A Trieste, alla fine, gli unici schiaffi volano tra Pap e Pd

Niente incidenti nei cortei contrapposti, organizzati per il centenario della vittoria, a Trieste da CasaPound ed antifascisti. A quello promosso da Cgil e Anpi hanno aderito decine di associazioni e alcuni partiti politici. Finale festoso per i secondi, con balli e musica, prima a San Giacomo poi alla Casa delle Culture.

Secondo le forze dell’ordine sono stati duemila i partecipanti al corteo nazionale di CasaPound, giunti da tutta Italia: Piemonte, Abruzzo, Veneto, Sicilia con oltre 30 pullman giunti in città.
E’ partito da largo Riborgo, sede della Questura giuliana mentre dalle casse acustiche montate su automezzi venivano diffuse le note della Primavera di Vivaldi.
In testa, tra fumogeni e tricolori, diversi labari, tra cui quello della Federazione nazionale Arditi d’Italia con le medaglie d’oro e della Associazione nazionale Arma milizia.  Presenti Simone Di Stefano, segretario Nazionale e Gianluca Iannone, fondatore e leader riconosciuto della comunità.  Comizio finale sotto la statua di Domenico Rossetti.

Il corteo antifascista organizzato dalla rete Trieste antifascista-antirazzista ha fatto registrare ancora più persone, circa cinquemila secondo la Questura. Partenza da Campo San Giacomo. I promotori chiedono di ‘riappropiarsi della città e fermare l’invasione di CasaPound’.
Molte le persone in finestra con scritte e bandiere a favore di una o dell’altra parte.

La contestazione e il giovane dem contuso

Durante il corteo antifascista un gruppo di Potere al Popolo ha raggiunto alcuni esponenti del Pd apostrofandoli in modo determinato: “Andate via”. 
È seguito un breve parapiglia e alla fine un iscritto dem è stato spintonato riportando alcune lievi contusioni, ed è dovuto ricorrere alle cure mediche ma alla fine la situazione si è normalizzata. 
I due cortei  non si sono incrociati.  Esibivano alla testa striscioni con le scritte ‘Italia: risorgi, combatti, vinci!’ CasaPound e ‘Liberiamoci dai fascismi’ gli antifascisti. 

Una contestazione repressa

Solo resistenza passiva all’intervento delle forze dell’ordine hanno espresso  gli attivisti che volevano contestare più direttamente il corteo di CasaPound
Si sono incatenati nella tarda mattinata nella centrale piazza San Giovanni. Alcuni invece sono saliti sull’alto basamento della statua di Giuseppe Verdi.
Una decina di giovani  hanno urlato più volte al megafono ‘resistenza passiva’ e ‘da qui non passeranno i fascisti’.
In pochi minuti sono giunti sul posto carabinieri, polizia e vigili del fuoco  e li hanno portati via.  
Una persona, in particolare, proprio perché resisteva passiva, l’hanno sollevata di peso e portata in un’auto delle forze dell’ordine.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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