12 giugno 1949: uccisi due braccianti. Ma la violenza non piega “l’eroica lotta”

Gli assassinii di Brescia e S. Giovanni in Persiceto
Due nuovi assassini, che vengono ad aggiungersi agli altri tre consumati in Valpadana dagli agrari e dalla polizia contro i braccianti in sciopero, sono stati compiuti domenica nelle campagne di Brescia e di Bologna.
A Gambara (Brescia) il salariato 56enne Marziano Girelli, disoccupato, ammogliato’ con 3 figli, è stato freddato dal carabinieri con un colpo d’arma da fuoco. Nei campi e nelle fabbriche di Brescia è stato attuato ieri lo sciopero generale, estesosi nel pomeriggio al trasporti.
A S. Giovanni in Persiceto (Bologna) Il fattore Guido Cenacchi ha esploso nelle prima ore di domenica tre colpi di rivoltella contro un gruppo di scioperanti, uccidendo il 22enne Loredano Bizzarri e ferendo un altro lavoratore. Nella zona è stato proclamato lo sciopero generale. Anche Bologna ha sospeso il lavoro ieri per tre ore
E’ una scarna notizia, a chiusura del pezzo di apertura, quella che informa i lettori dell’Unità di martedì 14 giugno sui due omicidi di braccianti commessi la domenica (il lunedì il quotidiano non usciva). Di testa c’è il pezzo sullo sciopero generale proclamato dalla Cgil, di taglio il reportage dell’inviato a San Giovanni di Persiceto. Il grande sciopero dei braccianti del 1949 è cominciato a metà maggio ed è già stato più volte insanguinato: in questo blog abbiamo già ricordato la storia della operaia partigiana, Maria Margotti di Bologna colpita a morte da una raffica di mitra il 17 maggio del 1949.
La scissione contro lo sciopero
Il giorno dopo comincia la lotta dei braccianti che andrà avanti per 5 settimane, fino al 23 giugno, sostenuta dalla solidarietà dei lavoratori di tutta Italia. I due omicidi non sono casuali ma si collocano precisamente in un momento di radicalizzazione dello scontro. Il giorno prima, l’11 giugno, infatti, gli agrari hanno interrotto la trattativa e la Cgil ha indurito la lotta.
Uno scontro che incide anche sulle dinamiche interne ai sindacati. Una settimana prima repubblicani e socialdemocratici erano usciti dalla Cgil dando vita alla Fil, che poi si sarebbe trasformata in Uil nel 1950. La lotta dura comunque paga: alla fine gli agrari cedono e accettano buona parte delle richieste sindacali

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