In 16 anni di terrore islamico, 600 morti in Europa

Dalle bombe a Madrid nel 2004 all’ultimo attentato terroristico di Vienna, la lista degli attacchi avvenuti in Europa negli ultimi anni 15 anni è lunga. Sono dieci i paesi europei colpiti: Francia, Inghilterra, Belgio, Germania, Spagna, Svezia, Danimarca, Finlandia, Olanda, Austria, per un totale di quasi 600 vittime, concentrate in gran parte (514) in 6 eventi: gli attacchi alle stazioni ferroviarie a Madrid (192), Londra (52) e al sistema di trasporti in Belgio (32), l’attacco multiplo ai locali notturni di Parigi (130), la strage del camion a Nizza (86), il concerto di Manchester (22). Ecco una cronologia dei fatti principali.

2004: massacro ad Atocha

11 marzo 2004, Madrid (Spagna): una serie di bombe posizionate sui binari e sui treni regionali della capitale spagnola nelle stazioni metro di Atocha, El Pozo e Santa Eugenia uccidono 192 persone. L’attacco è rivendicato da Al Qaeda.

2005: 4 bombe nel metrò a Londra

7 luglio 2005, Londra (Regno Unito): sono 52 i pendolari uccisi in 4 attentati suicidi che colpiscono tre diverse stazioni della metropolitana della capitale britannica sulle linee Circle e Piccadilly e un autobus che, partito da Marble Arch, si trovava a Tavistock Square. 700 i feriti. Gli attacchi sono rivendicati da un gruppo legato ad Al Qaida.11-19 marzo 2012, Tolosa e Montauban (Francia): 7 morti, tra cui 3 militari e 3 bambini, e 6 feriti. Il terrorista franco-algerino Mohamed Merah uccide a tre riprese: prima un militare, poi altri due, e infine attacca una scuola ebraica. Viene ucciso dalle teste di cuoio francesi del Raid, asserragliato nel suo appartamento. Gli attacchi vengono rivendicati da un gruppo affiliato ad Al Qaeda.

22 maggio 2013, Londra (Regno Unito): due estremisti di Al Qaeda uccidono a colpi di machete un soldato di 24 anni reduce dell’Afghanistan nella capitale inglese.

24 maggio 2014, Bruxelles (Belgio): alla vigilia delle elezioni europee e legislative belghe, 4 persone sono uccise al Museo ebraico di Bruxelles per mano di un uomo armato di kalashnikov. L’accusato è Mehdi Nemmouche, un 32enne francese di origini algerine legato all’Isis.

2015: attacchi al cuore di Parigi

7 gennaio 2015, Parigi (Francia): due uomini armati, i fratelli Kouachi, francesi di orgine algerina, attaccano la redazione del settimanale satirico francese ‘Charlie Hebdo’ a Parigi, uccidendo 12 persone e ferendone altrettante. Una poliziotta è uccisa appena fuori Parigi il giorno dopo da un altro uomo legato ai Kouachi, il francese di origine maliana Amédy Coulibaly, che successivamente prende alcuni ostaggi all’interno di un supermercato kosher, 4 dei quali moriranno prima del blitz delle forze di sicurezza. Il bilancio finale delle vittime è di 17 morti e 22 feriti.

14 febbraio 2015, Copenhagen (Danimarca): 2 vittime e 5 feriti, nel corso di tre diverse sparatorie. In un centro culturale dove si teneva un dibattito su Islam e libertà di espressione, viene prima ucciso il regista Finn Norgaard, poi l’attentatore, un 22enne palestinese-giordano nato in Danimarca e simpatizzante dell’Isis, si dà alla fuga per uccidere, nei pressi della Sinagoga grande nel centro della capitale danese, un giovane della comunità ebraica che festeggia una bar mitzvah. La polizia danese lo uccide in uno scontro a fuoco all’alba nei pressi della stazione Norrebro.

13 novembre 2015, Parigi (Francia): 130 morti (tra cui l’italiana Valeria Solesin) in attentati multipli in contemporanea, presso la sala concerti Bataclan, in diversi bar e ristoranti nel X e XI ‘arrondissement’ parigini e allo Stade de France. La serie di attacchi terroristici sono sferrati da una cellula belgo-francese dell’Isis. All’alba del 18 novembre, le forze speciali assaltano a Saint-Denis un appartamento occupato da alcuni dei terroristi coinvolti nell’organizzazione degli attentati e in procinto di organizzare un nuovo attacco alla Défense. Cinque persone vengono arrestate, altri due restano uccise tra cui Abdelhamid Abaaoud, il presunto organizzatore. Il 18 marzo 2017, nel corso di un’operazione della polizia belga a Bruxelles, viene arrestato l’unico sopravvissuto della cellula di Parigi, Salah Abdeslam, francese di origine tunisina ma cresciuto a Molenbeek, uno dei presunti coordinatori operativi degli attacchi di Parigi e di Bruxelles.

2016: stragi a Bruxelles e a Nizza

22 marzo 2016, Bruxelles (Belgio): 32 morti (tra cui la belgo-italiana Patricia Rizzo) e 340 feriti a seguito dell’esplosione di due bombe all’aeroporto di Zaventem e una alla stazione della metropolitana di Maelbeek, nel cuore del quartiere europeo. Gli attentati sono rivendicati dall’Isis. A compiere la strage, una cellula legata a quella di Parigi, composta dai fratelli belgi di origine marocchina Ibrahim e Khalid El Bakhraoui, e da Najim Laachraoui, ‘l’artificiere’ già intervenuto per gli attacchi di Parigi, anche lui giovane belga di origini marocchine. L’8 aprile viene arrestata la ‘mente’ del gruppo, il cosiddetto ‘uomo col cappello’, Mohamed Abrini, ugualmente belga di origini marocchine e secondo uomo più ricercato, dopo Salah Abdeslam, per gli attentati di Parigi.

14 luglio 2016, Nizza (Francia): durante i festeggiamenti per la festa nazionale francese un camion si getta sulla folla lungo la Promenade des Anglais e provoca la morte di 86 persone (tra cui 6 italiani) ferendone altre 434. L’autista, il tunisino residente in Francia Mohamed Lahouaiej Bouhalel, viene bloccato e ucciso dalla polizia. Il 16 luglio l’Isis rivendica l’attentato.
26 luglio 2016, Rouen (Francia): presso la chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray, due uomini fanno irruzione durante la messa del mattino e prendono 5 ostaggi (tra cui 2 suore). Il sacerdote Jacques Hamel, 84 anni, muore sgozzato. Gli aggressori, entrambi cittadini francesi, vengono poi uccisi dalla polizia. L’Isis ha rivendicato l’attacco.

19 dicembre 2016, Berlino (Germania): un tir va a schiantarsi volontariamente contro la folla in un mercatino di Natale nel quartiere di Charlottenburg, vicino alla Chiesa del Ricordo, causando 12 morti (tra cui l’italiana Fabrizia Di Lorenzo) e 56 feriti. Nella serata di martedì 20 dicembre arriva la rivendicazione dell’Isis.L’attentatore pochi giorni dopo è ucciso dalla polizia italiahna davanti alla stazione di sesto San Giovanni

2017: i furgoni sulla gente

22 marzo 2017, Londra (Regno Unito): 4 morti e circa 40 feriti davanti al Parlamento di Westminster, nel cuore politico del Regno Unito. L’attentatore Khalid Masood, 52 anni nato in Inghilterra e abitante a Birmingham, falcia con un Suv diverse persone sul ponte di Westminster che attraversa il Tamigi davanti al Big Ben. Poi si dirige a piedi verso il Parlamento, dove aggredisce a morte con un coltello un poliziotto di guardia, prima di essere ucciso a colpi di pistola da due agenti in borghese.

7 aprile 2017, Stoccolma (Svezia): 5 morti e 15 feriti in pieno centro città, nella zona commerciale di Drottninggatan, dove un camion si è gettato sulla folla in una strada pedonale per schiantarsi contro la vetrina di una catena di supermercati. Alla guida del camion, rubato, un richiedente asilo uzbeko simpatizzante dell’Isis, il 39enne Rakhmat Akilov, la cui domanda era stata respinta ed era ricercato per essere espulso.

20 aprile 2017, Parigi (Francia): in tarda serata, sugli Champs-Élysées vicino all’Arco di Trionfo, un uomo armato di kalashnikov apre il fuoco contro degli agenti di polizia colpendo mortalmente uno di loro e ferendone altri 2. La sparatoria cade a pochi giorni dal primo turno delle elezioni presidenziali, mentre è in onda l’ultimo confronto fra i candidati in vista del voto della domenica successiva. L’autore dell’attacco terroristico, Karim Cheurfi, 39 anni, tenta di darsi alla fuga a piedi ma viene ucciso dalle forze dell’ordine. L’Isis rivendica l’attacco poche ore dopo. Il poliziotto ucciso è la 239esima vittima di attentati terroristici in Francia dal 2015.

22 maggio 2017, Manchester (Gran Bretagna): almeno 22 morti e 120 feriti, tra cui molti bambini e giovanissimi. Una bomba esplode al termine del concerto della pop star amata dai teenager Ariana Grande all’interno della sala concerti Manchester Arena. L’Isis rivendica l’attentato.

3 giugno 2017, Londra (Gran Bretagna): intorno alle 22 locali, tre uomini a bordo di un furgoncino prima investono i pedoni sul marciapiede del London Bridge, uno dei ponti più celebri della capitale britannica, in pieno centro, per poi schiantarsi contro il pub Barrowboy and Banker. I tre uomini, armati di coltelli, proseguono quindi a piedi verso Borough Market, a ridosso del London Bridge sulla riva meridionale del Tamigi, area affollata di bar e locali frequentata anche da molti turisti, accoltellando i passanti.

I tre, che indossano cinture esplosive false, vengono poi uccisi dalla polizia. In totale si contano 8 morti, mentre i feriti sono 48. L’Isis ha rivendicato l’attentato tramite la sua agenzia di stampa, Amaq. Gli attentatori sono stati identificati: Khuram Butt, 27 anni, cittadino britannico di origine pachistana, residente nel quartiere londinese periferico di Barking, poi Rachid Redouane, marocchino-libico anch’egli residente a Barking, e il 22enne italo-marocchino Youssef Zaghba, già sotto osservazione dell’intelligence.

19 giugno 2017, Londra (Gran Bretagna): poco dopo la mezzanotte un furgone piomba su un gruppo di fedeli musulmani a Finsbury Park a nord di Londra, vicino a una moschea dalla quale escono le persone radunate per le preghiere del Ramadan. Una vittima e almeno 10 feriti, tutti di fede islamica. Nella zona, Seven Sisters Road, ci sono almeno quattro moschee. L’attentatore, Darren Osborne, viene arrestato. Originario del Galles, dove viveva con la moglie e quattro figli in un sobborgo di Cardiff, era animato da odio per i musulmani.

19 giugno 2017, Parigi (Francia): Adam Loft Djaziri, trentenne francese conosciuto dai servizi segreti per sospetta radicalizzazione, si schianta con la macchina contro un furgone della polizia posteggiato sugli Champs Elysées di Parigi. Gli agenti hanno estratto l’assalitore privo di sensi dall’abitacolo prima che questo prendesse fuoco. Il terrorista è morto pochi minuti dopo.

… e il terrore sulle Ramblas

17-18 agosto 2017, Barcellona e Cambrils (Spagna): nel pomeriggio un camioncino investe la folla sulle Ramblas, nel cuore della capitale catalana, mentre la sera verso mezzanotte un’Audi A3 si schianta contro i pedoni sul lungomare di Cambrils, prima che la polizia intervenga e uccida i terroristi in una sparatoria. In totale, si contanto 15 morti e un centinaio di feriti. Tra le vittime anche 3 italiani, i giovani Luca Russo e Bruno Gulotta, e l’80enne Carmen Lopardo residente in Argentina.

La cellula della strage, che preparava un attacco più grande contro la Sagrada Familia con 120 bombole di gas, è stata smantellata: uccisi dalla polizia l’autore della strage sulle Ramblas, Younes Abouyaaqoub, e i terroristi di Cambrils. Morti in un’esplosione accidentale mentre preparavano bombe la mente del gruppo, l’imam di Ripoll Abdelbaki Es Satty, e altre due persone, mentre sono finite dietro le sbarre ulteriori 4 membri del gruppo terroristico.

18 agosto 2017, Turku (Finlandia): un uomo armato di coltello, marocchino di 18 anni, colpisce alla cieca i passanti nella zona centrale del mercato, facendo 2 morti e 8 feriti tra cui un’italiana. La polizia riesce a fermarlo sparandogli alle gambe, e nella notte arresta altre 5 persone.

Sei gli attacchi nel 2018

23 marzo 2018, Trèbes (Francia): l’assalitore, Redouane Lakdim, marocchino di 25 anni, ha preso in ostaggio numerose persone all’interno di un supermercato della cittadina dell’Occitania ed è stato ucciso dopo circa quattro ore dalle teste di cuoio. Alla fine, il bilancio dell’attentato è di tre morti e 16 feriti due dei quali gravi.

12 maggio 2018, Parigi (Francia): un uomo di 21 anni, Khamzat Azimov, ha accoltellato cinque passanti nel quartiere Opéra di Parigi, gridando «Allah Akhbar». Morto un ragazzo di 29 anni, ferite le altre quattro persone. Il terrorista è stato ucciso dalla polizia. Nato in Cecenia e poi naturalizzato francese, l’uomo era incensurato anche se schedato come a rischio radicalizzazione islamica (“S”) in quanto era in contatto con il marito di una donna partita per la Siri. I suoi genitori sono stati arrestati e interrogati per capire se abbiano avuto un ruolo nell’attentato; arrestato anche un amico a Strasburgo.

29 maggio 2018, Liegi (Belgio): il belga Benjamin Herman, 31 anni di Rochefort, ha ucciso due poliziotte e uno studente a Liegi al grido di ‘Allahu Akbar’, risparmiando un’altra donna che aveva preso in ostaggio perché di fede musulmana. L’attentatore è poi stato a sua volta ucciso dalla polizia. La sera prima il killer, uscito dal carcere di Marche-en-Famenne per un permesso di reinserimento, avrebbe ucciso anche un amico ex detenuto a colpi di martello. A distanza di ventiquattr’ore, l’Isis ha rivendicato la strage attraverso l’agenzia Amaq.

30 maggio 2018, Schiedam (Olanda), Flensburg (Germania): la psicosi dei lupi solitari, all’indomani del terrore in Belgio, si è diffusa anche in Olanda e in Germania. A Schiedam, vicino Rotterdam, la polizia ha ucciso un uomo che, con un’ascia in mano, urlava ‘Allahu Akbar’ dal balcone di casa, mentre a Flensburg un uomo ha ferito gravemente due persone con un coltello sul treno Intercity ed è stato poi ucciso dalla polizia tedesca.

14 agosto 2018, Londra (Regno Unito): un 29enne britannico di origine sudanese, Salih Khater, a bordo di una Ford Fiesta ha investito alcuni pedoni e ciclisti alla guida di un’auto prima di schiantarsi contro le barriere di protezione del palazzo del parlamento di Westminster. Il bilancio è di 3 feriti lievi. Scotland Yard ha formalizzato il sospetto di terrorismo nei confronti di Khater, che non collabora.

Il presunto attentatore è residente a Birmingham, una della città più islamiche della Gran Bretagna, dove successivamente sono state perquisite due case, con un terzo blitz condotto nella vicina Nottingham. Era noto alla polizia locale delle Midlands, ma non agli 007 dell’MI5. Stando a Neil Basu, vicecomandante di Scotland Yard, la sua è stata “un’azione deliberata”, anzi premeditata: da cui l’accusa di terrorismo.

12 dicembre 2018, Strasburgo (Francia): 5 morti e 11 feriti, sei sono gravi: è il bilancio provvisiorio dell’attentato al mercatino di Natale di Strasburgo, messo a segno dal 29enne radicalizzato Cherif Chekatt, sfuggito alla cattura. Tra le vittime, anche il giovane giornalista italiano Antonio Megalizzi, di Europhonica.

29 novembre 2019, Londra (Regno Unito): l’incubo ha ancora una volta le sembianze del lupo solitario, entrato in azione con un coltello in mano e indosso un finto giubbotto esplosivo a seminare paura e morte tra la folla di London Bridge, prima di essere freddato dalla polizia. Il bilancio è di due persone uccise e 8 feriti, come ha confermato Scotland Yard, attribuendo all’episodio tutti i connotati del “grave atto di terrorismo”. L’aggressore aveva 28 anni e si chiamava Usman Khan.

Era stato rilasciato in libertà vigilata l’anno scorso, dopo aver scontato sei anni per reati di terrorismo. Khan era stato condannato nel 2012 e rilasciato a dicembre 2018 “su licenza”, il che significa che avrebbe dovuto soddisfare determinate condizioni o sarebbe tornato in carcere. Diversi media britannici hanno riferito che indossava un braccialetto elettronico alla caviglia. Prima dell’attacco Khan stava partecipando a un evento a Londra ospitato da Learning Together, un’organizzazione con sede a Cambridge che lavora nell’istruzione dei carcerati.

29 ottobre 2020. Nizza (Francia) — Torna la paura in Francia nel giorno in cui i musulmani celebrano la nascita di Maometto. Un uomo armato ha fatto irruzione nella cattedrale di Notre-Dame a Nizza e, armato di un coltello, ha sgozzato il custode e assalito altre due donne, una delle quali è stata decapitata. Secondo la polizia, ci potrebbe essere un complice in fuga. L’attentatore, ferito dalla polizia e arrestato, è gravissimo. Si tratta del migrante 21enne tunisino Brahim Aoussaoui, arrivato in Europa via Lampedusa a fine settembre e giunto in Francia all’inizio di ottobre. A Lampedusa era stato messo in quarantena dalle autorità italiane prima di essere soggetto all’obbligo di lasciare il territorio italiano e lasciato libero.

1 novembre 2020 – Muore Padre Nikolaus Cavalakis, 52 anni padre di tre bambini, colpito da due colpi d’arma da fuoco all’interno della Chiesa Ortodossa di Lione, da un terrorista islamico.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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