18 febbraio 1977: le squadre speciali assaltano l’Università di Napoli

Lotta continua del 19 febbraio 1977 ricostruisce non solo “la cacciata di Lama” dalla Sapienza ma anche quello che succede il giorno dopo nelle varie sedi universitarie. Di quel giorno io ho alcuni ricordi precisissimi. La narrazione complessiva diverge su un punto particolare. Avevamo già deciso l’occupazione aperta (chiudere la centrale era un’impresa superiore alle nostre forze), dal lato di Mezzocannone c’era un picchetto filtro ed è lì che succede l’incidente, che va spiegato.

All’epoca, prima delle leggi speciali, l’Università era una sorta di territorio liberato. senza il permesso del rettore la polizia non poteva entrare se non in flagranza di reato. E così si spiega la provocazione, il tentativo di innescare la rissa fuori dal cancello per giustificare l’irruzione senza permesso.

Un appello alla narrazione collettiva

E veniamo ai miei ricordi: io ero su in assemblea, scesi al primo allarme, fui tra quelli che litigarono con il maresciallo dell’Ufficio politico che negava il fatto che erano uomini suoi, il mitico “Baffo di ferro”. Lo avevo avuto davanti per anni a piazza del Gesù, ai tempi del liceo e ben conoscevo la sua capacità spudorata di menzogna. Avevamo “confidenza” e quindi mi “allargai” imbruttendomi. Lui non schiodò dalla negativa, continuando a fare l’ “amico”. Allo spigolo di Sedile di Porto gli squadristi dei falchi stavano ancora a provocarci e lui negava Cristo davanti alla croce. E quindi, usando i social, vorrei sollecitare i ricordi di altri che erano sicuramente presenti per una più completa ricostruzione dei fatti.

L’assemblea generale in Centrale

Dopo che a Ingegneria ed Architettura erano falliti i tentativi dei « ragazzi » della FGCI di rompere la compattezza degli studenti che unanimemente hanno condannato l’iniziativa provocatoria di Lama a Roma e l’aggressione del servizio d’ordine revisionista contro gli studenti in lotta, si stava tenendo all’ università centrale un’assemblea generale di tutte le facoltà che si è pure pronunciata contro i revisionisti.

La provocazione dei falchi

I burocrati della FGCI locale hanno cercato pure qui di fischiare, ma erano talmente isolati che si sono stancati da soli senza che si prendesse nessuna iniziativa nei loro confronti, come invece stato il caso ad Architettura dove sono volati due sberloni. Ma veniamo alla provoca zione poliziesca. Un flguro si presenta al portone di ingresso. Il suo abbigliamento e il suo atteggiamento insospettiscono i compagni del picchetto che lo fermano e cercano di perquisirlo.

Questo si ribella e prende ad urlare. Prontamente accorrono i suoi simili, con passamontagna blu sul viso e le pistole spianate. Minacciando i compagni del picchetto, entrano correndo in università, scassano i cartelloni, e dopo un rapido giro se ne escono e si vanno a mettere dietro carabinieri. Sono presenti nelle vicinanze un redattore e un fotografo dell’Unità. I compagni accorrono dalla vicina assemblea e si trovano di fronte una settantina di CC con i candelotti già innestati. A questo punto la tensione è altissima.

La “mediazione” dei carabinieri

Dopo una lunga trattativa, e dopo che i CC hanno allontanato i 15 incappucciati affermando che «non sono poliziotti», si addiviene a un accordo: i battenti dell’unico portone di accesso aperto vengono incatenati in modo che non si possa più richiuderli. Per i compagni la verità è una sola. La polizia sta eseguendo ordini che vengono direttamente da Roma. I quindici erano sicuramente agenti delle squadre speciali antiscippo. Alle 16 si tiene un’assemblea straordinaria degli studenti, dei precari e dei lavoratori della scuola, ma la scadenza di lotta prossima è già fissata per domattina, alla università centrale alle 9: manifestazione contro il governo e contro la repressione. Sono invitati a partecipare tutti gli studenti medi.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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