Dopo il raid alla Repubblica: tra Forza Nuova e stampa una lunga storia “nera”
Nel rapporto con i media c’è una sostanziale differenza tra i due movimenti. Mentre CasaPound ha sempre praticato una strategia dell’attenzione, che ha visto nelle ultime settimane grandi personalità giornalistiche come Formigli e Mentana ospiti del palazzone dell’Esquilino per animati dibattiti, Forza nuova ha sempre vissuto una logica di scontro frontale che ha messo capo ad alcuni episodi clamorosi.
L’incursione nel cortile del palazzo del gruppo L’Espresso-De Benedetti, una decina di militanti a volto coperto “armati” di bandiere di Forza Nuova e fumogeni, è il primo atto di una “guerra” politica e mediatica che il loro leader Roberto Fiore ha proclamato nel rivendicare l’attacco. Una risposta dura alle inchieste che nelle scorse settimane, soprattutto il settimanale, ha dedicato ai network internazionali e alle reti di finanziamento di un circuito in cui spesso attività di impresa e impegno politico si alimentano a vicenda. Immediata la condanna dell’attacco da parte degli ‘avversari’ di CasaPound. Come già dopo lo striscione contro l’abitazione del sindaco di Lucca, Simone Di Stefano non ha esitato a definire il gesto “sbagliato e inopportuno”.
LA BOMBA AL MANIFESTO- Nel dicembre 2000, dopo la bomba al Manifesto, Forza Nuova è nella tempesta. L’arrestato, Andrea Insabato, gia detenuto per alcuni anni e poi assolto nell’inchiesta contro Terza Posizione, ha evidenti legami con il gruppo. Non c’è prova che sia un militante ma è stato fotografato all’ultima manifestazione e le persone che ha visto prima e dopo l’esplosione che lo ha reso invalido sono due dirigenti romani dell’organizzazione. La mattina presto Insabato passa per l’edicola del federale romano, Francesco Bianco, un ex membro del primo gruppo di fuoco dei Nar. Il Manifesto pubblica l’indirizzo dell’esercizio commerciale e così un gruppo di attivisti antifascisti lo sfascia nella notte prima della conferenza stampa nella sede di Forza Nuova.
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LA BOMBA AL MANIFESTO- Nel dicembre 2000, dopo la bomba al Manifesto, Forza Nuova è nella tempesta. L’arrestato, Andrea Insabato, gia detenuto per alcuni anni e poi assolto nell’inchiesta contro Terza Posizione, ha evidenti legami con il gruppo. Non c’è prova che sia un militante ma è stato fotografato all’ultima manifestazione e le persone che ha visto prima e dopo l’esplosione che lo ha reso invalido sono due dirigenti romani dell’organizzazione. La mattina presto Insabato passa per l’edicola del federale romano, Francesco Bianco, un ex membro del primo gruppo di fuoco dei Nar. Il Manifesto pubblica l’indirizzo dell’esercizio commerciale e così un gruppo di attivisti antifascisti lo sfascia nella notte prima della conferenza stampa nella sede di Forza Nuova.
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