Vittorio Bachelet ovvero quando un delitto ti cambia la vita

vittorio bachelet

Vittorio Bachelet, all’epoca Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, fu ucciso verso le 12 del 12 febbraio 1980 nell’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, dopo aver terminato una lezione presso la Facoltà di Scienze politiche, dove era docente di Diritto amministrativo. A ucciderlo fu un commando delle Brigate rosse. Gli furono esplosi contro numerosi colpi a bruciapelo; alcuni di essi a opera di una ragazza che – afferrandolo per una spalla – lo aveva costretto a voltarsi. Gli assassini riuscirono a dileguarsi approfittando della confusione creatasi. Sul posto giunse per primo il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, che fu applaudito da una folla di studenti commossa e sgomenta.

Poco più tardi, l’omicidio venne rivendicato dalle Brigate rosse. Nel comunicato di rivendicazione si sosteneva che, nella sua veste di Vicepresidente, Bachelet aveva reso possibile la trasformazione del CSM «da organismo formale a mente politica», assumendo «il controllo delle attività giuridiche dei singoli magistrati» e «assicurando inoltre un collegamento organico all’Esecutivo».

Vittorio Bachelet fu in realtà colpito perché era divenuto autorità di riferimento dell’intero sistema giudiziario, invitando i magistrati a contrastare il terrorismo con il proprio lavoro quotidiano, senza reagire – malgrado gli attacchi subiti – con paura o invocando normative speciali.

Un delitto che ti cambia la vita

Così, con un post insolitamente lungo per il suo format (ma la personalità merita), la Rete degli archivi per non dimenticare ricostruisce l’omicidio Bachelet. La ragazza con la pistola è Anna Laura Braghetti, la proprietaria della base brigatista di via Montalcini,8. L’altro assassino è Bruno Seghetti, il suo ex fidanzato che l’aveva reclutata. Quel delitto le cambierà la vita.

E’ di qualche anno fa “Rosso è il perdono” il libro che racconta la redenzione della donna. La carceriera di Aldo Moro che uccise Vittorio Bachelet. L’incontro con il fratello della sua vittima le cambierà la vita.

Il passaggio alle armi

Con i soldi del sequestro Costa le Br comprano e lei si intesta la casa di via Montalcini che sarà la prigione del presidente dc. Nei 55 giorni continua ad andare regolarmente al lavoro. Solo quando le indagini si avvicinano al covo, Anna Laura entra in clandestinità, prendendo personalmente parte ad azioni terroristiche. Come l’assalto alla sede dc di piazza Nicosia del 3 maggio 1979. Insieme a Franco Piccioni ha compiti di copertura. Fanno fuoco sulla volante che accorre per prima, ammazzando i due poliziotti. E’ arrestata il 27 maggio 1980 e condannata all’ergastolo.

La vita dentro

Inizierà in carcere, dove sposa Prospero Gallinari, un difficile percorso di riconciliazione.

[Nella breve notizia sulle nozze la “Stampa riesce a infilare due errori: Maria Giulia Campanile è Maria Grazia, ma per tutti nota come “Marisa”, una mia compagna di liceo e antica “socia”. Arrestata il 3 maggio 1980 per lo “spin off” di Primi fuochi di guerriglia, ndb]

Un viaggio lungo il quale sarà sostenuta da una delle persone che avrebbe avuto ogni ragione per odiarla a morte: don Adolfo Bachelet, fratello di Vittorio. Fu invece il figlio Giovanni, capo scout, a concedere immediatamente il perdono agli assassini del padre. Durante la liturgia della parola al funerale.

Sempre il perdono, mai la vendetta

«Preghiamo per i nostri governanti: per il nostro presidente Sandro Pertini, per Francesco Cossiga. Preghiamo per tutti i giudici, per tutti i poliziotti, i carabinieri, gli agenti di custodia, per quanti oggi nelle diverse responsabilità, nella società, nel Parlamento, nelle strade continuano in prima fila la battaglia per la democrazia con coraggio e amore (…) Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri».

Quattro anni dopo 18 brigatisti scrivono a suo zio Vittorio. Quel messaggio di perdono aveva lasciato un segno profondo.

Il Video di Rai Cultura

La vita fuori

Dal 1994 Braghetti collabora con l’organizzazione di volontariato dell’Arci “Ora d’aria”. Forniscono assistenza ai detenuti e si occupa del loro reinserimento. Nel 2002 ottiene la libertà condizionale. Ha scritto due libri importanti. «Nel cerchio della prigione» con Francesca Mambro, sua compagna di cella e amica. «Il Prigioniero», realizzato con la giornalista Paola Tavella, da cui è stato liberamente tratto il film «Buongiorno, notte».

La testimonianza

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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