La contestazione della prima alla Scala di Milano, l’inaugurazione della stagione lirica nel tempio della borghesia milanese, è stato un momento fondamentale nel Sessantotto e l’epifania del movimento del Settantasette. Quella feroce battaglia di strada, il 7 dicembre 1976, segnò il punto medio tra Parco Lambro e l’esplosione del movimento tra Università e territorio a fine gennaio.
Fumogeni durante il breve corteo, 4 petardi in piazza della Scala, poche manciate di pittura bianca e un sacchetto di ortaggi lanciato contro i poliziotti. Questa è la sintesi della protesta a Milano nel giorno della
prima al teatro alla Scala. Uno degli eventi più importanti dell’anno. Una tradizionale vetrina per i contestatori.
Quest’anno la contro-prima segna il record negativo di presenze. I militanti del centro sociale Il Cantiere erano poche decine, alcuni indossavano le stesse pettorine dei manifestanti francesi del movimento dei “gilets jaunes”, i gilet gialli.
La giornata inizia pochi minuti prima delle 16 in via San Paolo 10, davanti al portone d’ingresso della Società del Giardino, il circolo esclusivo che ospiterà la cena di gala al termine dello spettacolo.
Quando i contestatori arrivano trovano già i poliziotti in tenuta antisommossa, contro i quali lanciano ortaggi e pittura bianca che macchia scudi, caschi, gli abiti di giornalisti e operatori e in parte il portone del palazzo. Mostrano uno striscione contro Salvini, Macron, Trump e Bolsonaro e per alcuni minuti proseguono con slogan indirizzati a diversi esponenti del governo.
Alle 16.02 il mini corteo è già in marcia verso piazza della Scala, percorre corso Vittorio Emanuele facendosi largo tra i passanti dello shopping con un fumogeno, attraversa la galleria omonima, accompagnando la marcia con il megafono e l’arrivo davanti Palazzo Marino è segnato con un altro fumogeno. I contestatori depositano una ruspa di cartone. Espongono uno striscione verde su cui è stata riprodotta una sorta di banconota del valore di 49 milioni di euro. Al centro il volto del ministro Matteo Salvini.
Nell’ora successiva esplodono 4 grossi petardi in un’area transennata. Non provocano alcun danno ma scuotono i presenti per la potenza della deflagrazione. Il numero dei manifestanti non aumenta. Alle 17.30 viene accesa una batteria di fuochi d’artificio. Meno di un quarto d’ora dopo, quando arriva al teatro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i manifestanti hanno già smesso di urlare. Stanno abbandonando la piazza. Gli unici a gridare in quel momento sono alcuni cittadini fermi alle transenne che incitano Mattarella e applaudono al suo passaggio.
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