Tosi, Puschiavo e quella stampella nera al governo Renzi

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Pietro Puschiavo e il sindaco Tosi

Infuria in questi luoghi la polemica antifascista contro la nota del Viminale (scritta nell’aprile 2015 e resa nota dal blog Insorgenze) che sdogana i militanti di CasaPound come “bravi ragazzi”. E’ invece passato sostanzialmente sotto silenzio l’ingresso nella maggioranza di governo della sparuta pattuglia delle tre senatrici leghiste del “gruppo Tosi”, che con la fascisteria veneta ha più di una contiguità.
Certo, a decidere le sorti della riforma del Senato sono state le truppe cammellate di Verdini (la maggioranza non era autosufficiente) ma la politica non sono soltanto numeri ma anche simboli e immaginario. E su questo ultimo piano il sindaco del “laboratorio veronese” si porta ancora appresso una certa puzza di zolfo. Tosi da circa un anno, a partire dallo scontro con Salvini e la decisione di candidarsi comunque alle elezioni regionali in Veneto, ha consumato lo strappo con la Lega per posizionarsi in un’area di centrodestra dialogante con la democristianeria dominante. In questo percorso, però, Tosi ha mantenuto un forte rapporto con quegli spezzoni di “militanza nera” che avevano contribuito a delineare l’originalità della sua formula egemonica, tra Palazzo e piazza: i Puschiavo e i Miglioranzi protagonisti di una salda alleanza per il governo locale che ha portato Progetto nazionale ad aderire alla Fondazione di Tosi.

Ora, mentre sul web si scatena il fuoco incrociato, lo stesso Puschiavo mette il petto in fuori e difende, sia pure con motivazioni in prevalenza tattiche, la sostanza della scelta governista:

In molti casi mi trovo in accordo, come ad esempio sulla “questione Senato” tanto decantata in passato dal centrodestra, in altri assolutamente no, come nel caso della sfiducia a quella specie di Ministro dal nome Boschi. Premetto che Progetto Nazionale non ha rappresentanti in Parlamento quindi non può imporre a nessun ospite di quell’aula sorda e grigia la propria volontà di voto. Dopodiché guardo la situazione politica nazionale e penso a cosa succederebbe in un immediato futuro se il Governo dovesse cadere in questi giorni. L’analisi è presto fatta. Ci troveremo da una parte un Partito Democratico come massimo rappresentante del centrosinistra che, benché dilaniato da lotte e correnti intestine, rimane ancora sufficientemente unito, dall’altra l’attuale centrodestra con connotazioni d’unità decisamente inferiori a quelle dell’armata Brancaleone…con un futuro all’orizzonte men che pallido. Il risultato verrebbe, scontatamente, di conseguenza; con la prospettiva di trovare sempre più “renziani” in maggioranza e con una minoranza sempre più scadente sia numericamente che, nostro malgrado, intellettualmente. Francamente questo scenario è a dir poco inquietante, quindi sarebbe opportuno che i molti starnazzatori, del web in particolare, anziché associare Flavio Tosi al sottoscritto quali stampelle di Matteo Renzi, guardassero alla propria capacità d’incidere (non di chiacchierare e di giudicare, ma di INCIDERE) esternamente,  e magari anche alla situazione in casa propria poiché, come si dice in politica, il più pulito ha la rogna.

E’ sicuramente interessante, quindi, questo allarme asimmetrico. Mentre i “fascisti” si incazzano per il supporto al traballante governo Renzi dato da Tosi e dai suoi alleati camerati, gli “antifascisti” neanche se ne sono accorti …

 

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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