La storia di Maddalena, la quarta “ragazza del ’77”. E’ quella buona?
E inutile, non ci puoi fare niente. Nell’epoca dei social, le notizie, vere o false, come le credenze, più o meno condivise, sono come i pesci della canzone di Lucio Dalla. Non le puoi fermare, non le puoi recintare. E così è stato per la mia decisione di non raccontare quella che credevo di aver identificato come la ragazza del ’77. All’epoca anonima e sconosciuta.
Perché pochi mesi dopo la sua scomparsa arriva a svelare il mistero Adriano Segatori, psichiatra, psicoterapeuta, dottore di ricerca in filosofia delle scienze sociali, cultore di filosofia politica all’Università di Trieste. Vede come immagine simbolo del ’77 nel libro di Oreste Scalzone “la ragazza con la bandana” e fa la grande rivelazione:
Ovviamente, c’è qualche particolare sbagliato: Maddalena Provenzano non è di Udine, ma originaria di Lecce, e poi compagnella al Mamiani e attiva nel Movimento del ’77. La ragazza con la bandana non è stata fermata ma semplicemente si infila dietro il cordone dei carabinieri col volto coperto (non credo fosse già reato, ma posso sbagliarmi) e quel genio di Tano D’Amico coglie l’attimo e ne fissa la straordinaria bellezza. Per il resto, invece, Segatori ha ragione. Durante un viaggio la salentina Maddalena conosce il furlan Arrigo. Loro diventano una coppia . Lei si integra nell’ambiente, come dimostrano alcuni dei suoi ultimi post
Ah, dimenticavo. Io resto dell’idea che è meglio applicare il “lodo Califano”: quegli occhi ridenti e fuggitivi rappresentano tutte le donne e anche tutti gli uomini che hanno vissuto e partecipato alla rivolta. E nella vita e nella storia non esiste feedback. Gli esiti non riscrivono il vissuto se non nella logica feroce dei totalitarismi che cancellano Trotskji e le Sa dall’album di famiglia.
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