Rogo di Primavalle: il testo integrale della controinchiesta
Nella notte del 16 aprile 1973 tre militanti di Potere Operaio partono per minacciare Mario Mattei, ex netturbino e segretario della sezione missina di Primavalle. Alle tre di notte, nel tentativo di dare fuoco alla porta di casa, versarono cinque litri di benzina sotto l’ingresso dell’appartamento abitato dalla famiglia composta da Mattei, dalla moglie Anna Maria e sei figli, al terzo piano delle case popolari di via Bernardo da Bibbiena 33.
Quella che doveva essere un’azione intimidatoria si tramuta in una tragedia: dopo aver versato la benzina sulla porta si verifica uno scoppio generato da un innesco artigianale che in pochi minuti fece divampare l’incendio in tutto l’appartamento. Nel rogo restano uccisi due dei figli, Virginio, 22 anni, e Stefano, 8 anni.
Fu redatto un pamphlet di “Controinchiesta”, in cui la responsabilità fu attribuita a una faida interna tra esponenti di destra. Nel libro del “Collettivo Potere Operaio” Primavalle: Incendio a porte chiuse la nota dell’editore sostiene:
«La montatura sull’incendio di Primavalle non si presenta come il risultato di un meccanismo di provocazione premeditato a lungo e ad alto livello, tipo «strage di stato». «Primavalle» è piuttosto una trama costruita affannosamente, a «caldo» da polizia e magistratura, un modo di sfruttare un’occasione per trasformare un “banale incidente” o un oscuro episodio – “nato e sviluppatosi nel vermicaio della sezione fascista del quartiere” – in un’occasione di rilancio degli opposti estremismi in un momento in cui la strage del giovedì nero con l’uccisione dell’agente Marino – avvenuta a Milano 3 giorni prima – ne aveva vanificato la credibilità.»
Lascia un commento