[Un intervento sui temi della giustizia]
Un vecchio divenuto famoso - tra l'altro - per la sua capacità di produrre massime di larga divulgazione - soleva dire che ci sono morti che pesano come una montagna e morti più leggere di una piuma. E chi dell'informazione ha fatto il proprio mestiere sa che questa affermazione è cinicamente ovvia.
I morti sul lavoro, i morti di alcolismo, le vittime degli incidenti stradali pesano molto meno di un mortodi Aids o di un passante ucciso per rapina.
Nel suo intervento Innocenzo Militerni sottolinea giustamente l'assurdità di un provvedimento di amnistia per i colpevoli di omicidio colposo, delitto che in termini di pena viene già "pagato” in maniera molto moderata. Eppure è la logica della critica di Militerni che va verificata. Perché è la stessa logica del provvedimento di amnistia che nell'ultimo decennio si è ribaltata.
Mentre - al di la delle beneficiate reali del secolo scorso che esprimevano una concezione feudale del potere e della civiltà giuridica - l'uso della amnistia si era connotata come atti di volontà politica dell'esecutivo di cancellare il prodotto giudiziario di comportamenti determinati da particolari circostanze storiche e sociali.
Cosi non è più difronte all'incapacità dello Stato di amministrare l'ordinario si ricorre a provvedimenti di condono che hanno motivazioni puramente "economiche".
Così difronte all'incapacità di riequilibrare il flusso delle imposte di lavoro autonomo e dipendente e l'impossibilità di concludere gli accertamenti su annosi contenziosi si vara il condono fiscale.
Incapace di varare la riforma dei codici e di garantire un livello di vita dignitosa nelle carceri - l'esecutivo vara l'ennesima sanatoria, col nobile motivo del quarantennale della Repubblica.
Che gli omicidi colposi restino poi impuniti è cosa che evidentemente non scandalizza i nostri legislatori - da quando dilagano cultura e prassi del pentitismo e numerosi pluriomicidi godono in libertà il premio della propria collaborazione con lo Stato.
IL GIORNALE DI NAPOLI pseudonimo GIORGIO BORGIA
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