Strage di Bologna, de Tonquédec: nessun riscontro ai rapporti tra Mauro Di Vittorio e autonomi
Sui motivi della presenza di Mauro Di Vittorio a Bologna il 2 agosto 1980, non c’e’ nulla da chiarire, così come non c’è nulla da chiarire per le centinaia di persone che si trovavano li per varie ragioni. Era da chiarire la sua eventuale appartenenza ad ambienti politici collegati con gli autonomi arrestati insieme a Saleh. E su questo non c’è il benché minimo riscontro positivo. Caduta questa ipotesi (che di fatto non è mai esistita) Di Vittorio ridiventa un cittadino qualsiasi i cui movimenti non hanno bisogno di alcuna spiegazione o giustificazione. (…)
Aggiungo una cosa: sono stupito che ci siano persone che per anni hanno – a mio avviso giustamente – criticato il metodo investigativo e processuale usato nei confronti di esponenti di destra accusati per la strage di Bologna, che adesso vorrebbero che si applicasse lo stesso metodo nei confronti di un “rosso”. Se un certo modo di condurre inchieste fa schifo deve farlo sempre, non a corrente alternata.
Così, intervenendo sulla mia pagina Facebook, François de Tonquédec, uno dei massimi esperti della strage di Bologna (e con Pellizzari e Paradisi “scopritore” della pista palestinese) mette una pietra tombale sul “caso Di Vittorio”
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