5-6 settembre 1972: strage alle Olimpiadi di Monaco

olimpiadi di monacoIl 5 settembre 1972, alle 4 del mattino, otto membri di Settembre nero, un movimento affiliato all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina di Yasser Arafat, entrarono senza troppe difficoltà nel villaggio olimpico, aiutati a scavalcare la recinzione da un gruppo di atleti americani che avevano bevuto e non si resero conto di quello che stavano facendo. I terroristi fecero irruzione nella palazzina degli atleti israeliani: ne uccisero subito due (Moshe Weinberg, allenatore di lotta greco-romana, e Yossef Romano, specializzato nel sollevamento pesi, che avevano tentato di fermarli) e ne sequestrarono altri nove. 

La Germania tratta, lo show continua

Alle 5 del mattino iniziarono le trattative. I terroristi, con due fogli di carta lanciati dal balcone e raccolti da un poliziotto tedesco, chiesero la liberazione di 234 palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane e di due terroristi tedeschi, e pretesero tre aerei per lasciare la Germania. La scadenza dell’ultimatum era fissata per quattro ore dopo, alle 9 del mattino.
Nel frattempo, il cancelliere tedesco Willy Brandt (primo ministro della Germania Ovest) aveva preso contatti con il primo ministro israeliano. Golda Meir si oppose a qualsiasi tipo di trattativa e offrì semplicemente di inviare una squadra speciale per effettuare un blitz. La Germania scelse però di iniziare una lunga trattativa. I terroristi avanzavano sempre nuove richieste e rimandavano di ora in ora l’ultimatum. Il programma delle Olimpiadi proseguì regolarmente, nonostante la notizia del rapimento si fosse ormai diffusa in tutto il mondo.

Un blitz fallimentare

Era sera quando si decise di far salire i terroristi con gli ostaggi su due elicotteri atterrati nel piazzale del villaggio olimpico per trasferirli alla base aerea di Furstenfeldbruck e da lì, come da loro richiesto, farli partire con un aereo per Il Cairo. Verso le 22.30 gli elicotteri con gli ostaggi atterrarono alla base: scesero i quattro piloti e i sei terroristi. Due di loro corsero subito a ispezionare l’aereo, ma si accorsero che era vuoto e tornarono di corsa agli elicotteri.

Si trattava di una trappola: accanto all’aereo, la polizia tedesca voleva liberare gli atleti in un’operazione che si sarebbe rivelata fallimentare: mancava un numero sufficiente di uomini addestrati (gli agenti sul bordo della pista erano solo cinque) e mancavano le attrezzature necessarie per la riuscita dell’operazione.
L’area venne illuminata e gli agenti aprirono il fuoco. La sparatoria durò circa un’ora. Un terzo elicottero con alcuni agenti di rinforzo atterrò a più di un chilometro di distanza da dove si stava svolgendo la sparatoria: quei poliziotti non entrarono mai in azione. Quando alla base aerea arrivarono i veicoli corazzati tedeschi, ai terroristi fu chiaro che non era più possibile fuggire e decisero di uccidere gli ostaggi.

La lunga vendetta israeliana

Nell’operazione morirono tutti gli atleti sequestrati, cinque terroristi e un poliziotto tedesco. All’1,30 del 6 settembre tutto era finito. Gli altri tre terroristi furono arrestati, ma rilasciati il 29 ottobre dello stesso anno nella trattativa per il dirottamento sopra Zagabria di un aereo della Lufthansa.
I Giochi di Monaco furono sospesi per un solo giorno, in cui si svolse una cerimonia in ricordo delle vittime. Non vennero però annullati, provocando proteste e indignazione. Dopo il massacro, il primo ministro israeliano Golda Meir ordinò al Mossad (i servizi segreti israeliani) di trovare e assassinare gli esecutori della strage. Le ritorsioni di Israele contro i responsabili della strage sono state raccontate nel film Munich da Steven Spielberg (2005).
Fonte: Il Post

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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