Galmozzi: Patrizio Peci si pentì perché scoppiò alle “celle”

La prima pagina della Stampa dopo la cattura dei leader della colonna torinese delle Br: Rocco Micaletto e Patrizio Peci

Il fondatore di Prima Linea “Chicco” Galmozzi è intervenuto sulla mia pagina facebook commentando il post sul sequestro di Roberto Peci. Ci ha offerto così una testimonianza di primissima mano sulla dinamica del pentimento del fratello Patrizio. Erano infatti entrambi nel braccetto del transito nel carcere di Cuneo a febbraio 1980, subito dopo l’arresto del capo della colonna torinese delle Brigate rosse.

Le Brigate Rosse si convinsero subito che Patrizio Peci era stato arrestato una prima volta su precisa delazione di suo fratello Roberto, anche lui implicato nelle azioni di formazioni armate, poi rimesso in libertà per acquisire maggiori informazioni, e infine riarrestato con grande clamore mediatico.

Ora, a me non mi interessa proprio, però racconto quello di cui sono stato testimone diretto. Nel febbraio del 1980 vengo trasferito nel supercarcere di Cuneo. Come da prassi prima di essere messo in sezione vengo messo per alcuni giorni alle celle del “transito”. Sento battere nel muro e vado in bagno, le grate dei bagni erano affiancate e si poteva parlare col vicino di cella. C’è un compagno di PL che mi dice, preoccupato, che nell’altra cella c’è un compagno che cammina avanti e indietro tutta la notte e lo sente piangere e che non risponde alle sue chiamate per parlare. Mi dice, occhio che questo sta andando giù di testa, bisognerebbe avvertire i compagni delle sezioni.

Un compagno disperato

Ora, questo mio compagno di PL era famoso per essere, come dire, ossessionato dalla sicurezza e molto guardingo. Io, sbagliando, rispondo che forse pensa alla fidanzata e piange ma poi gli passa… e comunque faremo presente la cosa appena ci mandano in sezione, cosa che non avverrà. La cosa naturalmente non sfugge al maresciallo Incandela, uomo dei Servizi, direttamente legato al generale Dalla Chiesa e con una certa pratica coatta ad approfittare delle debolezze dei detenuti, politici o comuni che siano, in questo senso Cuneo è una fabbrica di spie, di collaboratori e di pentiti. Questa è la genesi del “pentimento” di Peci, che avviene a Cuneo. Il resto sono sciocchezze. Poi fate voi.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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