31 ottobre 1984: due sikh uccidono Indira Gandhi

indira gandhiLa mattina del 31 ottobre 1984 la premier indiana Indira Gandhi, figlia ed erede dello statista Jawaharlal Nehru, viene assassinata da due guardie del corpo di etnia Sikh. Solo qualche settimana prima il generale Ashwini Kumar le aveva consigliato di escludere dal suo servizio di sicurezza i Sikh, ricordandole che quella comunità le aveva giurato vendetta per la repressione nel Tempio d’oro di Amritsar. Ma la “dama di ferro” si sentiva molto sicura dei suoi uomini e all’insistenza del generale aveva risposto così: «Come possiamo pretendere di fare dell’India uno Stato laico, se scegliamo le persone in base alla loro comunità?». Quella mattina la sua fiducia non viene ripagata e appena scende i gradini della sua residenza, salutando le guardie, una di loro esplode tre colpi contro di lei, seguito dal giovane collega che scarica contro la Gandhi tutte le trenta pallottole del suo mitra. Indira Gandhi non ha il tempo di gridare e muore sul colpo. I giorni seguenti per l’India e il popolo indiano sono giorni di lutto e disorientamento. La sera prima dell’attentato, tornando da un giro elettorale nell’Orissa, aveva concluso il suo discorso con queste parole: «Non ho l’ambizione di vivere a lungo, ma sono fiera di mettere la mia vita al servizio della nazione. Se dovessi morire oggi, ogni goccia del mio sangue fortificherebbe l’India».

Indira Gandhi è assassinata dalle sue due guardie del corpo di origine sikh per vendicare la sua decisione, nel giugno di quell’ anno, di inviare l’esercito a stanare i separatisti sikh dal tempio d’Oro di Amritsar, il luogo più sacro per i Sikh. Quello che successe nei tre giorni seguenti alla sua morte e prima del suo funerale, avvenuto il 2 novembre, fa indignare chiunque ne legga la cronaca e i racconti di chi ha vissuto quei fatti. L’hanno chiamato il “pogrom”. In quei lunghi giorni ci fu la carneficina di oltre 3000 sikh che furono oggetto di incredibili violenze e persero la vita. La cronaca racconta di intere famiglie sterminate e di case bruciate e saccheggiate. Le foto dell’epoca ritraggono decine e decine di corpi brutalmente seviziati, bruciati, percossi a sprangate e uccisi, così tanti che il sangue provocato dalle ferite rimaneva intrappolato tra i brandelli di carne non riuscendo a defluire nei canali di scolo. I gurudwara (i templi sikh) furono devastati per impedire che i fedeli vi si rifugiassero o vi organizzassero una difesa. I sikh venivano persino fatti scendere dai treni in transito, perchè non ne restasse vivo neppure uno. Furono uccisi come animali uomini, donne e bambini. Tutto questo avvenne nella capitale Delhi (molti sono stati massacrati nella zona est di Delhi e la maggior parte delle vittime, circa 350, erano residenti del Blocco 32 in Trilokpuri), ma anche a Gurgaon, Kanpur, Bokaro, Indore e molte altre città dell’India. Tutto avvenne in 72 ore. I feriti non venivano soccorsi e le preghiere di aiuto non venivano accolte.

fonti: Corriere della Sera/30 ottobre 2014; il blog passoinindia

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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