Virginia Raggi, dai peccati giovanili con la Destra all’impegno antifà
Il conto glielo presentarono subito, senza concessioni, appena fu chiaro che per i disastri incrociati di destra e sinistra, il futuro sindaco di Roma sarebbe stata lei.
Se a 25 anni vai a fare pratica legale nello studio Previti, no, non sei una di passaggio. La stessa rampa di lancio fu usata da Jole Santilli: “Sono studi particolari – raccontò allora all’Huffington Post la parlamentare forzista: – in cui si trattano affari importanti. Chi entra nello studio Previti o nello studio Sammarco è un tipo di avvocato particolare, non è uno che fa patrocinio gratuito. E che, stando dentro, acquisisce una serie di relazioni”. Negli anni dell’assalto alla diligenza da parte della Destra, con Alemanno al Campidoglio, l’ex ministro della Difesa del primo governo Berlusconi era in posizione defilata. Travolto dalle condanne giudiziarie, costretto alle dimissioni da parlamentare dopo una dura resistenza. Ma il sistema Previti di relazioni, fra magistrati, avvocati, imprenditori e politici non aveva perso smalto. Secondo Alessandro De Angelis, vicedirettore di HP Virginia Raggi entra nel mondo della professione dentro “questa galassia della vera destra, tra tribuna dell’Olimpico e Roma nord, che nella Capitale ha raccolto una parte importante dell’eredità andreottiana, compresa una nebbia fitta nel porto, intesa come un tribunale dove finivano insabbiate le inchieste scottanti prima che al Tribunale arrivasse Pignatone”. Un peccato di gioventù grave per un astro nascente della galassia pentastellata. Tanto è che Virginia Raggi omette dal curriculum l’unico incarico dirigenziale ricoperto in quella fase: la presidenza di una società riconducibile a Panzironi, il braccio destro di Alemanno condannato per Mafia Capitale.<
LEGGI TUTTO SU TISCALI.IT
Lascia un commento