La rivoluzione di Franca Rame dal Soccorso rosso alla sinistra forcaiola

Il mio post di ieri sulle offese proliferate in facebook in morte di Franca Rame ha suscitato una lunga e appassionata discussione sulla mia bacheca, con gli interventi di persone che a diverso titolo avevano titolo e diritto di parola. Tra questi diversi ex detenuti politici, ovviamente sia rossi sia neri, come è prassi. Il “nero” Murelli, pur confermando un giudizio di totale disistima personale nei confronti dell’avversaria politica, dopo averci offerto un suo personale ricordo, invita i suoi al silenzio e al rispetto della morte:

“Il direttore del carcere speciale dell’Asinara, Cardullo, era un tipo molto spiritoso. Alla sezione Fornelli i “neri” e i “rossi” furono sistemati a celle alterne. Aneddoti se ne possono raccontare tanti, data la circostanza ne racconto uno adeguato al momento. Un giorni si aprì la il portoncino della mia cella. Sull’uscio due guardie, tra esse Franca Rame. “E qui abbiamo i fascisti”, disse una delle due guardie rivolgendosi alla bella signora di Soccorso Rosso. “Non mi interessano. Mi porti dai compagni”, rispose gelida e altera. Io e il camerata che condivideva con me la cella avevamo a portata di mano lo sgabello che avremmo tranquillamente potuto stampargli sui denti. Invece, spontaneamente, la guardammo, poi ci guardammo tra noi e ridemmo di gusto. La cella si richiuse e si aprì quella a fianco dove due brigatisti e il bandito Cavallero che era con loro ricevettero l’affettuosa visita. Noi nel frattempo ci eravamo seduti al bordo della branda e brindammo a noi con l’acqua minerale (non avevamo altro). Maledettamente soli, come sempre e neppure il “ciao” di un’attrice meritavamo. Alla notizia della morte di Franca Rame leggo oggi tanti commenti irriverenti. Evitateli. Io mi sento di dire: rispettate le morte. Lo so cosa ha scritto e detto su certi episodi. Lo so. Fatevi una risata e “tirate dritto”.

La discussione ha poi finita per avvitarsi sui soliti temi degli opposti “protettori” (carabinieri vs intellighentsia), del ruolo dei “cattivi maestri” ma, con mia grande soddisfazione, da entrambi gli schieramenti sono emerse prese di distanza da cliché e strette logiche identitarie. Per quel che mi riguarda, stavolta, a spiegare perfettamente “quello che penso” è il professore Gianfranco La Grassa, sulla sua bacheca di Facebook:

dovrei avere il coraggio di spendere due parole su Franca Rame, ma non me la sento. Il ricordo sarebbe il ricordo della mia giovinezza e dei fatti vissuti allora a volte anche con entusiasmo. Tuttavia, sia lei che il marito hanno bruciato troppe cose buone (almeno buone per me) fatte un tempo infinito fa. Del resto, anche se scritto da un “antipatizzante” (e nemico di tutto ciò in cui anch’io ho creduto), inviterei a leggere il ritratto che ne fece Perna nell’aprile 2007 (anche se non ho voglia di riportarlo). Per metà, direi forse anche tre quarti, mi sembra piuttosto corretto. Non si può sempre scusare uno che muore; non ci si può sempre immergere nella retorica per quanti sono stati, ma molto molto tempo fa, dalla nostra stessa parte. Malgrado tutto, provo tristezza per questa morte, ma non per sviscerata simpatia nei confronti di chi è morto; semmai per la morte di qualcosa che sembrava veramente valere molto di più e stava ben in alto nei nostri pensieri e sentimenti. Questo è quanto va pianto oggi.

E del resto questo è l’unico sentimento possibile visto quello che era diventata Franca Rame negli ultimi anni: parlamentare dipietrista, sodale di Marco Travaglio e della sua fazione giustizialista, massima espressione di quella sinistra forcaiola che è la peggiore jattura che ci poteva capitare. Una fine tristissima per chi voleva far saltare in aria tutte le carceri… Del resto non è la prima incendiaria che finisce pompiera.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

2 Comments on “La rivoluzione di Franca Rame dal Soccorso rosso alla sinistra forcaiola

  1. dal libro “NEI SECOLI FEDELE ALLO STATO”, di Michele Ruggiero (libro intervista al generale Nicolò Bozzo (p. 75): “…La notizia dello stupro dell’attrice, moglie di Dario Fo, all’epoca schierata con i gruppi della sinistra extraparlamentare, fu accolta in caserma con una singolare, se non palesemente stonata euforia. Gli ufficiali più alti in grado si comportavano come se avessero messo a segno un’importante operazione…”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.