Sul passo dell’oca di Alessandro Giuli Dagospia prende una cantonata
Alessandro Giuli, anonimo giornalista politico di Libero e Il Foglio spacciato per raffinatissimo intellettuale di destra e messo alla presidenza di un museo d’arte contemporanea di cui non distingue la cornice dal quadro, pur di non infastidire la Ducetta chiede scusa e molla badoglianamente il vecchio Sgarbone ai suoi guai con la prostata. E dire che una volta, primi anni ‘90, c’era il prode camerata Alessandro Giuli che marciava per le strade di Roma al passo dell’oca nelle file di Meridiano Zero, gruppuscolo di estrema destra che si rese protagonista di violenti scontri contro i movimenti di estrema sinistra.
Sono un appassionato lettore di Dagospia, il migliore sito di gossip (anche politico), e lo saccheggio spesso per la sua ottima rassegna stampa, ma il Dagoreport dedicato ieri ad Alessandro Giuli è decisamente deludente, infilando in sei righe almeno quattro errori grossolani
Anonimo giornalista politico
Giuli è stato dapprima vicedirettore e poi per alcuni anni condirettore di Giuliano Ferrara che, nonostante i suoi approdi al centrodestra, resta una delle teste fini della buona borghesia romana di sinistra e un fesso non se lo sarebbe associato alla guida del suo “Foglio”. E delle buone qualità del direttore del Maxxi testimonia, stroncandone un libro, Angelo Mellone
Spacciato per intellettuale di destra
Balle. La solidità culturale di Alessandro Giuli è nota, da quando giovanissimo ex militante di Meridiano Zero cercava con cortesia lo spazio di una recensione per il suo periodico Kultur. Oggi questo frequentatore di Heidegger e Gentile e della Fondazione Evola è in forza a un quotidiano che qualche suo precedente commensale al desco del tradizionalismo potrebbe definire un organo del mondialismo capitalista ebraico-massonico. Ma tant’è, il Dasein riserva strane sorprese dietro l’angolo dell’ortodossia.
E dunque Il passo delle oche va preso per ciò che è: il prevedibile moto di disgusto impolitico per la destra politica dell’ultimo quindicennio da parte di un colto giornalista di estrema destra, dell’estrema destra che schifa la cultura di massa e la lezione nazionalpopolare del fascismo.
Il passo delle oche
Il passo delle oche non è la messa in scena di una parata nazista celebrata a inizio anni ’90 ma il nome del pamphlet che Giuli scrive quindici anni dopo. E il testo esprime posizioni fortemente critiche con gli esiti della destra post missina, come spiega appunto Mellone
Della storia di Alleanza nazionale e del milieu che ne ha accompagnato il percorso politico nulla si salva. Fa tutto schifo: a Gianfranco Fini nulla si perdona, ma nemmeno ai coprotagonisti, alle comparse, a un partito incapace di forgiare «una generazione di autentici politici di destra», al movimentismo giovanile, gettati in una storia ch’è polvere da buttare sotto il tappeto. Aver rimesso a posto gli assi dello scontro politico, tirando fuori dal congelatore qualche milione di voti e rischiandoli nella roulette infinita del governo di una nazione – certo, accogliendo la modernità berlusconiana e tralasciando il «fascismo pagano» e «l’eresia antroposofica», può succedere – questo non conta nulla.
Meridiano zero
L’intera vicenda di Meridiano Zero si consuma nell’arco di 20 mesi, dall’8 settembre 1991 a fine aprile 1993, quando il movimento si scioglie in coincidenza con l’entrata in vigore della legge Mancino. Alla fondazione Giuli non aveva ancora 16 anni, allo scioglimento 17 anni e mezzo.
Il gruppo, abbastanza sofisticato nonostante la giovanissima età di militanti e gruppo dirigente, non avrebbe mai potuto scimmiottare le parate naziste: tutto il suo impianto, dal nome alla tecnoribellione, era mutuato da Ernst Jünger, eroe della prima guerra mondiale, protagonista del fallito colpo di stato del 1944, graziato da Adolf Hitler per il suo ruolo di intellettuale rivoluzionario conservatore nella Germania di Weimar. Rainaldo Graziani, testa pensante di MZ, riparte dalle ultime elaborazioni del padre Clemente, leader del Movimento politico Ordine nuovo, che cerca nuove strade per una fuoriuscita dal ghetto neofascista, per poi rifuggire da qualsiasi diretto impegno politico.
La replica di Graziani
Salvate il soldato Alessandro Giuli… è innocente
In qualità di fondatore e vertice di MeridianoZero da sempre sono schierato sul fronte di ogni colpevolezza.
Di ciò mi ritengo fortunato . Ma Ahimè non ricordo il soldato Alessandro Giuli.
Con preghiera di condivisione..
Rainaldo Graziani.
Per l’ennesima volta Ugo mette i punti nei…punti giusti. E’ una garanzia, un esempio di onestà intellettuale raro per davvero. Simpatico il commento di Rainaldo, ragazzo di valore anche se un po’ disordinato. A volte mi e’ piacevole leggere i social.
Puccio