In proud and glory di Salvatore Ricciardi, il “vecchio”
Questo è un post anomalo. Per la prima volta in questo blog (l’ho fatto spesso e con ottimi risultati di “lettura” su Fascinazione) pubblicherò “a raffica” i messaggi di saluto dedicati su Facebook alla memoria di Salvatore Ricciardi, proletario comunista della Garbatella, morto oggi a 80 anni, dopo una lunga vita di impegno e di lotta rivoluzionaria.
Ovviamente mi scuso per le inevitabili omissioni.
Vincenzo Morvillo
CIAO SALVATORE
Non conoscevo Salvatore Ricciardi. Lo vidi solo la sera della commemorazione di Enrico Villimburgo, organizzata da Barbara Balzerani, a Roma. E gli strinsi la mano. Tutto lì. Ma mi bastava sapere che fosse un compagno delle Brigate Rosse, per sentirlo fratello. In una Storia che vede gli ultimi opporsi alla violenza del privilegio padronale. Oggi, dunque, un altro pezzo di quella storia che osò mettere in ginocchio lo Stato se ne va. Un altro “ragazzo” di quella generazione che ebbe l’arroganza di pensare che un altro mondo fosse possibile, si congeda. In punta di piedi. Sconosciuto ai più. Ma non a chi di sogni continua a nutrirsi. Salvatore ha dato oggi il suo ultimo assalto a quel cielo che si aveva la pretesa di conquistare con la forza e la gioia dei vent’anni. Ma anche con la rabbia e la disperazione di chi non ha nulla da perdere, se non le proprie catene. Quella presunzione, Salvatore e i suoi compagni l’hanno pagata col carcere e qualche volta con la vita. Ciao Salvatore. L’assalto al cielo continua…
Barbara Balzerani
Un mese col fiato sospeso a tenerti per mano da lontano in questo tempo di rimandi. Come dimenticarti? Come ricordarti? Era piacevole immaginarti in corteo con la tua figlietta: “Papà, perché strillate che le galere debbono saltare in aria e poi non succede?”. E tu che pensavi che se non avessi saputo cosa andavi facendo ti saresti sentito un verme. Ce lo raccontavi mentre ci rifilavi i tuoi intrugli alcolici e Prospero borbottava: “Ma come si fa a rovinare un ottimo rum con una pessima coca cola?” E tu che sorridevi sornione. Ciao Salvo
Sante Notarnicola
Salvatore, giorni fa mi ha telefonato Paolo. Mi ha informato della tua caduta e delle tue condizioni, le tue tribulazioni. Hai sofferto molto, lo so, lo immagino. Quelle ferite sono insopportabili, come la galera con i suoi isolamenti, la sua ferocia, la sua inutilità. E mi colpisce ancora il modo in cui sei caduto – non c’erano compagni più giovani per fissare lo striscione? Conosco il meccanismo: è la scuola che ci ha formati, anticipare chiunque e comunque, a costo di rompersi e così è stato per te…Il virus mi impedisce molte cose, avrei voluto accompagnarti e intanto parlarti e ricordarti la finestrella della tua cella nel carcere di Cuneo dove si vedeva tutto intero il Monviso innevato.Anche per questo accettavo l’invito per la cena quando era possibile la socialità. E con essa i ricordi della militanza, la tua e dei tuoi compagni. Mi sento assai povero, mi manca Prospero, mi manca Angelo Basone, Picchiura, Vic e tanti altri: un elenco triste. Restano i tuoi scritti che divulgheremo. Sai da tempo mi è caduto addosso il silenzio, non sono più il grafomane i quel tempo e anche le poesie sono rare. Osservo, ascolto, taccio. Sicuro: è l’età.Buon viaggio compagno. Grazie di tutto. Appena libero dal virus voglio raggiungere il Monviso per un saluto speciale per te e per me stesso
Paola Besuschio Sante, appena il virus ce lo permetterà, verrò su dalla tua scaletta e berremo insieme come se loro fossero tutti lì. Ma che dico? loro ci sono, presenti, grazie alla potenza che continua a farli sentire forte.
Valentina Perniciaro
ho avuto la fortuna, dirompente ed esplosiva, di vivere il novecento. Il novecento e i suoi rivoluzionari e le sue rivoluzionarie, il novecento della “memoria del proletariato” come dicevi tu, il novecento di chi ha capito che poteva farcela e ha alzato la testa dai meandri oscuri dello sfruttamento. Il novecento che assaltava il cielo, che è riuscito a farlo tremare, il novecento torturato rinchiuso pestato ma sempre in lotta, sempre potente.
Grazie a te son riuscita a sentirlo nelle vene, in ogni battito del cuore, nella collettività, nella “gioia nella rabbia, nel distruggere la gabbia”,
Grazie a te il mio novecento si è chiuso solo ieri in un giorno di luna grande della primavera 2020 e sentirò per sempre il suo calore scorrere nelle vene.
Mi mancherai ogni momento della vita mia.
Ben scavato vecchia talpa, amore mio grande.
Vincenzo Miliucci
Con dolore e rabbia diamo notizia dell’avvenuta morte del compagno Salvatore Ricciardi .
Agli inizi di marzo, Salvo era stato ricoverato al Policlinico Umberto 1° a seguito di una caduta ,mentre prendeva parte ad una iniziativa in sostegno delle lotte dei detenuti ” dal coronavirus e dal sistema carcerario, per le misure alternative e l’amnistia”.
Il quadro medico di ” 4 costole rotte,un polmone bucato,la polmonite” dava subito la gravità della situazione, tanto da sottoporre Salvo già cardiopatico e con altri vari acciacchi alle cure della terapia intensiva, comunque vigile e presente a se stesso.
Tra speranze e attese, la situazione respiratoria è andata via via aggravandosi fino ad esigere l’intubazione e nel mentre le terapie antibiotiche non davano nessun riscontro, fino all’entrata in dialisi e all’arresto cardiocircolatorio che ne ha decretato la fine.
Con Salvo se ne va un altro pezzo della memoria antagonista romana, che ha contribuito tra impegno personale e miriadi di lotte a trasmettere di generazione in generazione quella coscienza critica nei confronti del modello capitalistico di società, che sta ulteriormente dimostrando tutto il suo fallimento a fronte della presente pandemia.
Salvo è stato per ultimo una delle voci di Radio Onda Rossa , con le trasmissioni sul carcere dove denunciava l’orrore di questa istituzione totale, dedita solo all’annichilimento e alla distruzione psicofisica dei malcapitati, anche con tremendi strumenti di tortura quali il ” regime del 41 bis e l’ergastolo ostativo”.
ADDIO SALVO,
SARAI PER SEMPRE NEI NOSTRI CUORI E NELLE GENERAZIONI A VENIRE
A tutti i tuoi affetti la vicinanza e il cordoglio delle compagne e dei compagni romani
Radio Onda Rossa
La lunga trasmissione che la sua radio gli ha dedicato stamattina
Frank Cimini
È morto Salvatore Ricciardi un compagno straordinario come è straordinario il suo libro sul carcere ….
Sergio Scorza
Se n’è andato Salvatore, un grande compagno.
DeriveApprodi.
Baruda
Paolo Persichetti
Ciao, Salvatore
La foto è di Valentina Pernaciaro, “Baruda”, che ne racconta così la storia: Questa foto la scattai in una giornata indimenticabile di quasi 15 anni fa, in cui mi portò dentro Scalo, a conoscere quel poco che rimaneva dei luoghi dove la brigata Ferrovieri era nata. Lì tra rotaie, operai, locomotrici… era raggiante. E io più di lui
Seguono una serie di commenti appassionati. Ne riprendo qualcuno:
Lauro Azzolini Ma non fare scherzi eh ! torna in vita subito che ci sarà da combattere in vari modi, capio? !
SEMPRE. E con grande tristezza, compagno
Mario Astorina Grande compagno e grande persona. Ciao vecchio
Pasquale Abatangelo Ci mancherai
- Beppe Battaglia CIAO SALVATORE, CI MANCHERAI!
- Maurizio De Zordo Ciao Salvatore…
- Umbi Frascati Immenso dispiacere. Ciao.
Alessandro Scalondro https://radiocane.info/ricciardi/ Il podcast di un’intervista con Salvo
- Valentina Perniciaro Ciao Spartaco, mio eterno meraviglioso combattente
- Maurizio Rossato Ciao Vecchio
- Franco Senia Cazzo no!!!
- Maurizio Di Marzio Caro compagno di mille battaglie, un ultimo grande abbraccio.
- Salvatore Prinzi Riusciva a dire con semplicità cose profondissime.
Un vero rivoluzionario. Allo stesso tempo umile e sveglio, generoso ed esperto. Senza che quest’esperienza diventasse mai presunzione. O che il passato debordasse sul presente. Un uomo che ha avuto una vita incredibile, di lotte, di umanità, di scoperte e di gioie. Uno che è riuscito a ridere nei momenti più impensabili, che abbiamo visto a oltre 70 anni fare i picchetti per difendere i lavoratori immigrati della logistica. Uno che è stato in carcere, senza mai essere prigioniero. Grazie Salvatore, per tutto quello che ci hai dato. Proveremo in tutti i modi a metterci alla tua altezza! - Raffaele Di Francia Caro Salvo, ho avuto il piacere di conoscerti nella stagione 77/78 da ferroviere a Villa Patrizi. Siamo stati insieme compagni di lotta nel comitato politico ferrovieri e abbiamo vissuto e condiviso alcuni momenti particolari e personali di quel periodo. Ti ho rivisto a Napoli all’ex Opg alla presentazione del tuo libro “Che cos’è il carcere”. Non ti ho mai dimenticato e mi rimane una profonda tristezza. Ciao compagno ferroviere.
- Francesco Tramontano Un saluto a pugno chiuso dalle compagne e i compagni di Napoli.
- Paolo Di Cicco Ci sono perdite che pesano come macigni. E questa è una di quelle. Dopo Gigi anche Salvatore. Non ci posso credere. Che il viaggio ti sia luminoso, compagno
Alex Paddy
Davide Steccanella
Comunque non so se ha una base scientifica, ma quelli che amano davvero il calcio e lo capiscono (non come i tifosi ultras), sono persone intelligenti e sensibili. E poi, l’odio per la Juve… e andiamo!!! è sublime… ahahahah (Salvatore Ricciardi, 14 settembre 2019)
Scarceranda
CIAO SALVO
Salvatore Ricciardi ci mancherà tantissimo, era un pezzo di noi.
Su Contromaelstrom (https://contromaelstrom.com/) e Radio Onda Rossa 87.9 ( https://www.ondarossa.info/trx/conta) i suoi contibuti.
Che la terra ti sia lieve!
Libreria Calusca-Archivio Primo Moroni
Dopo un mese di ricovero in ospedale ci ha lasciato Salvatore Ricciardi, “il vecchio”. Compagno generosissimo. Con la sua vita ha incarnato i conflitti sociali e politici del secondo ‘900. È stato impegnato fino all’ultimo nella critica sociale e contro le forme di assoggettamento e di annientamento, in particolare contro l’istituzione totale del carcere che ha subito combattuto. È stato per tutti, fuori e dentro, un “Virgilio” nell’attraversare quell’inferno. Ciao Salvo. Ci mancherai. Ci uniamo al dolore di Tania, Nicoletta e di tutti quelli che l’hanno conosciuto.
9/04/2020 – il gruppo di lavoro dell’Archivio
Michele Franco
Dario Mariani
Qui il Covid non c’entra, ma davvero, in questo periodo infame, sto piangendo troppa gente che ci lascia … diceva Stallone, in una struggente scena di “FIST”, “stiamo seppellendo la nostra gente” … ma qui ed ora non si possono fare nemmeno i funerali …Ciao, Salvatore …Ci siamo conosciuti poco … un paio di occasioni a Primavalle quando lavoravi a Radio Onda Rossa … e poi una serie di ripetuti e veloci incontri, negli anni novanta o giù di lì, nei corridoi della metropolitana, avevamo qualche orario in comune, io rientravo a casa dal lavoro e tu tornavi al “grand hotel” sulla Tiburtina.Sicuramente facevamo parte dello stesso “campo” … ma probabilmente non saremmo andati d’accordo su nulla … generazioni ed impostazioni mentali diverse … tu venivi dal mondo dei ferrovieri, dal Luglio 1960, all’ epoca avevi già 20 anni, e da certa “tradizione comunista” … ed io dal beat, dallo spontaneismo, da quel 1977 che voi, per tua ammissione in una di quelle veloci chiacchierate, “non avevate capito nel modo che meritava”.Ma, al di là di questo, massimo rispetto per chi “ci ha provato” fino all’ultimo … hasta siempre, companero !
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