23 luglio 1981: le Br-Walter Alasia liberano Renzo Sandrucci, dirigente Alfa Romeo
Il 22 luglio 1981 le Brigate rosse-Colonna Walter Alasia liberano l’ingegnere Renzo Sandrucci, direttore della produzione dell’Alfa Romeo. Lo avevano sequestrato la mattina del 3 giugno.
Il dirigente dell’Alfa Romeo si stava recando al lavoro scortato da una guardia giurata, ma dopo poco la sua auto viene bloccata da un’altra guidata da Nicolò De Maria. Ne scendono Gaetano Bognanni e Nicola Giancola che ammanettano e lasciano sul posto la guardia giurata, mentre rapiscono il dirigente. Renzo Sandrucci trascorre 50 giorni prigioniero della colonna Br “Walter Alasia”. Il dirigente è rilasciato illeso a Milano davanti allo stabilimento della Magneti-Marelli il 23 luglio 1981.
La campagna dei sequestri
Il sequestro dell’ingegner Sandrucci si inserisce nel contesto di un’ampia attivazione delle varie linee che in quel periodo si confrontano all’interno delle Brigate Rosse. Al sud, la Campagna Cirillo (Napoli 27 aprile – 24 luglio 1981), gestita dal Fronte delle Carceri e dalla Colonna di Napoli. A San Benedetto del Tronto (AP), prima e, a Roma poi, il sequestro di Roberto Peci (10 giugno – 3 agosto 1981), gestito dal Fronte delle carceri.
Le due strutture, che si riconoscono nella leadership di Giovanni Senzani e nell’elaborazione teorica dei “fondatori” detenuti, Curcio e Franceschini, dopo pochi mesi darà vita al partito guerriglia. Nel Veneto, la campagna centrata sul rapimento di Giuseppe Taliercio (20 maggio – 5 luglio 1981), gestita dalla Colonna Annamaria Ludmann si riconosce nell’esecutivo nazionale che manterrà il controllo dell’organizzazione dopo la scissione senzaniana, dando vita alle Br-PCC.
Il dissenso dell’Alasia
Il dissenso della Walter Alasia è datato al dicembre 1979, quando le Brigate Rosse definiscono la loro posizione sulla questione operaia e diffondono l’opuscolo n. 9 “Sulle grandi fabbriche“. La Colonna milanese Walter Alasia, non condividendo le tesi si rifiuta di distribuirlo e elabora un proprio documento dal titolo “Fabbriche”. Nell’estate del 1980 il conflitto tra la colonna e l’organizzazione centrale si acutizza e neppure la Direzione strategica convocata in provincia di Roma, nel mese di luglio, riesce a risolverlo. Dopo circa un anno di confronto politico teso e serrato con l’esecutivo delle Br, la Colonna Walter Alasia, il 12 novembre 1980, decide di gestire autonomamente l’azione contro Renato Briano, direttore del personale della Magneti Marelli. Questa iniziativa, che segna di fatto il suo distacco, si consolida il 28 novembre 1980 con l’omicidio del direttore tecnico della Falk, Manfredo Mazzanti.
L’espulsione dalle Br
Le Br risponderanno ufficialmente a questa azione, con l’opuscolo n. 10, decretando l’espulsione della colonna. Il tentativo di ricostruire una colonna milanese delle Br “fedele alla linea” costerà l’arresto di Mario Moretti ed Enrico Fenzi, mandati come commissari a Milano e caduti in una trappola della Digos. L’11 dicembre 1980, a Milano, Walter Pezzoli e Roberto Serafini, militanti delle Br – WA, vengono intercettati e uccisi da un nucleo speciale dei carabinieri. In occasione dell’azione contro il direttore sanitario del Policlinico di Milano, Luigi Marangoni (17 febbraio 1981), la Brigata ospedalieri “Fabrizio Pelli” espone in un opuscolo, intitolato “Attacchiamo la DC principale responsabile della ristrutturazione nell’ospedale”, la sua posizione sul problema dell’intervento nel settore dei servizi.
Nel corso della Campagna Sandrucci, oltre ai volantini e ai verbali dell’interrogatorio, vengono distribuiti alcuni opuscoli:
– Attaccare il disegno controrivoluzionario del capitalismo multinazionale nel suo cuore: la fabbrica, giugno 1981;
– Contributo alla elaborazione della linea politica, luglio 1981;
– Campagna nelle fabbriche, agosto 1981;
– Bilancio Campagna Sandrucci, autunno 1981.
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