Categories: conflitto sociale

25 settembre 1970: Sinistra proletaria guida una maxioccupazione di case

Le Brigate rosse non nascono a tavolino per decisione di una cupola di cospiratori ma da un’organizzazione di massa, dentro un dibattito politico che in forme diverse attraversa molti gruppi della sinistra rivoluzionaria. Così, un mese dopo il convegno di Pecorile, considerato (esagerando) il congresso di fondazione, a pochi giorni dalla prima azione, la Sinistra proletaria, la sigla in cui si è riversato il Collettivo politico metropolitano in vista del passaggio alla lotta armata, organizza una delle più importanti occupazione di case, in uno dei quartieri periferici di Milano in cui il CPM era radicato

Tra le lotte promosse da SP, quelle che hanno dato risultati pratici più rilevanti sono senza dubbio quelle per la casa. Molto probabilmente furono proprio i compagni di Sinistra Proletaria a inventare lo slogan “LA CASA SI PRENDE L’AFFITTO NON SI PAGA” (giugno 1970) e a farne per primi un uso politico.

Il carattere politico della lotta

La lotta per la casa, come già quella per i trasporti, viene vista da questi compagni non come una rivendicazione a sé stante per migliorare le condizioni di vita dei proletari ma come un momento particolare dell’assalto al potere statuale: in questo senso bisogna essere preparati a fronteggiare la violenza della reazione, con la consapevolezza che non è possibile “prendere il potere in un quartiere solo” ma che la lotta va estesa a tutto il sistema:

Lo sciopero degli affitti non deve più essere inteso come sciopero di difesa del nostro salario, ma […] come momento di attacco alla struttura di potere […] Nella misura in cui il nostro attacco saprà esprimersi a livello di massa sotto la forma di non pagare l’affitto, la violenza del sistema si espliciterà in tutta la sua chiarezza […] noi dobbiamo saper esprimere la violenza necessaria per sconfiggere la violenza del sistema […]. Con questo non ci dobbiamo illudere che sia possibile “prendere il potere in un quartiere solo” […]. E’ una lotta che segue i tempi dello scontro di classe aperto […] che si esprime nelle fabbriche con la “non collaborazione,” con l’attacco al rapporto salario-produttività, salario-mansione, con la lotta sulla limitazione dell’orario ecc., che individua nel riformismo e nel revisionismo due implacabili nemici della rivoluzione.

Il ruolo di SP nella lotte per la casa

SP promuove o dirige praticamente tutte le lotte per la casa sviluppatesi negli anni 1970-71 a Milano: Quarto Oggiaro, Gallaratese, Mac Mahon. Esiste una interessante testimonianza diretta della lotta nel Gallaratese, pubblicata sul n. 1/2 della rivista “Sinistra Proletaria.” Dopo un periodo di lavoro politico nel centro sfrattati di Novate, i compagni di SP promuovono un comitato di lotta. Dopo un assaggio di occupazione di due case a Quarto Oggiaro si decide di compiere un’azione di massa. Come obbiettivo viene scelto un palazzo di 14 piani dell’IACP nel Gallaratese: Il comitato nominò tre capofamiglia che avevano il compito di occuparsi dei problemi tecnici, solo i componenti di questo comitato ristretto avrebbero saputo il giorno dell’occupazione […]. Il problema più complesso consisteva nel fare una occupazione improvvisa […].

Un’azione rapida e silenziosa

L’occupazione fu decisa per la notte del 24-25 settembre. Solo il comitato ristretto dei tre capofamiglia conosceva il giorno esatto […]. Le famiglie sono partite scaglionate: se la polizia avesse seguito e fermato una macchina le altre potevano proseguire… Un compagno staffetta doveva trovarsi li e comunicare se nelle vicinanze c’era la polizia […]. La polizia non c’era […]. Alle 10,45 tutte le famiglie erano nel palazzo […] l’azione era stata molto rapida e silenziosa […]. Immediatamente è stato organizzato un minimo di difesa portando dentro […] mattoni e sassi […]. La polizia saprà dell’occupazione la mattina dopo, leggendo il giornale!

Nel corso della notte le case vicine sono state tappezzate da giornali (Di chi sono le nostre case) [Foglio di lotta di SP N.d.R.] e da manifesti (La casa si prende l’affitto non si paga). Una scritta enorme CASE OCCUPATE con
l’aggiunta di bandiere rosse ha fatto andare in bestia la polizia […].

Un errore pagato caro

Nel corso della mattinata è stata fatto l’errore più grave dell’azione. Fidandosi di una voce messa in giro dalla polizia […] i compagni hanno trascurato la difesa. L’errore lo si pagherà […], 300 poliziotti interverranno con una azione molto rapida […] sono riusciti a sfondare la porta nonostante il bombardamento con sassi e mattoni […] dalle finestre. La polizia ha cacciato fuori tutti […].

La risposta degli occupanti soprattutto delle donne proletarie è stata immediata […]. La volontà di lottare e di vincere è apparsa […] chiara nell’assemblea popolare […] tutti gli interventi sono giunti alla stessa conclusione: la lotta sino alla vittoria, nessun cedimento, il bivacco davanti al palazzo sino a quando tutte le famiglie non avessero avuto una casa, se la polizia fosse intervenuta ancora erano pronti a resistere con la violenza […]. Alle 23 c’è stata la prima carica, violentissima. Rabbiosa la risposta: parecchi poliziotti sono finiti all’ospedale, tra questi un capitano cui una donna ha fracassato in testa il bottiglione con dentro il latte per i suoi bambini.
Cariche violente, uso di lacrimogeni.

La polemica con i revisionisti

Il giorno dopo, 26 settembre, vista la decisione mostrata dai proletari e la solidarietà da questi ricevuta nel quartiere, il potere deve cedere: la lotta violenta paga! Sinistra Proletaria diffonde il suo comunicato di vittoria:

Questa mattina le 20 famiglie proletarie hanno vinto e la loro vittoria è una vittoria di tutto il proletariato. I padroni dell’IACP hanno piegato la testa e sono stati costretti a “mollare” la casa a tutti e subito. Hanno vinto contro i padroni sconfiggendo le loro manovre, rispondendo con la violenza giusta e necessaria alla loro violenza bastarda. Hanno vinto contro i revisionisti e tutti gli altri “falsi amici del popolo” che predicavano la moderazione, che si affidavano unicamente alla trattativa, che accusavano il popolo che lotta di estremismo e di avventurismo. Dicevano che saremmo stati sconfitti, i revisionisti d’ogni specie! E invece abbiamo vinto! Ha vinto la nuova legge del popolo.

La replica dell’Unità

Chiamata in causa, “l’Unità” replica il giorno dopo condannando la parola d’ordine di non pagare l’affitto “che non può essere accettata dal movimento operaio.”

È del tutto evidente che la parola d’ordine di prendersi la casa e di non pagare l’affitto non può essere accettata dal movimento operaio. E’ una parola d’ordine infantile e provocatoria che danneggia la lotta generale dei lavoratori per conquiste che assicurino a tutti migliori condizioni di vita […]. Contro questo pericoloso tentativo di creare una situazione generale di violenza favorevole alle forze reazionarie, il movimento
operaio e democratico deve reagire con fermezza, isolando i gruppi della provocazione e rafforzando lo schieramento popolare e la lotta delle masse per una nuova politica di avanzata democratica.

FONTE: Soccorso rosso, Brigate rosse

Ugo Maria Tassinari

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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  • Fu per lo sgombero (e per le violenze) che Curcio disse: Mai più senza fucile...
    ...non ricordo chi me lo raccontò a Torino...
    ciao
    Puccio

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