Imam ucciso da un ispanico: conflitto etnico a New York

È stato arrestato e accusato di duplice omicidio di secondo grado e possesso improprio di armi l’uomo fermato domenica dalla polizia a New York dopo l’agguato mortale all’imam della moschea del quartiere di Queens e a un suo assistente. Si tratta di Oscar Morel, 35 anni, secondo quanto riferito dal detective Hubert Reyes. La polizia ha trovato nella sua abitazione, nel sobborgo East New York a Brooklyn, la pistola usata per il duplice omicidio e abiti compatibili con la descrizione dei testimoni oculari, riferiscono i media americani. L’uomo era rimasto coinvolto in un incidente stradale con il suo suv a 5 chilometri dal luogo del duplice omicidio e la polizia lo ha riconosciuto dalle immagini delle telecamere di sorveglianza. Non ci sono ancora notizie certe sul movente, ma secondo quanto riferito da fonti di polizia citate dal New York Daily News, Morel sarebbe stato coinvolto in una disputa tra musulmani e ispanici.

Dalla Svizzera a New York il mantra è: non è terrorismo

Non è terrorismo. Il mantra risuona da New York alla Svizzera. Le forze di polizia ci rassicurano subito. Così l’esecuzione di un imam con il suo assistente, entrambi colpiti alla testa, è ridimensionata a una fallita rapina. L’Ansa ricostruisce cosi l’agguato:

Avvicinati da dietro e colpiti alla testa senza neanche una parola. La polizia ricostruisce i dettagli preliminari della morte dell’imam della moschea di Ozone Park nel Queens, a New York, e del suo assistente. Una ricostruzione che, secondo la comunità musulmana locale, è un’esecuzione legata a un crimine d’odio. E la colpa è di Donald Trump e della sua retorica, che ha dato vita a una islamofobia. In centinaia si radunano nei pressi dell’incidente e chiedono giustizia per l’imam Maulama Akonjee e il suo assistente Thara Uddin che, vestiti in abiti musulmani, sono stati attaccati alle spalle. Akonjee, 55 anni e padre di tre figli, era un rispettato leader religioso fin dal suo arrivo a New York dal Bangladesh meno di due anni fa. L’imam è morto sul colpo. Il suo assistente è deceduto poche ore dopo in ospedale. Alla veglia organizzata in serata ha partecipato anche Sarah Sayeed, membro dello staff del sindaco Bill de Blasio con la responsabilità per i rapporti con la comunità musulmana. La comunità musulmana non accetta l’indicazione preliminare della polizia che parla di una rapina. “Non c’è nulla nelle indagini preliminari che indichi che siano stati colpiti per la loro fede” mette in evidenza il vice ispettore del New York Police Department, Henry Sautner. La comunità musulmana locale chiede che l’incidente venga trattato come crimine d’odio.

Anche il raid sul treno delle ferrovie svizzere, con due morti, l’assalitore e una donna, e 5 feriti, a più di ventiquattro ore dal raid con il fuoco e l’arma bianca ha un vago movente:

E’ morto in seguito alle ferite riportate anche l’uomo di 27 anni che ieri ha attaccato alcuni passeggeri su un treno in Svizzera. Lo ha reso noto la polizia elvetica citata dall’Ats. Una delle persone ferite nell’aggressione, una 34enne, è deceduta stamane. L’attacco è stato compiuto dall’uomo armato di coltello e di un liquido infiammabile. Oltre alla vittima, l’uomo ha ferito e ustionato almeno cinque persone, fra le quali un bimbo di 6 anni. L’attacco è avvenuto alle 14:20 di sabato 13 agosto su un convoglio nel cantone nord-orientale di San Gallo, fra le stazioni di St. Margrethen e Sargans. L’aggressore era un cittadino svizzero che era stato arrestato e ricoverato in ospedale. Gli altri feriti, secondo la polizia, sono un uomo di 50 anni, un 17enne e due donne di 17 e 43 anni. Non ci sono per ora indizi di terrorismo o atto motivato politicamente, afferma la polizia di San Gallo. Gli inquirenti prediligono la pista di un’aggressione isolata. Ieri – precisa l’Ats – la polizia ha perquisito l’abitazione del 27enne.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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