Di Silvia Giralucci
Vittima è una parola che sa di lamentela, di vittimismo, di pietà, di vendetta. La vittima è circondata da imbarazzo. Le vittime del terrorismo degli anni Settanta, i feriti e i parenti delle persone che sono state uccise, sono state per molti anni circondate da un silenzio che celava la difficoltà di gestire un periodo storico complesso, con colpe diffuse mai pubblicamente affrontate. Per molti anni le loro istanze sono state bollate con l’orribile parola “vittimismo” e a loro è stata negato ogni tipo di sostengo: economico, psicologico, sociale.
(umt) E’ la replica di Silvia Giralucci alla recensione di “Pubblico” al libro del figlio del giudice Coco, “Ricordare stanca”.
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