garriga. In realtà forse l’obiettivo era il solo Garriga. Le forze dell’ordine non erano consapevoli della presenza anche di Puig Antich e il suo arresto fu casuale.
Durante le concitati fasi dell’arresto, la polizia spara molti colpi d’arma da fuoco che causano il suo ferimento. In ospedale Puig Antich si presenterà con due vistose ferite da arma da fuoco alla mandibola e alla spalla. Nella sparatoria muore l’ispettore Francisco Anguas Barragán, Puig Antich ne sarà considerato responsabile.

Dopo un breve soggiorno in ospedale, Salvador Puig Antich viene trasferito al carcere “Modelo”. Si fanno carico della sua difesa Oriol Arau e Francesc D’Assis Condomines Valls ed ovunque sorgono gruppi di sostegno in sua difesa, tra cui quello organizzato dagli indipendentisti dell’OLLA (con cui Puig Antich stava stabilendo legami che avrebbe potuto portare a nuove intese in chiave antifranchista).
Ogni attività di solidarietà è del tutto inutile, il 26 novembre 1973 vengono richieste contro la sua persona due condanne a morte. A dire il vero si pensava che il regime avrebbe concesso l’indulto, ma dopo l’uccisione da parte dell’ETA del presidente del governo Carrero Blanco, è ormai chiaro che il destino dell’anarchico è segnato.

Il processo e la condanna a morte

L’8 gennaio 1974 inizia il processo contro Salvador e gli altri arrestati. Le accuse principali contro Salvador sono in senso ideologico l’«attentato all’unità della patria» e in senso materiale l’assalto del 2 marzo 1973 al Banco Hispano-Americano e la morte dell’ispettore avvenuta durante il suo arresto. Egli ammetterà di aver sparato a caso, senza prender la mira. Nessuno però potrà mai dimostrare realmente la sua colpevolezza dal momento che non sarà mai effettuata alcuna perizia balistica.
Il processo giunge alla sentenza in maniera assai rapida: Antich viene condannato a trent’anni per la rapina e a morte per l’uccisione di Anguas.

Il 1° marzo, il Consiglio dei Ministri presieduto dallo stesso Franco, conferma la condanna a morte per Salvador Puig Antich e per Heinz Chez, un tedesco dell’est accusato dell’uccisione di una guardia civil. Gli ultimi tentativi di salvargli la vita non avranno esito e il giorno seguente Salvador Puig Antich viene “garrotato” dal boia Antonio López Sierra.

Per approfondire

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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