18 novembre 1978: il suicidio di massa del Tempio del Popolo


Nel pomeriggio del 18 novembre 1978, 913 uomini, donne, anziani e bambini che facevano parte del Peoples Temple, “Tempio dei Popoli”, morirono in una colonia agraria fondata vicino al paese di Port Kaituma, nel paese sudamericano della Guyana. Il Tempio dei Popoli era il culto che si era sviluppato intorno al predicatore statunitense Jim Jones. Quello del 18 novembre del 1978 è ancora adesso considerato il più grosso suicidio di massa della storia moderna. 

Così il Post introduce un lungo reportage in cui ricostruisce la vicenda di un movimento religioso cresciuto nella California degli anni 70. 

Introvigne: era un movimento comunista

Per l’esperto di nuove religioni, Massimo Introvigne, il Tempio del Popolo era un movimento rivoluzionario comunista mimetizzato come comunità religiosa:

Jonestown fu comunque il suicidio di una rivoluzione che – per usare le parole di Plinio Corrêa de Oliveira – possiamo chiamare la Terza Rivoluzione, la rivoluzione socialcomunista. (…) La questione essenziale riguarda però la natura del Tempio del Popolo. “Setta” o movimento religioso oppure gruppo politico estremista? O entrambi? Il professor John R. Hall […] definisce l’operazione di Jones “un inganno fondato sull’uso della religione per promuovere il socialismo”. Ritiene i numerosi riferimenti a Dio nel linguaggio del Tempio del Popolo semplici metafore che rimandavano alla nozione marxista di mondo in evoluzione verso il comunismo

Martinez: il nodo americano

La  tesi di Introvigne è contestata da Miguel Martinez, un reduce da esperienze settarie che si è dedicato allo studio dell’immaginario collettivo religioso.

In parole povere sposta la colpa dalle “sette” al “comunismo”. Introvigne cita poi Halls, secondo cui Jones era “congelato in un orientamento leninista-stalinista” ed aveva un “accostamento stalinista al bolscevismo”. Un’ affermazione ridicola per chiunque abbia letto sia le deliranti farneticazioni di Jones sia le pignolerie teologiche dei teorici marxisti. Naturalmente Introvigne tralascia il fatto che, mentre in USA chiesa e governo sono tradizionalmente separati, religione e politica sono mescolate quasi quanto in Iran.

Gli Stati Uniti non hanno una importante tradizione di ideologie laiche di stile europeo. I Padri Fondatori, il movimento abolizionista, il populismo, il movimento che ha condotto al proibizionismo, il movimento dei diritti civili, Malcom X, Jerry Falwell sono tutte prove di quanto ogni importante evento politico della storia americana abbia forti colorazioni religiose.

Condivido sostanzialmente le obiezioni di Martinez. Resta il fatto che Jim Jones proviene da una denominazione battista mainstream ed è stato a lungo un autorevole supporter democratico. L’esito catastrofico della vicenda è stato l’effetto di una complessa interazione tra pressioni politiche ostili, paranoia, deriva settaria, dinamiche interne alla comunità, fughe in avanti ideologiche-religiose. Una tragedia paradigmatica su cui è ancora utile e interessante interrogarsi.

Due postscriptum

PS: Ovviamente regista e autore di Breaking Bad lavorano a un serial televisivo dedicato a Jim Jones e al Tempio del Popolo …

PS2: Persino la Treccani sottovaluta la tragedia di Jonestown. Per l’Enciclopedia italiana, infatti, il più grande suicidio collettivo dei tempi moderni è quello che si consuma in Uganda nel 2000. Nel rogo della Chiesa del Movimento per la restaurazione dei Dieci Comandamenti di Dio i morti sono circa 400. A questi si possono aggiungere i circa 450 cadaveri trovati in quattro fosse comuni in terreni di pertinenza della setta. Prevale però la tesi che siano stati vittime di un’epidemia di malaria e non di una persecuzione interna. A ogni semplice calcolo 850 sono meno di 913

Per approfondire

Al tema delle “sette che uccidono” ho dedicato qualche anno il libro “Nel nome di Dio uccidono”:

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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