12 dicembre/4. Una lunga scia di sangue. Dagli anarchici calabresi a Saltarelli

Si dipana una lunga striscia di sangue da piazza Fontana. se Pino Pinelli è la diciottesima vittima, nel settembre 1970 cinque anarchici calabresi che lavorano alla controinchiesta muoiono in un dubbio incidente stradale sull’Autostrada del Sole quando sono quasi arrivati a Roma. Il 12 dicembre 1970 è invece la volta di Saverio Saltarelli, militante bordighista che partecipa alla manifestazione non autorizzata contro la strage di Stato. E partiamo da Davide Steccanella, uno che dedica un pezzo importante del suo tempo libero (avendo un lavoro impegnativo) alla trasmissione della memoria degli anni Settanta.


Saverio Saltarelli, chi era costui? Uno studente di 23 anni, figlio di una famiglia di pastori abruzzesi di Pescasseroli, ucciso 49 anni fa in via Bergamini 12 (a fianco della Statale) da un cadelotto lacrimogeno delle forze dell’ordine, nel corso della manifestazione per il primo anniversario della strage di Piazza Fontana. Siccome i media che contano non ne parlano mai (e fino a ieri la sua targa ricordo era ridotta in condizioni pietose), voglio ricordarlo oggi, come già avevo fatto in uno degli articoli giornalieri che quest’estate ho pubblicato su Repubblica.

La giusta critica di Steccanella non ci colpisce. Noi il compagno Saltarelli non l’abbiamo vendicato, come promesso a lui e a tanti altri, ma il ricordo è ben vivido. E dal nostro ricordo ne è germinato un altro, importante e significativo

Ammazzan Saltarelli gli sbirri del questore

Saverio Saltarelli era nato a Pescasseroli nel 1947 ed era venuto a Milano per laurearsi in legge; nel 1970 era iscritto al terzo anno del suo corso di laurea e come tantissimi giovani di quegli anni era impegnato nelle lotte per la democrazia e il diritto allo studio; il 12 dicembre alle 17 era nella biblioteca dell’università a studiare con un amico; alle 18.30 era morto, stroncato da un candelotto lacrimogeno sparatogli in pieno petto da un carabiniere.  LEGGI TUTTO

Il giudice Salvini: io quel giorno c’ero

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. E’ una formula di rito per le lettere e i contributi estemporanei. Ma in questo caso a scrivermi è il giudice Guido Salvini, mio antico e competente lettore. Ogni tanto mi arriva un suo contributo, sempre di pregio, sempre offerto con grande garbo. Stavolta vale di più: perché è una sua testimonianza sul 12 dicembre 1970 e la morte di Saverio Saltarelli. Sollecitata dal mio post di qualche giorno. E così ci è arrivato e pubblichiamo con piacere un ricordo dal giovane compagno libertario che poi ne ha fatta di strada …

C’ero anch’io alla manifestazione in cui fu ucciso da un candelotto lacrimogeno Saverio Saltarelli. Avevo 17 anni compiuti da poche ore, era una delle prime manifestazioni cui partecipavo e ne ho il ricordo ancora molto vivido. 
Era il primo anniversario dalla strage di piazza Fontana. Valpreda e i suoi compagni erano in carcere, non era stata ancora scoperta a Treviso la pista nera, quella di Freda e Ventura, e il clima era molto difficile.

Per approfondire

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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