Ricucci attacca “La Stampa”: è un fake il reportage di Quirico da Idlib

quirico

Le accuse lanciate da Amedeo Ricucci contro La Stampa (aver presentato un reportage di Quirico come scritto da Iblid, località della Siria non raggiunta dall’inviato) sono gravissime. A rendere per me più dolorosa la faccenda è che entrambi gli illustri colleghi, coraggiosissimi inviati di guerra, abbiano condiviso la sorte di essere stati sequestrati dall’Isis in Siria, Ricucci per pochi giorni, Quirico per alcuni mesi. Ecco la “denuncia”, pubblicata sulla pagina facebook di Ricucci:

FAKE D’AUTORE. Ognuno puo’ fare il giornalismo che vuole. C’e’ posto anche per il giornalismo “letterario”e, perche’ no?, anche per quello “mistico” (qual e’ a mio avviso quello inaugurato dopo il suo sequestro da Domenico Quirico). Purché pero’ si rispetti la regola -base del nostro mestiere, vale a dire l’onestà . Per questo sono stupefatto e al tempo stesso indignato per il fake colossale che LA STAMPA ha pubblicato il 3 settembre con la firma di Domenico Quirico: un presunto reportage da Idlib, feudo di Jabhat Fateh al Sham (l’ex Jabhat al Nusra)nel nord della Siria, dove pero’ Quirico non e’ mai arrivato, per il semplice motivo che nessun giornalista puo’ arrivarci. E invece LA STAMPA ha sparato in prima pagina il reportage del suo “inviato a Idlib” e lo stesso Quirico è stato al gioco, parlando di una fantomatica avanzata verso Idlib, con tanto di iperboli magnifiche, degne di Junger e Celine. Fake d’autore, insomma, e sfido gli autori a dimostrare il contrario.
Alla mia indignazione di lettore si aggiunge poi quella da giornalista: sono ormai 3 anni che io e tanti altri colleghi, italiani e non, proviamo in tutti i modi ad entrare nel nord della Siria e ci facciamo in quattro pur di coprire il conflitto siriano: francamente questo fake d’autore è una beffa che non si puo’ denunciare. Non e’ la prima volta, infine: la nuova STAMPA di Molinari non è nuova ad operazioni del genere, anche in Libia e sempre con Quirico.

Qualche ora dopo, esplosa la polemica, Amedeo Ricucci dettaglia e precisa le accuse, aiutandosi con la pubblicazione di una cartina dell’area:
piantaFAKE D’AUTORE (2). Ho visto che le mie osservazioni hanno fatto scalpore e suscitato qualche mal di pancia. E allira proviamo a precisare: io ho accusato e accuso tuttora LA STAMPA di aver spacciato un pezzo di Domenico Quirico come un reportage “da Idlib” quando in realtà Quirico e’ arrivato a 89 km da Idlib e non di più. E’ una questione di lana caprina? Io direi di no. In passato in casi del genere c’è scappato anche il morto: perché si veicola la convinzione che in un certo posto ci si possa andare – da giornalisti – quando invece non e’ vero. Mi si obietterà che Quirico non ha mai scritto esplicitamente di essere entrato a Idlib. Ma questo non e’ sufficiente, secondo me: perché nel pezzo parla ripetutamente di Idlib e dà l’impressione – complice una scrittura “per immagini” – di esserci quanto meno molto ma molto vicino. Per questo, dopo aver accusato non lui ma il suo giornale per questo “lancio” disonesto – si veda il titolo – mi sono permesso di dire che Quirico “e’ stato al gioco: nel senso che avrebbe dovuto fornire forse qualche precisazione geografica più precisa, per evitare gli equivoci. Non ho mai detto, quindi, che Quirico s’ e’ “inventato”il suo reportage; forse pero’ la sua scrittura particolare ha favorito quello che non e’ un errore del titolista ma una scelta deliberata della testata: 20 giorni fa, d’altronde LA STAMPA aveva pubblicato un reportage da Sirte, Libia, scritto da un giornalista che a Sirte non c’era e che pero’ commentava le foto di un fotografo italiano che c’era, lui si. Il tutto era scritto con grande pathos e con dovizia di particolari, dando perciò l’ impressione che il giornalista fosse sul posto (e infatti c’era scritto: “dal nostro inviato”. Ripeto: e’ una questione di lana caprina? No.
P.S. Vi invito di nuovo a rileggere il reportage di Quirico, ad appuntare che localita’ che lui menziona, e poi a riguardare la cartina che ripubblico qui sotto. Vedrete che qualche ragione ce l’ho
P.S. Per essere ancora più preciso copio&incollo alcuni estratto del reportage di Quirico, quelli piu’ equivoci: 1) “Ma oggi queste cannonate, questi mortai, questi quartieri e terreni incolti del fronte Nord-Ovest, a Idlib, che si ingramagliano di fumo e di polvere mi irritano, il loro rumore è fisicamente doloroso, mi battono il passo mentre avanzo verso la città maledetta”; 2) “Scavalchiamo con un largo giro la prima linea, entriamo in una città morta. Qui non ci vive più nessuno perché non è rimasto nulla in cui vivere”; 3) “La città distrutta vive in un rumore eterno e ti parla il suo dolore”. Sinceramente: sta parlando o no di Idlib? E non da’ l’impressione di esserci dentro o maledettamente vicino?

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 commento su “Ricucci attacca “La Stampa”: è un fake il reportage di Quirico da Idlib

  1. Ricucci che da lezioni di Giornalismo? Mi piace qui ricordare le sue parole dopo il suo sequestro in Siria, nel 2013. Sequestro conclusosi, verosimilmente, (come fu per Greta&Vanessa, Quirico e tanti altri) con il pagamento di un ingente riscatto ai “ribelli”, forse quelli stessi “ribelli”coccolati dall’Occidente e, quindi, dalla RAI. “Ci hanno trattato bene. Siamo stati fermati perché potremmo aver filmato qualcosa che a loro non andava bene, forse un loro check-point. Hanno fatto i controlli e poi ci hanno rilasciati”. Undici giorni per controllare il contenuto di un paio di videocamere? Neanche fosse stata la Cineteca della RAI.

    http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-bc2ab196-ac41-4698-a323-1557321cbee6.html?refresh_ce

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