Strage di Mosca. I curdi tra i primi ad accusare Erdogan

strage di Mosca: il rogo della sala concerti

A proposito del ruolo di mandante della strage di Mosca da parte del leader turco Erdogan emerse oggi è di qualche giorno questo contributo di Gianni Sartori

Diversamente da quanti (citando Pasolini) in merito alla strage di Mosca (oltre 140 vittime accertate) hanno dichiarato: “Io so ma non ho le prove”, personalmente lo ammetto: “Io non so un cazzo. Però ho dei sospetti”.
Andiamo con ordine (e con i piedi di piombo).
Tra le tante ipotesi formulate (è stato Putin; No, è stata l’Ucraina; magari la CIA, oppure MI6…), non sarebbe da trascurare quella azzardata da fonti curde.

C’è anche la strage in Iran

Partendo dalla presunta dichiarazione (confessione ?) di alcuni degli arrestati, secondo cui sarebbero arrivati a Mosca con un aereo partito dalla Turchia, si prospetta una eventuale responsabilità (complicità ?) di Ankara.
Da qui ad accusare Erdogan il passo è breve. Almeno per i curdi. Imputandogli in aggiunta anche un altro grave attentato. Quello di Kerman in Iran a inizio gennaio. Fermo restando il ruolo di manovalanza che compete alle milizie jihadiste.

Le accuse del Partito Dem

Per Tülay Hatimoğolları e Tuncer Bakırhan, copresidenti del Partito dell’uguaglianza dei popoli e della democrazia (Partito DEM): “Di fronte a questo attacco disumano, ci appelliamo a tutto il mondo per la lotta comune contro lo Stato islamico. La pace e la stabilità per i popoli del mondo non possono nascere che dal dialogo tra i popoli e da una comune visione nella lotta contro lo Stato islamico e le sue emanazioni. Cogliamo questa occasione per ricordare una volta ancora che le forze che intendono utilizzare lo Stato islamico contro i Curdi del Rojava fornendogli uno spazio sono ugualmente responsabili di questi attacchi”.

L’ Unione delle Comunità del Kurdistan

L’ Unione delle Comunità del Kurdistan (Koma Civakên Kurdistanê – KCK) si spinge oltre.
Oltre alla ferma condanna di tali atrocità, nel comunicato di KCK si legge che “questo attacco dimostra ulteriormente quali siano l’odio e la crudeltà dello Stato islamico contro le persone e l’umanità”. E prosegue:
“Lo Stato islamico è diretto dal governo turco, dall’alleanza AKP-MHP. Con lo Stato islamico, il regime AKP-MHP minaccia il mondo e utilizza tale leva per ottenere concessioni. Lo utilizza contro il mondo intero, compresi il popolo curdo e il Movimento curdo per la libertà in Siria, in Iraq e in Europa.

I progetti genocidi

Con ogni mezzo il regime di Erdogan cerca di realizzare i suoi progetti colonialisti e genocidi. Utilizzando Daesh, il governo turco porta avanti i suoi obiettivi con una ideologia neo-ottomana (…). E’ evidente quali siano i motivi del massacro di Mosca. Con tale attacco, l’amministrazione AKP-MHP costringe la Russia e altri paesi a obbedire alle proprie richieste. L’Iran era già stato obiettivo di una attacco simile”.
Con una affermazione, un’accusa perentoria: “Lo Stato islamico è stato ingaggiato dal governo turco per condurre i due attacchi”.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

1 Comment on “Strage di Mosca. I curdi tra i primi ad accusare Erdogan

  1. In Francia, dopo l’estradizione di Firaz Korkmaz, altri militanti curdi rischiano di venir deportati in Turchia

    MILITANTE CURDO ESPULSO DALLA FRANCIA E SPEDITO IN TURCHIA

    Gianni Sartori

    Firaz Korkmaz, 24 anni, si trovava in Francia, per quanto in una situazione definita “irregolare”, ormai da quattro anni. In quanto soggetto a OQTF (obbligo di lasciare il suolo francese) doveva venire scortato dall’Unesi (Unitè nationale d’éloignement) all’aeroporto di Roissy per inviarlo in Turchia.

    Al momento di essere imbarcato per Istanbul si è svolta una manifestazione di parenti e solidali, tra cui esponenti del Consiglio democratico curdo in Francia e alcuni deputati comunisti (Raphaëlle Primet, Pierre Barros e Marianne Margaté) per impedirne l’estradizione. Ci sono stati scontri con la polizia locale (che conta tre feriti), ma alla fine il giovane è stato trasferito manu militari (legato, ammanettato e imbavagliato) sull’aereo della Turkish Airlines.

    Il timore dei manifestanti era che una volta in Turchia venisse arrestato (come in effetti è poi accaduto appena sbarcato) e sottoposto a maltrattamenti e tortura.

    Korkmaz era stato arrestato il 26 febbraio a Strasburgo con Mehmet Kopal (ugualmente a rischio espulsione) durante una manifestazione di protesta per l’isolamento totale imposto a Ocalan.

    A soli tredici anni veniva arrestato una prima volta per alcune scritte filo-curde. Nuovamente a 18 anni per aver cantato e danzato in curdo sulla pubblica via con altri giovani. In seguito si era integrato nel Partito democratico dei popoli (HDP).

    Il 20 marzo, mentre Firaz Korkmaz era ancora rinchiuso (con Mehmet Kopal) nel CRA (Centre de rétention administratif) di Metz-Queuleu, il movimento curdo e alcune associazioni antifasciste avevano organizzato una manifestazione davanti alla prefettura di di Metz.

    In un comunicato pubblicato nel sito Serhildan si sosteneva che i due giovani demandeurs d’asile curdi avevano dovuto lasciare il loro Paese “a causa della repressione delle autorità turche contro l’opposizione curda” e che la loro domanda d’asilo nasceva dalla “ricerca di sicurezza e di libertà”.

    Ma ora, proseguiva il comunicato “la Francia vuole rispedirli in un paese dove rischiano di essere perseguitati a causa del loro impegno politico, tanto più ora che il loro attivismo in Francia è stato pubblicizzato dai media dopo il loro arresto”.

    Inoltre Mehmet Kopal soffrirebbe di una malattia cronica e il suo stato di salute si sarebbe aggravato durante la detenzione nel CRA. Estradato in Turchia, una volta arrestato “non usufruendo di cure adeguate, il suo stato di salute si aggraverebbe mettendo a rischio la sua stessa vita”.

    E richiamava Parigi al rispetto della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta espressamente il rinvio di una persona in un paese dove rischia di essere sottoposta a trattamenti disumani.

    Da qualche tempo i rifugiati curdi in Francia vengono sottoposti a un inasprimento amministrativo (definito nel comunicato “senza precedenti”) tanto da venir privati del permesso di soggiorno qualora siano politicamente attivi. Questo sarebbe anche il caso di un altro militante, Serhat Gültekin, ugualmente in lista per essere estradato in Turchia.

    Chiedendo infine alla Francia di “porre fine a questa insopportabile repressione amministrativa e di rispettare le convenzioni sui diritti umani e i diritti dei rifugiati”.

    Da parte sua anche il Consiglio Democratico Curdo in Francia (CDK-F) ha protestato per la criminalizzazione dei rifugiati curdi rivolgendosi al ministro dell’interno, Gérard Darmanin in questi termini:

    “Au mépris du principe de non-refoulement, la France a livré à la torture et à la prison un jeune dont le seul crime est d’avoir milité pour les droits des Kurdes, ici ou là-bas”.

    Gianni Sartori

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