Tiburtino III: dalle lotte dei Tiburtaros alla caccia ai migranti

Tiburtino III, il quartiere popolare di Roma Est balzato agli onori della cronaca per la tensione esplosa tra residenti e migranti ospiti del centro di accoglienza, negli anni Settanta è stato un santuario della sinistra rivoluzionaria. Il collettivo di quartiere, i Tiburtaros, per richiamare l’esperienza armata dei Tupamaros uruguaiani, si distingue nelle lotte e negli scontri di piazza.

Tra i suoi militanti c’è anche Barbara Balzerani che è di Colleferro ma ci fa intervento politico insieme ad altri compagni di Potere Operaio. Questo nucleo sarà tra i primi a confluire nella nascente colonna romana delle Br. Ma la storia sociale e politica del quartiere e del collettivo la racconta un compagno di Lotta Continua, Massimo “Pelle” Avvisati, scomparso prematuramente il nel 1976. Quell’anno è tra i candidati di LC nelle liste politiche di Democrazia proletaria ed è l’occasione per raccontare questa storia. Il suo testo è ripreso dal blog di Daniele Barbieri, in un più ampio post scritto in occasione del quarantennale della morte (29 ottobre 1976). Tutto comincia dalla lotta delle donne del quartiere per la scuola elementare di via del Frantoio, che oggi ospita anche il centro di accoglienza contestato

La testimonianza di “Pelle”

Mi pare ieri che ho iniziato a fare politica, mi fa un po’ ridere sta parola. Non avevo ancora 11 anni quando ho iniziato a diffondere L’unità, al lotto 9 del Tiburtino terzo… abitavo lì, due stanze umide e senza riscaldamento. Tiburtino terzo, costruito da Mussolini…. temporaneamente aveva detto… il più alto tasso di malattie reumatiche e cardiache di Roma.

Non è difficile spiegare come si diventa militanti. Il primo sciopero lo organizzai a scuola per il riscaldamento. Mia madre era stata protagonista, con altre donne, delle proteste per la messa in sicurezza della scuola che è poi questa in via del Frantoio, insomma dall’altra parte della strada. Mia madre l’ho persa a 9 anni. Mio padre ha fatto mille sacrifici per farci studiare…

Erano tutti e due comunisti. A Tiburtino terzo c’era la Fgci più forte… la Fgci, se non lo sapete erano i giovani del Pci. Noi eravamo in lotta sempre. Alla fabbrica Sciolari facemmo sciopero persino per il diritto di portare i capelli lunghi, il padrone non voleva i capelloni. La Fgci mi voleva mandare alle famose Frattocchie, la scuola quadri del Pci.

Io allora mi leggevo tutto “Stato e rivoluzione” di Lenin ma ero piccolo e non capii proprio tutto mentre a mio fratello toccò studiarsi “la concezione materialistica della storia”. Così alle Frattocchie feci questo corso: venne Napolitano, mi pare. Ma si litigò. Noi volevamo fare la rivoluzione… Così ci sbatterono fuori dalla Fgci.

Non ci spaventammo per quello. Ci organizzammo con i Tiburtaros che era la traduzione romanesca dei Tupamaros, un gruppo rivoluzionario in Uruguay. Noi del Tiburtino eravamo dappertutto: occupazioni di case, scioperi, servizio d’ordine, controinformazione, quasi un piccolo partito.

Non accadeva solo a noi, esperienze simili c’erano anche negli altri quartieri proletari di Roma. Era un vento nuovo, forte. Il tempo passa…. Entro alla Selenia con il collocamento perché sono figlio di un invalido, mio fratello finisce all’Eni, Mollettone è operaio alla Fatme, Stiracchio va alla Pirelli di Tivoli, Giampiero fa l’autista all’Atac, Carmelo è operaio della Roma Supermarket.

Si rompevano gli steccati perché prima in quei posti si entrava con la raccomandazione. Perché noi dei quartieri proletari di Roma antica, dei monumenti conosciamo solo il Colosseo? Io quando giravo avevo la sensazione che questa città, grande e bella, non potesse essere nostra cioè di chi abitava in casette brutte di due piani… Ora siamo ovunque, ci siamo ripresi Roma in ogni senso: abbiamo assediato la Prefettura e i Parioli e se il cardinal Poletti non si fa i cazzi suoi andremo anche da lui, in Vaticano.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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