17 febbraio 1977/3. La cacciata di Lama. Lo sgombero della Sapienza

Con lo sgombero della Sapienza da parte delle ruspe della polizia si conclude il 17 febbraio 1977, il giorno della “cacciata di Lama”. Qui potete leggere lo scenario e la ricostruzione della battaglia nella lunga e dettagliata cronaca di Lotta Continua

Ai cancelli non c’è una bella aria. C’è una tensione pesante c’è la sensazione che ciò che separa dallo scontro non sia più spesso che un foglio di carta velina. Poi arriva un corteo dalla facoltà di geologia, quasi mille studenti, chiama all’assemblea, ci si siede tutti per terra vicino ai cancelli, tra il pavimento disselciato, la discussione è molto tesa, difficile, alcuni compagni cercano di riportare la discussione solo sullo scontro con il PCI, la maggioranza non lo accetta, ma è difficile alzare il livello da quello schifoso in cui il PCI lo ha portato.

Si vota un comunicato di condanna del PCI, di prosieguo dell’ occupazione, di programmazione del lavoro all’esterno con i disoccupati, per la casa. Si chiede uno sforzo perché tutta l’occupazione diventi un’unico servizio d’ordine responsabile e collettivo, si riconvoca l’assemblea per il pomeriggio. Fuori il PCI se ne è andato, resta la polizia. Il capo dell’ ufficio politico Improta, fa il pesce in barile « aspetto ordini »

Arrivano le ruspe della polizia

Unità della polizia sono convocate all’università, arrivano le ruspe, i riflettori. Arrivano truppe da Velletri e dalla scuola di Nettuno. Il PCI intanto chiama a raccolta dalle sezioni per presidiare la federazione romana; 1.500 la presidiano con. bastoni, può passare solo chi ha la tessera del partito. E intanto aggressioni: compagni omosessuali, perché tali, sono picchiati. Un compagno su un motorino viene buttato a terra, colpito a calci in bocca da due o tre persone. Uno poi dice a voce bassa : «non è lui»; un altro gli dice: «scusa compagno, la tensione». Lui si alza insanguinato e gli grida «fascisti».

Esce Paese Sera: titolone sui teppisti. Sotto c’è scritto che gli «autonomi» hanno lanciato molotov e calce viva. Tutto falso, in realtà erano la schiuma degli estintori e la farina di carnevale. Il PCI mette in giro altre voci: il segretario della FGCI D’Alema sarebbe stato accoltellato. Lama picchiato, Maurizio Ferrara addirittura ammazzato. In altre città le voci si ingigantiscono, sembra quasi che tutta la dirigenza del PCI sia in ospedale. Le voci hanno lo spazio del mattino, ma intanto servono a montare il clima.

Un compagno ci racconta lo sgombero

E questa è la cronaca dello sgombero, raccolta da un nostro compagno: «Sono le 16,30 quando torno all’università. Sono arrivati i primi camion di celere e una ruspa per sfondare i cancelli: ormai è sicuro che la polizia interverrà. All’interno dell’Università ci sono 1.500 compagni. Non c’è sorpresa per l’arrivo della polizia, ci si chiede solo quando interverrà. Si discute un po’: c’è chi vorrebbe resistere, cercare lo scontro duro: ma la maggior parte dei compagni pensa che sarebbe un inutile massacro.

Si decide che alcune centinaia di compagni rimangano all’interno fino all’entrata della polizia: gli altri controlleranno che la polizia non chiuda l’unica uscita rimasta libera. Così quando ai 200 celerini già schierati si aggiungono altri 200-300 carabinieri viene un po’ da ridere. Poi il vicario ordina lo sgombero. Parte la ruspa, dietro un camion blindato con tanto di torretta e poi una trentina di «celerini» con i giubbotti antiproiettile. Partono 200 lacrimogeni: tutto è sproporzionato!

La reazione isterica del Pci

I compagni stanno uscendo ordinatamente dall’altra entrata. In mezz’ora tutto è finito, l’atmosfera è un po’ allucinante. Davanti all’Unità e alla federazione del PCI che sono a cento metri dall’Università c’è schierato il servizio d’ordine: provo a sentire i commenti. Non c’è discussione politica, solo rabbia. Rabbia di chi ha perso politicamente e militarmente. Lo stalinismo, il patriottismo di partito forzosamente sepolti tornano a galla.

Di «armi improprie» ce ne sono tante : chissà le tenevano nel cassetto per usarle con i fascisti, ma il partito gli ha ordinato di usarle contro gli studenti. Forse per questo hanno queste facce così tristi. Un pupazzo dei compagni: è stato il primo ad essere travolto dall’arrivo dei carro armato del PCI Davanti all’Università il grande piazzale è vuoto, la polizia è sui cancelli, un grande riflettore illumina il tutto: non può non tomare alla mente il film Fragole e sangue.

Qualcuno del PCI si è avvicinato, mi riconosce. Fa un grande sorriso come di chi ha vinto una battaglia, evidentemente è più scemo degli altri! lora mi allontano verso via De Lollis, dove ci sono gli studenti, i compagni: si decide di vederci stasera ad architettura, demani ad economia e commercio ». Poi comincia la gestione dell’accaduto, ed è lì che il PCI incomincia a vedere che il suo metodo non paga. E di tutta questa storia riferiamo in altra parte del giornale. (3 – fine)

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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