16 dicembre 2012: muore a Caserta Tonino Torre
In questi giorni ho mollato un po’ il blog per gli impicci dell’uscita del libro su Antonio Luongo e per gli affanni accumulati nello sprint finale. Recupererò nel week end (spero) alcuni episodi importanti di questi giorni, ma intanto questo ricordo è dovuto. Perché a Tonino Torre mi legava un rapporto personale molto forte e molto particolare.
“Ugo, è morto Tonino”. La telefonata di Giuseppe Parente è una mazzata in fronte. Proprio ieri, consumando il rito del caffè del sabato, a cui qualche volta partecipava anche lui, avevo dato il mio imprimatur al progetto con cui il più assiduo collaboratore dei miei blog mi assilla da un anno: la storia della fascisteria napoletana. E ovviamente Antonio Torre era tra gli interlocutori privilegiati del progetto. Come protagonista di due diverse fasi storiche: militante di strada alla fine degli anni di piombo, leader riconosciuto nella fase del dopo-muro, probabilmente l’ultimo della destra radicale napoletana e sicuramente l’unico della sua generazione assunto a rango di dirigente nazionale (è stato a metà degli anni Zero vicepresidente di Forza nuova). Ma anche come amico del cuore di un paio dei morti prematuri a cui sarà dedicata una sezione del libro: Giulio Antonelli, uno dei camerati del Fronte europeo ammazzato a tradimento da un inetto incapace di onorare un debito personale [e da allora ogni organismo politico di cui è stato promotore a Giulio è stato dedicato]; Cico De Palma, il leader del Fronte della Gioventù del Vomero che invece ha scelto da solo di partire per l’ultimo viaggio, l’anno scorso.
Doveva essere il primo ad essere sentito, ovviamente, come testimone d’eccezione. Toccherà a lui un capitolo e l’epigrafe.
Perché di Giuseppe, come di tanti altri che nell’arco di trent’anni hanno militato nei ranghi della destra radicale, era stato da sempre il leader di riferimento e poi il mentore mentre con me il rapporto tra giornalista “esperto” e dirigente politico si era andato trasformando, con il suo distacco dall’impegno, sempre più in una forte amicizia molto napoletana. Del suo ruolo, delle sue storie non mancherà modo di parlare nei prossimi giorni.
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