10 aprile 1980: le Ronde proletarie uccidono un vigilante per rubargli l’arma
E’ un disarmo finito male a costare la vita a Giuseppe Pisciuneri, guardia giurata della Mondialpol, sposato, senza figlie. Il vigilante è nato ad Ardore (RC) nel 1950 e giovanissimo si è trasferito a Torino dove ha prestato servizio come carabiniere alla stazione di Moncalieri. Nel 1971 lascia l’Arma ed è assunto alla Mondialpol dove lavora 9 anni.
Alle 7.30 del mattino del 10 aprile 1980 Giuseppe Pisciuneri esce dalla sua abitazione di via Nizza 33 per recarsi al lavoro. Si dirige in via Ribet e qui due militanti di Prima linea, Manina e Gatto, lo assalgono alle spalle e tentano di immobilizzarlo. Pisciuneri è uno tosto e resiste: colpisce con una gomitata Manina che è riuscito a sottrargli l’arma e si divincola dalla presa di Gatto. Pone fine alla colluttazione il colpo esploso con la pistola stessa di Pisciuneri, che fa due passi verso gli assalitori poi stramazza al suolo: il proiettile entrato dalla spalla ha raggiunto il cuore. Ma i due non se ne sono accorti perché hanno già girato l’angolo e fuggono su una 128 verde insieme ad altri due complici.
Così il giorno stesso una donna telefona nel tardo pomeriggio al giornale “Stampa sera” e rivendica il disarmo del vigilante mondialpol a nome delle Ronde proletarie, una delle sigle di movimento riconducibili alla galassia di Prima Linea, senza fare riferimento all’omicidio. Segue smentita delle Ronde proletarie di combattimento: non c’entriamo niente con i fatti di via Ribet. Al processo i due ammetteranno le responsabilità e confesseranno che del commando faceva parte anche Giorgio Soldati, un militante che poi sarà ucciso in carcere, nel dicembre 1981, perché aveva ceduto alle torture dopo l’arresto, provocando la cattura di altri compagni.
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