La rivolta ingabbiata al rione Traiano cioè quando la camorra difende l’ordine pubblico (e i suoi affari)

 

Molti degli “amici dell’ordine” insistono. Poiché tra i principali capi di imputazione a carico di Davide, il giovanissimo ucciso da un colpo di pistola alla schiena l’altra notte al Rione Traiano di Napoli, c’era quello di girare con un latitante, è opportuno riproporre la testimonianza del “terzo ragazzo”, quello scappato … Così come viene meno uno degli elementi a discarico del carabiniere che ha fatto fuoco, l’inesperienza per la giovane età. Perché, come racconta Repubblica,

Marcello, 32 anni – di cui oltre 11 di esperienza, da tempo al reparto Radiomobile, single – [la responsabilità] se la porterà addosso per sempre, eppure di fronte al pm Persico non scuote la testa, non si dispera, non perde mai la calma, non appare agitato né depresso. Cerca solo di rispondere a ogni domanda del magistrato, di ricordare tutto, di spiegare bene, di non lasciarsi andare all’emozione. “Voglio precisare che io non ho mai puntato la pistola né contro quel giovane, né contro altri presenti”. Lui, ribadisce, inseguiva “il fuggitivo”. E il fuggitivo è l’uomo che non si trova ancora, è il terzo che manca all’appello su quel maledetto “Honda Sh 300” su cui tre ragazzi violano l’alt, e sfrecciano lontano “soltanto” perché senza casco, senza assicurazione, senza patentino.

Tra i tanti microfoni che circondano il “terzo ragazzo” evidentemente non c’è quello di Repubblica. Ciò chiarito, è però altrettanto importante sfuggire alle tentazioni manichee e restituire comunque la realtà di un ghetto storico di Napoli, il primo costruito – con grandi ambizioni sociali e urbanistiche – negli anni Sessanta per dare un’abitazione civile ai baraccati di via Marina. In questa direzione ci aiuta il bel pezzo di Fulvio Bufi, corrispondente da Napoli per il Corriere della Sera, che i lettori di questo sito già conoscono (per questo bel pezzo in ricordo di Geppi Marotta):

Al rione comincia una notte di follia.  Contro i carabinieri, contro la polizia. Poi, però all’improvviso tutto si placa, e ci sara pure una spiegazione a questa improvvisa calma. Il pensiero più inquietante è che dietro ci sia una regia al contrario del Sistema come al quartiere Traiano chiamano la camorra. E cioè che i clan non abbiano voluto che la rivolta andasse avanti perché i casini non fanno bene agli affari. Viene in mente girando il giorno dopo per il quartiere, dove non si vede una pattuglia e dove le piazze di spaccio sono tutte regolarmente aperte.

Si tratterebbe quindi di un latente conflitto tra “ragazzi di strada”, più incontrollabili e ribelli, e criminalità organizzata, interessata invece a un rapido ristabilimento dell’ordine pubblico, fondamentale per garantire la “sicurezza dei mercati”. Un’ipotesi convincente. Era già successo qualche anno fa, durante la rivolta del confinante quartiere di Pianura contro la riapertura della micidiale discarica di contrada Pisani. Con gli ultras decisi a sostenere uno scontro durissimo contro le forze dell’ordine e i clan preoccupati della ventilata (e poi realizzata) “militarizzazione” ella gestione dell’allora drammatica gestione dell’emergenza rifiuti, che complicava loro la vita in un fiorente settore di affari. Così uno schema triangolare ci sembra funzionare meglio per comprendere le dinamiche tra le forze in campo piuttosto che la semplificazione manichea del perenne scontro tra forze del Bene e del Male…  Tant’è che comunque, nonostante gli ordini di scuderia, momenti di tensione ci sono stati con la polizia ai margini del corteo di protesta (in cui prevalgono modalità espressive da curva), come raccontati da Fan page:

Lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine per disperdere un nucleo di manifestanti e ulteriori momenti di tensione a Fuorigrotta, durante la manifestazione partita dal Rione Traiano per ricordare Davide Bifolco. Un gruppo di manifestanti all’imbocco di uno degli ingressi si è fronteggiato con la polizia in assetto antisommossa lanciando alcuni oggetti. I manifestanti, bloccano l’uscita della Tangenziale di Napoli.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 Comment on “La rivolta ingabbiata al rione Traiano cioè quando la camorra difende l’ordine pubblico (e i suoi affari)

  1. Conosco il Rione di cui parlate e così anche il sistema che lo controlla. Quel quartiere è orrendo….piazze di spaccio di crack, cocaina, hashish e marijuana, ovunque e aperte 24h al giorno. E’ ovvio che ci sia qualcuno alla’interno delle Forze dell’Ordine al quale fa comodo tutta quella situaziobe . Altrimenti non mi capacito: com’è possibile che io da esterna riesco a riconoscere gli ingressi da dove esce certa roba, tutto magistralmente gestito dai vari “pali” distribuiti…..e non le Autorità. Sono d’accordo con questi delinquenti. Ma di cosa stiamo parlando? Qual è la novità ?

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