Un maxiconcerto skinhead per Hitler? No, per i processi aperti da 20 anni
A Milano un maxiraduno per Hitler:
skinhead in arrivo da tutta Europa
A Rogoredo, la Skinhouse del capoluogo si aspetta oltre duemila persone per uno dei più grandi raduni degli ultimi anni: ci saranno anche i Bully Booys e i Brutal Attack di PAOLO BERIZZI
“Ma non era il 20 aprile la data dei festeggiamenti di Hitler?”. Il dubbio che mi è sorto stamattina leggendo l’home page di Repubblica.it mi è durato un minuto. E’ bastato leggere il testo di Berizzi:
L’happening nasce, ufficialmente, dall’idea degli organizzatori di raccogliere fondi a sostegno delle spese processuali (fatti del ‘93, operazione “Runa”) per i camerati di Azione Skinhead, il gruppo nato nel 1990 dalla fusione tra gli skin milanesi e il nucleo più radicale degli ultrà Boys SAN dell’Inter. Ma l’evento, anche per il numero e la provenienza delle presenze già confermate attraverso la rete, porta con sé anche l’aria della sfida: una prova muscolare in un periodo in cui l’ondata xenofoba — gli ultimi e ripetuti casi hanno riguardato gli insulti al ministro Cécile Kyenge — è in crescita.
Coma mai, allora, il titolista decide di dedicare l’evento a Hitler. Semplice. Perché Berizzi, per sostanziare l’allarmismo, gioca sull’analogia:
Come ormai d’abitudine per questo tipo di raduni, in linea con quanto avviene per i rave party vietati, l’indirizzo e il luogo esatto della manifestazione verranno comunicati ai partecipanti solo all’ultimo, via sms e per evitare problemi di ordine pubblico, dagli organizzatori. Fu così anche il 20 aprile scorso, giorno dell’anniversario della nascita di Adolf Hitler, quando a Malnate, vicino a Varese, 700 camerati animarono una festa organizzata dalla Comunità militante dei Dodici Raggi nei locali (di proprietà di Ferrovie Nord) gestiti dall’associazione culturale filoleghista “I nostar radis”. L’evento di Varese — denunciato da Repubblica — provocò l’indignazione, oltre che delle associazioni partigiane e antifasciste, anche della presidente della Camera, Laura Boldrini, e del leader di Sel, Nichi Vendola.
Così le modalità organizzative comuni (a tutti i raduni di musica oi, per evidenti motivi pratici: scongiurare divieti, boicottaggi e pressioni sui titolari dei locali) appiattiscono i due eventi nella mostrificazione. Sciatteria o sinapsi bruciate? Eppure, a ben vedere, la notizia è un’altra: e cioè che a vent’anni dall’operazione Runa ci sono ancora processi aperti e spese legali da sostenere. E questo, a prescindere dal giudizio sulla legge Mancino, rappresenta un segnale inquietante del persistere di un’emergenza giudiziaria in Italia.
Meditando su questa “buona” notizia possiamo acconciare al meglio i nostri animi per un’altra celebrazione: il trentennale dell’arresto di Enzo Tortora, che cade lunedì 17…
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