Iraq nel caos tra stragi dell’Isis e proteste degli sciiti

sinai

Il diario del terrore ad aprile si caratterizza per un andamento decisamente lento. Il mese di aprile finisce a Baghdad tra una strage dell’Isis e una clamorosa protesta degli sciiti che invadono il Parlamento

30 aprile
BAGHDAD-  Alcune decine di dimostranti sostenitori del leader sciita iracheno Moqtada al Sadr sono penetrati nella Zona Verde fortificata nel centro di Baghdad e alcuni di loro sono riusciti ad entrare in Parlamento, secondo quanto riferiscono diversi media locali e la televisione panaraba Al Jazira. L’episodio è avvenuto durante una manifestazione indetta dallo stesso Sadr per chiedere al Parlamento una politica più decisa nella lotta alla corruzione. L’Isis ha rivendicato l’attentato dinamitardo avvenuto in una località a sud-est di Baghdad in cui, secondo le autorità irachene, 21 persone sono rimaste uccise e 42 ferite. In un comunicato postato in rete e citato dall’agenzia Ap, lo Stato islamico ha precisato che l’attacco è stato compiuto con un camion-bomba. L’attentato è avvenuto in un mercato in un’area a maggioranza sciita nella località di Nahrawan, nei pressi di un importante santuario sciita..

28 aprile
KUNDUZ – Un kamikaze talebano si è fatto erroneamente esplodere uccidendo otto suoi compagni. I combattenti avevano ricevuto l’ordine di sferrare un attacco nella città di Kunduz, in Afghanistan, ma sono tutti morti prima di arrivare sul posto: secondo quanto riferito dal ministero dell’Interno afghano, infatti, uno di loro ha azionato il giubbotto esplosivo poco dopo aver lasciato la base dei talebani a Dasht-e-Archi, scatenando una serie di esplosioni a catena che hanno ucciso gli attentatori suicidi. I combattenti facevano parte di un gruppo che opera sotto il comandante Mullah Wali. I talebani stanno cercando di riconquistare Kunduz, una città che nel 2015 sono riusciti a tenere sotto controllo per soli 14 giorni dopo mesi di combattimenti con le forze governative. All’epoca la caduta di Kunduz, anche se solo per pochi giorni, costituì un trionfo simbolico per i talebani, che adesso hanno lanciato una nuova offensiva di primavera in Afghanistan, scattata alle 5 del mattino locali del 12 aprile: ad annunciarlo era stato il consiglio direttivo degli insorti con una nota pubblicata sul sito “Islamic Emirate of Afghanistan”.

27 aprile
MOSUL – L’Isis ha distrutto nelle ultime ore la chiesa domenicana di Mosul, nel nord dell’Irag. Lo ha detto all’ANSA una fonte del Patriarcato caldeo raggiunta telefonicamente. Il patriarcato caldeo ha affermato di aver ricevuto notizia confermata che miliziani dello stato islamico hanno distrutto con esplosivo la chiesa dei padri domenicani nel centro di Mosul. “Condanniamo con forza – si legge nel comunicato diffuso nelle ultime ore – questo nuovo atto che ha preso di mira una chiesa cristiana, come condanniamo tutte le azioni contro le moschee e tutti gli altri luoghi di culto”. La chiesa domenicana a Mosul risaliva alla fine del XIX secolo ed era conosciuta per il suo campanile con un orologio, dono della moglie di Napoleone III Eugenia di Francia.

 

26 APRILE
DACCA – Il braccio del subcontinente indiano del gruppo terrorista al Qaida ha rivendicato l’assassinio in Bangladesh dell’attivista dei diritti gay, nonché giornalista-editore della rivista Roobpaan – il 35enne Xulhaz Mannan – e di un suo amico. I due sono stati uccisi ieri a coltellate a Dacca da alcuni uomini che hanno fatto irruzione nell’appartamento in cui si trovavano. Mannan lavorava anche presso l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale.

24 aprile
BAGHDAD. 14 morti – Almeno 14 persone sono morte morti e decine di altre sono rimaste ferite in due attacchi kamikaze avvenuti la sera di sabato 23 aprile quasi contemporaneamente in due diversi quartieri di Baghdad. Lo riferiscono fonti di polizia locale. Nessun gruppo terrorista ne ha ancora rivendicato la responsabilità ma i sospetti convergono sull’Isis per la modalità di esecuzione.  Un kamikaze ha colpito un posto di blocco nel sobborgo orientale di Hussainiyah, ieri sera, uccidendo sei civili e quattro soldati. Nell’attentato sono rimaste ferite anche 28 persone. All’incirca alla stessa ora, nel sobborgo meridionale di Arab Jabour, un altro kamikaze ha colpito un convoglio militare di passaggio, causando la morte di quattro soldati e il ferimento di altri otto. Il numero delle vittime è stato confermato da fonti mediche.

IL CAIRO: 5 morti nel Sinai – Un civile, un maggiore della polizia egiziana e tre agenti sono stati uccisi dalle esplosioni di due ordigni esplosivi ad El Arish, nel nord del Sinai, in due diversi punti della città. Ne hanno dato notizia fonti ospedaliere e della sicurezza. La bomba che ha ucciso il civile non ha provocato altri feriti. Quella che ha causato la morte dei poliziotti è scoppiata in periferia, al passaggio della loro auto.   Sempre secondo fonti della sicurezza altri sei ordigni esplosivi sono stati disinnescati lungo la strada percorsa dalla polizia.

23 aprile
DACCA – Un professore universitario è stato aggredito e ucciso a colpi di ascia da un gruppo di uomini, in quello che sembra essere stato un gesto di matrice islamista. Il professore di lingua inglese, Rezaul Karim Siddique, 58 anni, è stato colpito alle spalle mentre andava alla fermata dell’autobus dopo essere uscito di casa, a Rajshahi, città nel Nord-ovest del Bangladesh, dove insegna all’Università statale. La polizia ha subito seguito la pista di un attacco di militanti islamici simile quelli avvenuti in passato contro dei bloggers e intellettuali laici. Secondo il commissario della polizia di Rajshahi, Md Shamsuddin, ci sono analogie per quanto riguarda l’uso di un’arma tagliente. E in effetti dopo poche ore è arrivata la rivendicazione del network Amaaq dell’Is. Lo riferisce il sito Site. Il docente è stato ucciso per aver fatto “proselitismo ateo”, afferma il messaggio degli jihadisti.

22 aprile
BENGASI – E’ di un militare e un civile uccisi il bilancio dell’esplosione di un’autobomba ieri sera a Bengasi, nell’est della Libia. Lo riferisce l’agenzia Lana. Almeno 5 i feriti, tra i quali una donna.
Bengasi è al centro di violenti combattimenti da mesi tra i miliziani filo-jihadisti e l’esercito guidato da Khalifa Haftar.

19 aprile
KABUL – Strage  a Kabul per un attentato kamikaze. I morti accertati dopo l’esplosione di un camion bomba nel cuore della città, sono saliti a 64 e i feriti 347, bilancio destinato, secondo il presidente Gahni, ad aumentare. L’attentato coordinato ha colpito un compound delle forze di sicurezza (NDS) afgane, accanto al ministero della Difesa, ed è stato subito rivendicato dai talebani, che una settimana fa avevano annunciato l’inizio dell’offensiva di primavera. “L’esplosione ha causato molti danni al governo”, ha detto il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, ad Al Jazeera. “Dopo la prima esplosione, alcuni mujahideen sono entrati nella sede della Direzione, hanno combattuto e hanno inferto pesanti perdite al nemico”, ha scritto Mujahid su Twitter. Le vittime, che potrebbero aumentare nelle prossime ore, sono per la maggior parte civili.
A condurre l’attacco sono stati due uomini, ha spiegato Mujahid, dicendo che uno si è fatto esplodere con il camion bomba e l’altro ha ingaggiato una sparatoria con le forze afgane. “Almeno quindici uomini (delle unità di protezione, ndr) sono rimasti uccisi”, ha detto un funzionario della Direzione nazionale della sicurezza (Nds) parlando a condizione di anonimato. I feriti sono stati trasferiti in vari ospedali della capitale, ha detto il portavoce del ministero della Salute Ismail Kawusi. Anche il portavoce del ministero dell’Interno, Siddiq Siddiqi, ha confermato che l’attacco è stato opera di un kamikaze a bordo di un’autobomba.

18 aprile

GERUSALEMME – L’esplosione avvenuta a bordo di un bus a Gerusalemme è stata causata da una bomba. L’ha detto la polizia israeliana: “È stato dimostrato che una bomba è scoppiata nella parte posteriore del veicolo, che a sua volta ha causato il ferimento dei passeggeri e il suo incendio”. “Prenderemo i colpevoli e chi li sostiene”, ha commentato il premier israeliano Benjamin Netanyahu: “Questo pomeriggio due autobus sono esplosi in un incidente terroristico. Invio i miei auguri a tutti i feriti”. Nella deflagrazione, che in un primo momento secondo la polizia era stata causata da un guasto, sono rimaste ferite 21 persone, di cui due in modo grave. Precedentemente la polizia israeliana aveva parlato di un “attacco” da parte di militanti. ll bus bruciato si trovava nella zona di Derech Hebron, nella parte sudoccidentale di Gerusalemme. Secondo quanto riportato da Al Jazeera “la deflagrazione è avvenuta quando il bus era vuoto” ed i feriti sarebbero tutti persone vicine al mezzo “distrutto completamente”.

7 aprile

SINAI – Almeno sette persone hanno perso la vita e altre 15 sono rimaste ferite ieri sera nella penisola egiziana del Sinai a causa di due esplosioni rivendicate dallo Stato islamico (Is). Lo riferiscono i siti locali, spiegando che le vittime sono cinque soldati, un ufficiale e una civile. Gli attacchi sono stati eseguiti con esplosivi piazzati su una strada di Rafah e su una di Sheikh Zuwayed e azionati a distanza al passaggio di veicoli blindati delle forze di sicurezza. Nel Sinai sono attivi diversi gruppi estremisti, tra i quali la ‘Wilayat Sinai’ (Provincia del Sinai) – un tempo ‘Ansar Bayt al-Maqqdis’ – che ha cambiato il suo nome dopo aver giurato fedeltà all’Is

1 aprile
HEBRON – Può tirare un sospiro di sollievo il soldato israeliano che ha ucciso a sangue freddo la scorsa settimana a Hebron il 21enne palestinese Abdel Fattah al Sharif. Sharif, steso a terra agonizzante, aveva poco prima accoltellato un militare israeliano ferendolo leggermente. Ieri, infatti, una corte militare israeliana ha stabilito che il soldato sarà processato per omicidio colposo e non doloso (come alcuni commentatori avevano ipotizzato) perché ha agito senza intenzionalità. Può essere soddisfatta la difesa che sin dalle prime udienze ha presentato il colpo sparato dal suo assistito come atto di autodifesa: l’imputato aveva paura che Sharif azionasse una cintura esplosiva. Un ordigno, però, che non ha mai indossato. La decisione di ieri rigetta nei fatti le testimonianze di alcuni soldati presenti al momento dell’uccisione del palestinese che in questi giorni avevano riferito alla corte come le intenzioni del militare fossero del tutto diverse: “Il terrorista è vivo e merita di morire” avrebbe esclamato l’accusato prima di premere sul grilletto, secondo la versione fornita da alcuni suoi colleghi. E pensare che proprio Netanyahu era stato oggetto di un feroce attacco da parte dell’estrema destra israeliana (a cui lui non è affatto lontano ideologicamente). I ministri ultranazionalisti, infatti, a cominciare da quello dell’educazione Naftali Bennett (Casa ebraica), lo avevano duramente criticato perchè inizialmente aveva condannato «troppo in fretta» un soldato che «ama la sua patria» e che «ha fatto il suo dovere»

Il mese di marzo

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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