E alla fine i Ris e il Dna confermano quel che sappiamo sul sequestro Moro
Ancora una volta, una commissione parlamentare d’inchiesta che si è occupata del sequestro Moro finisce i suoi lavori senza giungere a conclusioni. Stamattina, in una conferenza stampa, il presidente Fioroni presenterà il terzo report provvisorio, un volumone di quasi 300 pagine che documenta un lavoro imponente ma impotente. Era già successo sedici anni fa con quella presieduta dal senatore Pellegrino. In quel caso, però, la bozza di relazione proposta dal parlamentare diessino lasciò traccia, orientando saggistica e cronaca giornalistica sul terrorismo italiano verso una maggiore attenzione al contesto internazionale e ai giochi politici e militari delle potenze, più o meno grandi, attive nello scacchiere mediterraneo.
LA I COMMISSIONE E LEONARDO SCIASCIA Solo la prima Commissione Moro c’è riuscita, nonostante la chiusura anticipata di un anno della legislatura, nel 1983. Anzi mise capo a due relazioni conclusive contrapposte, una di maggioranza approvata da Dc, Pci, repubblicani e socialdemocratici, l’altra, opera prevalente di Leonardo Sciascia, votata da uno schieramento trasversale che andava dal Msi ai socialisti, cioè le forze che per distinte ragioni dissentivano dalle posizioni e dalla ricostruzione storica di quello che era stato il “partito della fermezza”, l’ampia coalizione che rifiutò ogni trattativa con le Brigate rosse durante il sequestro di Aldo Moro.
TANTE LE PISTE FINITE NEL NULLA – Molte e roboanti le anticipazioni su clamorose svolte investigative annunciate dal presidente Fioroni e dal più attivo dei commissari, Gero Grassi, che si è impegnato in un faticosissimo e meritorio tour in decine di scuole per raccontare a migliaia di studenti una pagina a loro spesso ignota della recente storia italiana. Non c’è singolo passaggio del sequestro Moro che non sia stato rivistato, nel quadro di un’ottica dietrologica e complottista: dal numero dei brigatisti attivi a via Fani alle “presenze inquinanti” sulla scena del rapimento (‘ndranghetisti, uomini dei servizi segreti, terroristi tedeschi, motociclisti di supporto), dalle prigioni di Moro alla visita di un sacerdote nel covo, dalle influenze internazionali alle modalità dell’omicidio del leader dc, la commissione ha perlustrato una quantità enorme di piste e ipotesi. LEGGI TUTTO IN TISCALI.IT
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