26 novembre 1980: i Nar uccidono il brigadiere Ezio Lucarelli a Milano

ezio lucarelli

Il brigadiere Ezio Lucarelli fu ucciso a Milano il 26 novembre 1980 mentre, insieme ad altri appartenenti all’Arma dei carabinieri, stava compiendo una perquisizione presso una carrozzeria nell’ambito di indagini su un sequestro di persona. Mentre i militari stavano procedendo alla identificazione dei presenti, due giovani aprirono il fuoco uccidendo il brigadiere Lucarelli e ferendo un altro componente dell’equipaggio. I processi accerteranno che responsabili del fatto erano esponenti dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar) che, qualche giorno prima, avevano compiuto a Treviso una rapina per autofinanziamento. Al brigadiere Lucarelli sarà assegnata la medaglia d’oro al valore civile alla memoria. Così ricostruisce l’episodio Nicola Rao nel volume “Il piombo e la Celtica

Le ragioni dell’omicidio di Ezio Lucarelli

Una settimana dopo, il 26 novembre, arriva a Milano dal Veneto anche Gilberto Cavallini, che ha urgenza di far riparare la sua auto. Così, insieme a Soderini, va da un amico fidato: Cosimo Simone, che ha una carrozzeria a Lambrate. Ma in quel momento arriva un’auto dei carabinieri per un controllo nell’ambito delle indagini su un rapimento.
Cavallini gira sotto falso nome. Fino a quel momento nessuno lo ha mai sospettato o accusato di far parte dei Nar. È «solo» ricercato per essere evaso dopo la sua condanna per l’uccisione di un compagno a Milano anni prima. Ma l’auto su cui viaggia è l’Audi 100 della sua donna veneta: Flavia Sbrojavacca. Se i carabinieri lo scopriranno, addio copertura.
Così non ci pensa due volte e, quando vede che i militari stanno per trasmettere via radio i dati dell’auto, gli spara addosso. Muore il brigadiere Ezio Lucarelli. Il maresciallo Giuseppe Palermo resta ferito. Ma durante la fuga a Cavallini e Soderini cadono i documenti che avevano consegnato ai carabinieri. A quel punto i loro nomi e i loro volti diventano pubblici.

Nar, una banda allo sbando

Ormai il gruppo è braccato. I Nar negli ultimi mesi hanno ucciso sia agenti sia militari. Così polizia e carabinieri li hanno messi in testa alla lista dei ricercati. Ora sono nel mirino. A questo punto salta definitivamente l’operazione Concutelli. L’unica cosa da fare è nascondersi, accumulare soldi e andarsene. Magari all’estero. Francesca Mambro:  “Nel gennaio del 1981 avevamo deciso di espatriare, anche perché, dopo il delitto della carrozzeria a Milano era saltata anche la rete di Cavallini, sia in Lombardia sia in Veneto. A quel punto si era scoperta la sua vera identità, perché i carabinieri avevano recuperato i documenti che aveva lasciato nell’officina”.
FONTE: Il piombo e la celtica/Nicola Rao

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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