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16.10.76: si forma il comando nazionale di Prima Linea

A settembre si costituisce ufficiosamente l’organizzazione comunista combattente Prima Linea (…), proprio mentre a Rimini, al congresso di Lotta Continua, si conclude l’esperienza di quella che fu l’organizzazione egemone del movimento dal ‘68.

Sulla data effettiva di nascita riferisce Enrico Galmozzi, uno dei fondatori:

«La prima conferenza dell’organizzazione si tenne a Marchirolo il 16 ottobre 1976. Qui venne formalizzato il primo comando nazionale composto da me, Marco Scavino, Massimo Libardi, Pietro Villa e Enrico Baglioni. A seguito del suo arresto a Verbania nel 1977, subentra Roberto Rosso. Alla fine del 1976 a Salò si tenne la prima conferenza operaia».

Sempre Galmozzi, in Noi terroristi l’ha raccontata così a Giorgio Bocca:

«Già da un anno noi lavoravamo alla conquista politica dei punti nevralgici di Senza tregua emarginando gli oppositori, facendo e disfacendo, senza curarci dei restanti quattro quinti della direzione. Era Oreste Scalzone che pensava che il politico avrebbe controllato il braccio armato, ma i quadri combattenti non sopportavano padroni. Questo fu in sostanza il golpe dei sergenti».

E’ Sesto la patria di Prima Linea

Anche PL nasce a Milano nel bacino di fabbriche di Sesto San Giovanni, detta la “Stalingrado d’Italia”, ma del tutto diversi, rispetto alle Brigate Rosse, sono i percorsi politici dei suoi membri, gli obiettivi e le modalità operative. L’ambito di provenienza è quello dei dissidenti di Lotta Continua, di matrice “autonoma”, e legati al giornale “Senza Tregua” e a quelli che
in futuro diventeranno i CoCoRi.

Non prevede compartimentazione, proclama la reversibilità della lotta armata e all’inizio rifiuta la clandestinità, per mantenere una presenza nei luoghi di lavoro e nei movimenti della sinistra extraparlamentare.

“Il doppio livello”, si legge nelle note di Pronto qui prima linea di Ruggiero e Renosio, «ha costituito uno dei pilastri su cui l’organizzazione è stata edificata per raggiungere l’obiettivo che si era preposto: la modifica dei rapporti di forza nella società italiana attraverso l’alterazione dei comportamenti in una visione prettamente e primordialmente anticapitalista».

L’idea di rivoluzione di Prima Linea

«Credevamo che il momento fosse rivoluzionario. Cioè aperto ai cambiamenti molto radicali. Non avevamo nessuna idea di rivoluzione secondo quelli che erano stati gli schemi classici di rivoluzione. L’idea che avevamo era quella di un’apertura progressiva, sempre crescente, di quelli che chiamavamo spazi di liberazione. Il nostro tema di fondo era liberarsi dalla
costrizione del lavoro salariato e recuperare per tutte le persone degli spazi di vita
» dirà Susanna Ronconi in Do You Remember Revolution di Loredana Bianconi.

I dirigenti di Prima Linea

Tra i suoi principali militanti troviamo Roberto Rosso (Opedaletti IM, 1949), Enrico Baglioni (Milano, 1949), Bruno Laronga (San Severo FG, 1953), Enrico Galmozzi (Monza, 1951), Sergio Segio (Pola, Jugoslavia, 1955), Maurice Bignami (Mevilly Francia, 1951), Sergio D’Elia (Pontecorvo, 1952), Susanna Ronconi (Venezia, 1951), Silveria Russo (Bologna, 1951), Giulia Borelli (Novara, 1953), Maurizio Costa (Sesto San Giovanni MI, 1948-2022), Diego Forastieri Molinari (Roma, 1950), Vincenza Fioroni (Montefalco, 1950), Maurizio Rotaris (Milano, 1954), Roberto Sandalo (Torino, 1957- Parma 2014) [qui un suo interrogatorio, ndb], Marco Donat Cattin (Torino, 1953-Verona, 1988), Massimo Libardi (Levico Terme, 1953), Liviana Tosi (Medicina, 1951), Fabrizio Giai (Torino, 1958), il bergamasco Michele Viscardi (qui un suo interrogatorio, ndb) e i fiorentini Nicola (Venosa 1951 – S. Giorgio di Susa, 2017) e Marco Solimano.

[Ps: è notevole la differenza “generazionale” con le Br. sSlo tre nati tra 1948 e ’49, i ‘vecchi’ Costa,Rosso e Baglioni. Poi tutti studenti delle superiori nel ’68. E qualcuno ancora alle scuole medie (Segio, Sandalo, Giai, Viscardi) ndb]

La scelta della dissociazione

Con un documento del giugno 1983 dal titolo “Sarà che nella testa avete un maledetto muro”, firmato dal carcere di
Torino, i principali militanti di PL daranno vita alla dissociazione collettiva. Per appartenenza a PL verranno inquisite 923 persone e 10 militanti gravitanti intorno all’organizzazione [gli ultimi quattro erano militanti Colp, il sesto un fuoriuscito in trattativa per passare alle Br e barbaramente ucciso in carcere da esponenti delle varie correnti Br perché aveva ceduto alle torture, ndb] troveranno la morte in giovane età.

I caduti

  • Romano Tognini, morto il 19 luglio 1977 nel corso di una rapina ad una armeria di Tradate (VA);
  • Barbara Azzaroni e Matteo Caggegi, uccisi da una pattuglia di Polizia il 28 febbraio 1979 a Torino all’interno del Bar dell’Angelo;
  • Luigi Mascagni, trovato morto al Parco Lambro il 27 giugno 1979 [apparteneva a una rete logistica trasversale, in parecchi ancora oggi accreditano l’omicidio fascista di un ex-Lc, ma nei processi PL e BR-Walter Alasia ne rivendicano la militanza e la morte accidentale in un trasporto d’armi, ndb];
  • Roberto Pautasso, morto il 14 dicembre 1979 a Rivoli (TO) durante una rapina;
  • Giorgio Soldati, ucciso il 10 dicembre 1981 nel carcere di Cuneo;
  • Lucio Di Giacomo, morto il 21 gennaio 1982 a Monteroni di Siena dopo una rapina;
  • Rocco Polimeni, morto suicida a Milano il 15 luglio 1982;
  • Gaetano Sava, morto a Milano il 17 settembre 1983
  • Ciro Rizzato, morto a Parigi il 15 ottobre 1983 nel corso di una rapina.

La bibliografia

La storia del gruppo è raccontata in Il tempo del furore del giudice Luigi Guicciardi, che aveva scritto la sentenza del processo milanese di Appello, Il mucchio selvaggio di Giuliano Boraso, Miccia corta e Una vita in prima linea di Sergio Segio, dal primo dei quali è stato tratto il film La prima linea di Renato De Maria, e Pronto qui Prima Linea di Michele Ruggiero e
Marco Renosio

Fonte: Davide Steccanella, Gli anni della lotta armata

Ugo Maria Tassinari

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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