25 febbraio 1961: nasce Valerio Verbano. 25 febbraio 1980: i funerali
Sulla pagina Facebook “La storia degli anni di piombo”, di cui sono tra gli anninistratori, Alfredo Facchini ci ricorda che oggi Valerio Verbano avrebbe compiuto 60 anni.
VALERIO 25 FEBBRAIO La vita talvolta è impietosa, se non beffarda. Contro Valerio si è accanita maledettamente. Con un giorno, con un mese. Il 25 febbraio di 60 anni fa, nasce Valerio. Oggi sarebbe stato il suo compleanno. Quello di un uomo sicuramente ricco ancora di passioni. E il 25 febbraio, di 41 anni fa si celebrarono i funerali di Valerio.Eravamo in diecimila. Così dicono. “Anche i suoi funerali hanno visto la vigliacca vendetta dello Stato”, così titolava in prima pagina “Lotta Continua”.Cariche indiscriminate, colpi di arma da fuoco, lacrimogeni, fin dentro il cimitero del Verano. Una cinquantina di fermi, tre compagni in manette. Il quartiere San Lorenzo assediato dalla polizia fino a tarda sera.All’entrata dell’obitorio, in piazzale del Verano, campeggia uno striscione che recita: ”Valerio è vivo”. Ci sono tutti quelli che ci devono stare. I compagni di Valerio, quelli dell’Archimede, del “Movimento”, i militanti delle organizzazioni della sinistra rivoluzionaria, delegati dei comitati di fabbrica.La bara passa tra due ali di pugni alzati, bandiere rosse, garofani che volano in aria. C’è chi fischia l’Internazionale. Le guance rigate dal pianto. Un dolore immenso. La rabbia si sta gonfiando. Sardo, il padre di Valerio, sempre bonario invita tutti alla calma.Il feretro portato a spalla dai compagni più intimi di Valerio viene adagiato dentro un furgone delle pompe funebri. Carla e Sardo prendono posto in una macchina subito dietro. Il furgone entra nel cimitero. Si chiudono i cancelli.Fuori si forma un corteo improvvisato. “Valerio è vivo e lotta insieme a Noi, le nostre idee non moriranno mai”. “Camerata basco nero il tuo posto è al cimitero”.Si dirige verso San Lorenzo. A sirene spiegate si catapultano i blindati della polizia. A due passi c’è il commissariato di zona di P.S. Parte una scarica di candelotti lacrimogeni. Gli occhi lucidi, i fazzoletti sul volto è un fuggi fuggi generale. Piazzale del Verano è come un formicaio impazzito. Dalle torrette dei cellulari gli specialisti dei lacrimogeni sparano oltrepassando le mura del cimitero. I banchi dei fiori prendono fuoco. Il grosso dei compagni è chiuso e accerchiato all’interno del Verano. Anche i cancelli che danno su via Tiburtina sono sbarrati dai blindati. E’ stato tutto pianificato.“I poliziotti spuntano fuori a piedi e rincorrono tutti quelli che non sembrano tipi da cimitero”. Li bloccano, li trascinano dentro i blindati. La solita storia. Mentre i compagni dispersi nelle traverse della piazza tentano di imbastire un nuovo corteo. Ma la provocazione è dietro l’angolo.Un poliziotto si affaccia dalla finestra del Commissariato di zona e spara raffiche di mitra in aria. Qualcuno risponde con una pistola al fuoco dell’agente. Ancora qualche scaramuccia. Iniziano i rastrellamenti nelle vie di San Lorenzo.Ridotta all’osso termino’ così una giornata terribile. Che molti di noi hanno ancora negli occhi. E’ vero non si può scegliere il modo di morire. E nemmeno il giorno. Si può solo decidere come vivere.
Alfredo Facchini
Grazie