Il tifoso morto. Per il pm l’autista cade in un agguato. L’accusa: omicidio volontario
E’ una brutta storia l’imboscata alle porte di Potenza finita con la morte di un supporter del Vultur e l’arresto del tifoso melfitano che lo ha travolto e dei 24 ultras rioneresi che lo avevano circondato. E sembra confermare il sospetto che il mondo delle curve violente sia un luogo di audace interpretazione e sperimentazione giuridica. Stentiamo infatti a capire come possa il procuratore capo di Potenza, al tempo stesso, sostenere che si è trattato di un agguato tribale e accusare l’autista circondato dall’orda avversaria di omicidio volontario.
Ci sono almeno due precedenti famosi di persone aggredite in un autoveicolo che, per difendersi da avversari preponderanti, spararono. L’avanguardista Antonio Braggion uccise a Milano il 16 aprile 1975 il militante del MLS Claudio Varalli: lo condannarono per eccesso colposo di legittima difesa. Il carabiniere Mario Placanica ammazzo l’ultrà Carlo Giuliani durante gli scontri del G8 di Genova, il 20 luglio 2001. Fu prosciolto per uso legittimo delle armi. In entrambi casi niente omicidio volontario, quindi…
Per approfondire
Sui fatti di Potenza:
Sulla violenza negli stati:
- I dati dell’Osservatorio
- Una breve storia delle curve nere (il capitolo di Fascisteria, 2a ed.) con brevi aggiornamenti
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