40 anni fa le Br uccidono il maresciallo Taverna. E’ strategia dell’annientamento

Il maresciallo Domenico Taverna fu ucciso nei pressi della propria abitazione in un agguato compiuto e rivendicato dalle “Brigate Rosse”. Nel comunicato, le “Brigate Rosse” lo definirono un “boia” usando poi altre espressioni sprezzanti. L’agguato si collocò nell’ambito della “campagna” della colonna romana contro le forze dell’ordine attive sul territorio. Una campagna che in quel periodo ispirerà, tra gli altri, gli omicidi della guardia Michele Granato e del maresciallo Mariano Romiti.
Domenico Taverna era nato a Taurianova (RC) il 26 marzo 1921. Entrò in Polizia nel 1948 e prestò servizio presso la Questura di Roma. Nel corso della carriera gli furono conferiti encomi, premi e “Parola di Lode” per aver svolto servizi di polizia di speciale importanza. Insignito della medaglia d’oro al Merito Civile “alla memoria”, il 24 settembre 2004.

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La «logica d’ annientamento », la nuova strategia propagandata negli ultimi mesi dalle BR, continua a dare i suoi frutti. E sono frutti marci. Domenico Taverna, un maresciallo di P.S. di 58 anni, è stato ucciso stamattina a Roma sulla rampa di un’autorimessa di via Cherso. nel quartiere CoIIatino. dove si stava recando a prendere la macchina per andare al lavoro. L’agguato è avvenuto alle 7.30 del mattino; Domenico Taverna è uscito dalla sua abitazione ìn via Serenissima 22, ha attraversato la strada e percorso i 50 metri di via Cierso che servono per arrivare all’ingresso del garage. Qui era atteso, pare da più di 5 giovani che gli hanno scaricato addosso 10 o 12 colpi di pistola.

Quando Domenico Taverna è caduto gli assalitori si sono avvicinati, gli hanno sfilato la pistola, che hanno portato via, e sono scappati a piedi verso un’altra traversa, via Venezia Giulia. Qui probabilmente li aspettavano una o più macchine. Il maresciallo Domenico Taverna si unisce così ai due carabinieri assassinati i’n un bar a Genova e a Michele Granato. L’agente di PS fu ucciso il 31 ottobre, in un agguato molto simile a quello di oggi, a Casalbruciato, un altro quartiere molto popolare di Roma.

La strategia dell’annientamento

Sono le ultime vittime della «logica di annientamento». Una strategia secondo la quale è necessario «sparare nel mucchio», senza neanche più la pretesa di ricollegare le vittime ad un ruolo specifico «nell’apparato repressivo dello SIM», come ancora si poteva leggere, fino a qualche tempo fa nei comunicati di rivendicazione delle BR. A due anni dalla pensione, il maresciallo Taverna era in servizio presso il nucleo di polizia giudiziaria del commissariato «Appio Nuovo»; le operazioni più note a cui aveva partecipato, e per le quali aveva ricevuto 2 encomi solenni, sono state la cattura di una banda di contrabbandieri di tabacco e quella di un omicida.

L’unica altra ipotesi per l’ omicidio di Domenico Taverna riguarda la possibilità che il maresciallo abbia diretto, in questi ultimi tempi le indagini sulla « colonna romana delle BR». Perlomeno una parte che riguarda la zona di via Appia, che dall’arresto di Prospero Gallinari, viene considerata la zona i cui è più probabile l’esistenza di qualche base brigatista.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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