28 dicembre 1980: brigatisti e detenuti “comuni” uniti nella rivolta di Trani

Prosegue la ricostruzione della rivolta nel carcere di Trani, uno dei punti più alti di scontro tra detenuti politici e Stato negli anni di piombo. La fonte è Contro Maelstrom, il blog di Salvatore Ricciardi, militante romano delle Brigate rosse e prima dei Comitati autonomi operai.

Trani, l’altra faccia dell’Asinara

… Dal luglio ‘77 fino alla battaglia, nel circuito speciale il kampo di Trani ha rappresentato “l’altra faccia dell’Asinara”. Qui, a differenza dell’Asinara, era attraverso l’applicazione di norme riformiste che si tentava di pacificare e annientare politicamente i proletari prigionieri (P.P.).Quando parliamo di riformismo come forma e funzione dell’annientamento, intendiamo riferirci al modo in cui gli spazi e la conduzione “democratica”  del kampo da parte della Direzione, erano intesi solo ed esclusivamente al raggiungimento di un unico obiettivo: la differenziazione e la divisione dei P. P. … Trani è sempre stato il kampo in cui si è mantenuta una rigida divisione tra “comuni” e “politici”  confinati in piani diversi della sezione speciale. Il kampo a gestione scientifica, dove ogni minimo spazio di socialità interna veniva utilizzato per studiare in modo capillare le varie componenti …

Nasce il comitato di lotta del Campo

Attraverso assemblee, riunioni, discussioni continue, mobilitazioni ed azioni di propaganda che hanno coinvolto ogni prigioniero e a cui ogni prigioniero ha dato il proprio contributo, si è giunti all’elaborazione del Comunicato n.1 attorno a cui si è costruito il CdL.  … La raggiunta unità e la conseguente costruzione del CdL è derivata, in primo luogo, dall’aver messo al centro della nostra iniziativa i contenuti politici che si erano espressi nella campagna (del Fronte Carceri delle BR con il sequestro D’Urso): LIBERAZIONE E GUERRA ALLA DIFFERENZIAZIONE. Tutta la nostra iniziativa è sorta attorno ad un programma politico di liberazione collettiva, programma costruito collettivamente, di cui la nostra battaglia è stato un esempio significativo, dimostrando contemporaneamente il livello politico-militare che oggi occorre affrontare e sostenere per praticare un progetto di liberazione. ..

Diario della battaglia

– 28 dicembre 1980 – ore 8-  Dopo la conta del mattino, fuori da ogni consuetudine e dopo la perquisizione generale del giorno precedente, veniamo sottoposti ad una nuova perquisizione indirizzata specificamente alla ricerca di materiale esplosivo, Nonostante il minuzioso e capillare controllo degli Agenti di Custodia (A.d.G.) i depositi logistici del CdL reggono ancora una volta, permettendoci di mantenere intatto l’armamentario che ci sarà poi indispensabile per la realizzazione della battaglia.

– ore 15,20 – I nuclei armati del CdL del kampo di Trani prendono possesso del secondo piano, catturando 13 sbirri, di cui uno, nella colluttazione, rimane ferito in modo leggero. Quindi scendono al primo piano e, mentre alcuni compagni aprono le celle e predispongono il barricamento viene occupato anche questo piano catturando altri 5 agenti. In totale le guardie fatte prigioniere sono 18.

– ore 15,35 – Mentre i due piani sono interamente occupati e barricati, ha luogo il primo attacco da parte degli sbirri, all’altezza della rotonda del piano terra. L’attacco viene respinto con il lancio di una molotov e di una leggera carica libera di esplosivo plastico in modo da evitare feriti gravi. le barricate vengono rafforzate e si organizzano i turni di guardia e i vari servizi.

– ore 16,00 – Primo contatto telefonico con la Direzione, alla quale vengono comunicati gli obiettivi politici della nostra azione, sollecitandola ad astenersi dal prendere iniziative. Si fa una seconda telefonata chiedendo alla Direzione di mantenere la luce e l’acqua, che nel frattempo sono state tolte ed informandola che entro breve tempo sarebbe stato consegnato un comunicato del CdL sull’operazione in corso. Una volta verificate le condizioni delle guardie catturate (tutti sani, tranne uno ferito in modo leggero) si decide di liberare il ferito per evitare ogni possibile complicazione clinica. Vengono comunicate alla Direzione le modalità per il rilascio del ferito, modalità tutte a vantaggio della Direzione. Ma la risposta è negativa.

La Direzione accampa pretesti, attribuendo al CdL  l’intenzione di voler occupare anche il piano terra: inutilmente i compagni chiariscono che non è loro intenzione occupare questo piano e che in caso volessero farlo, potrebbero far saltare il cancello con l’esplosivo. In realtà, la Direzione non vuole avere il ferito, tanto da smentire pubblicamente persino la sua esistenza. Il perchè di questo comportamento le si capirà in seguito: il Governo, attraverso il Ministero di Grazia e Giustizia  (MGG) aveva già deciso di intervenire mettendo nel conto anche una strage e pertanto non poteva permettere il rilascio di alcun ostaggio.

– ore 17,00 – Viene consegnato il Comunicato n.1 – Arriva l’Avv. Todisco al quale si fa presente la situazione e in particolare lo si mette al corrente del rifiuto della Direzione di riprendersi il ferito. Si ottiene il riallaccio della luce e dell’acqua.

– ore 17,30 –  Alcune guardie catturate chiedono di poter telefonare allle rispettive famiglie. Il CdL concede di telefonare ma il Direttore, che controlla il centralino, blocca le telefonate in uscita. Il rifiuto della Direzione e del Ministero di consentire alla richiesta delle guardie, insieme al rifiuto di recuperare il loro collega ferito, innesca una insanabile contraddizione tra le guardie imprigionate ed il Ministero, che si acutizzerà fino alla rottura.

– ore 18,00 – Vengono recuperate in una cella-sgabuzzino una mola ed una saldatrice, con cui si provvede alla fabbricazione di nuove armi ed al rafforzamento delle barricate attraverso la saldatura dei cancelli. Nel corso dell’occupazione del kampo riprende il dibattito sviluppatosi nei giorni precedenti sui contenuti della lotta e sintetizzati nel Comunicato n.1 del CdL. – Tutti sono consapevoli della necessità di porre fin da subito, al centro dello scontro, la parola d’ordine : GUERRA ALLA STRATEGIA DIFFERENZIATA  e di vedere questa battaglia come un momento di questa guerra.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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