Strage a Lahore, la maggioranza dei morti è musulmana

 

Continua il nostro viaggio in un anno di terrore:  Pasqua di Sangue in Pakistan a Lahore,  nel parco giochi dove cristiani celebravano la festa religiosa. Centinaia le vittime: 72 morti, 340 feriti Alle 20 italiane si contano 64 morti e 300 feriti. Due giorni fa la strage in uno stadio in Irak, in una cittadina a 40 chilometri da Bagdad. 40 morti e più di cento di feriti

27 marzo-
C’erano 29 bambini e sette donne tra le settanta vittime confermate dell’attacco suicida di domenica sera nel grande parco Gulshan-e-Iqbal della città pachistana di Lahore. Almeno 14 vittime sono state identificate come cristiane e 44 come musulmane, secondo la polizia di Lahore. Altri 12 corpi non sono stati identificati. Pare che anche la maggioranza dei 340 feriti fossero musulmani, sebbene la rivendicazione di un gruppo fondamentalista abbia indicato come obiettivo “i cristiani”, raccolti nel giorno di Pasqua con altri cittadini nei giardini pubblici tra altalene, aquiloni e banchetti di dolciumi. A farsi esplodere con ben 28 chili di tritolo addosso è stato un 28enne, Muhammad Yousaf, da Muzaffargarh. Era insieme ad altri tre uomini fermati durante un controllo e tutti fuggiti all’esterno del parco tranne Yousaf. Di lui si sa che da due mesi aveva interrotto i contatti con la famiglia, anche se quattro fratelli e uno zio sono subito stati arrestati come sospetti complici durante un rastrellamento nel Sud Punjab, la nuova frontiera filo talebana dove negli anni sono fiorite incontrollabili centinaia di madrassa sunnite ultra-ortodosse.

25 marzo –
Iskandariyah –  strage in un  piccolo centro a Sab di Bagdad. Un kamikaze si è fatto esplodere nello stadio mentre era in corso la premiazione dei vincitori di un torneo giovanile. Il bilancio parla di 40 morti di cui 17 teen ager e 60 feriti alcuni gravi. L’attentato è stato rivendicato dall’Isis.

21 marzo –
BAMAKO – Il terrore torna a scuotere le strade della capitale del Mali, stavolta senza conseguenze e vittime. A quattro mesi dall’assalto all’hotel Radisson Blu, nuovo attacco a Bamako, stavolta contro l’hotel Nord Sud  albergo trasformato in base per la missione di addestramento militare dell’Ue nel Paese, l’Eutm.
Secondo i media internazionali e alcuni testimoni, spari e un’esplosione sono stati sentiti nei pressi dell’hotel. L’Eutm fa sapere che i quattro assalitori sono stati respinti e un terrorista è stato ucciso. In un primo momento si era parlato di un terrorista asserragliato.

19 marzo –
Istanbul –  Un attentatore kamikaze dello Stato Islamico si è fatto esplodere in una via pedonale della parte europea di Istanbul, causando la morte di cinque persone e ferendone 36. L’esplosione è avvenuta su viale Istiklal, strada dello shopping. Alcuni dei feriti sono in gravi condizioni. Il kamikaze è stato identificato come Savas Yildiz, 33 anni, originario di Adana nel sud del Paese. E’ un militante turco dello Stato Islamico che faceva parte della lista dei sospetti potenziali attentatori suicidi. Il governo in un primo momento aveva accusato il Pkk curdo dell’attentato, ma poi è stato costretto a correggere il tiro. La detonazione è stata avvertita intorno alle 9:55 locali, nel centro della città. Secondo alcuni testimoni, gli ordigni addosso al terrorista sono esplosi mentre l’uomo camminava su Balo Sokak, una stradina all’angolo con viale Istiklal, a pochi metri dalla piazza di Galatasaray e dal centro commerciale Demiroren, il più grande della zona, davanti a una rosticceria. Secondo la prima ricostruzione della polizia, l’obiettivo dell’attacco era una stazione di polizia, ma l’attentatore non sarebbe stato in grado di raggiungerla e – preso dalla paura – si è fatto esplodere comunque. I morti sarebbero due cittadini americani, due israeliani e un iraniano. I feriti sono almeno 36, un terzo dei quali stranieri.

18 marzo  –
BRUXELLES Salah Abdeslam, il ricercato numero uno per le stragi di Parigi, è stato arrestato a Bruxelles nel corso dell’operazione anti-terrorismo a Molenbeek. Lo riferiscono i media belgi e la polizia francese. Salah è stato ferito a una gamba. Con lui è stato arrestato anche il complice con cui il terrorista si era asserragliato in un appartamento di Rue des Quatre vents, nel quartiere di Molenbeek. Nella casa ci sarebbe ancora una persona asserragliata. Fonti delle forze dell’ordine hanno confermato che ci sono due persone ferite nell’operazione a Molenbeek. Secondo alcuni media sarebbe rimasto ferito anche un agente. La polizia belga ha effettuato oggi simultaneamente quattro perquisizioni nella capitale belga alla caccia dei fuggitivi della sparatoria avvenuta martedì scorso a Forest. Il quartiere è stato chiuso in una operazione di polizia anticipata da domani a oggi dopo la fuga di notizie sul ritrovamento delle impronte di Salah nell’appartamento di Forest. La persona a terra durante l’operazione sarebbe morta, mentre continuano i colpi di arma da fuoco e granate. I passanti nella strada hanno sentito le forze speciali al megafono urlare ‘uscite e arrendetevi’. Altri parlano di un scontro a fuoco anche per la strada con un un uomo.  Impronte digitali del ricercato n.1 per gli attentati di Parigi, Salah Abdeslam, sono state ritrovate nell’appartamento perquisito dalla polizia a Forest dove è avvenuta la sparatoria in cui è rimasto ucciso un terrorista.  La Procura, che ha confermato la notizia all’agenzia Belga, non ha però voluto fornire altri dettagli “nell’interesse dell’inchiesta” che è in corso. Si apre così l’ipotesi che uno dei due uomini in fuga dall’appartemento della rue du Dries possa essere stato Salah. Le impronte digitali, però, non sono databili, quindi non si può sapere a quando queste risalgano. Impronte e tracce di dna di Salah erano infatti già state ritrovate lo scorso 10 dicembre in un altro appartamento servito da covo terroristico perquisito a Schaerbeek, in rue Henri Bergé, dove erano state rinvenute anche tracce di esplosivo usato per fabbricare le cinture dei kamikaze.  L’algerino ucciso dalla polizia durante la sparatoria a Forest, Mohamed Belkaid, sarebbe uno dei falsi migranti che Salah Abdeslam andò a prendere in Ungheria e con cui venne controllato alla frontiera austriaca. L’uomo sarebbe uno dei ricercati per la logistica degli attentati di Parigi sotto la falsa identità di Samir Bouzid, che effettuò un versamento da Bruxelles alla cugina di Abdelhamid Abaaoud, Hasna Ait Boulahcen, rimasti uccisi entrambi nel raid a Saint-Denis. Lo riferisce la tv pubblica belga Rtbf.

16 marzo PESHAWAR – Almeno 15 persone sono morte stamane nell’esplosione di una bomba su un autobus a Peshawar, nel nord ovest del Pakistan. Il mezzo trasportava impiegati del governo che andavano al lavoro. Altri 25 passeggeri sono rimasti feriti nella deflagrazione causata da un ordigno Ied. La forza dell’esplosione ha rotto anche i vetri degli edifici circostanti provocando il panico tra i residenti. Il primo ministro pachistano, Nawaz Sharif, ha condannato fortemente l’attacco esprimento la sua “profonda tristezza” per la perdita di vite umane. “Questo attentato così codardo non può minare la nostra lotta contro il terrorismo”, ha dichiarato. Peshawar è il capoluogo della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, al confine con la regione di Khyber, dove nell’ottobre 2014 l’esercito pachistano ha iniziato un’offensiva contro i ribelli nell’area tribale del Waziristan del Nord.

15 marzo
BRUXELLES – Torna l’incubo terrorismo in Belgio. Alcuni poliziotti belgi sono stati bersaglio di colpi di arma da fuoco a Rue du Dries, nel quartiere Forest a Bruxelles, durante una perquisizione effettuata nell’ambito dell’inchiesta sugli attacchi terroristici di novembre a Parigi e condotta dalle forze speciali della polizia federale belga in collaborazione con la polizia francese. Durante gli scontri sono rimasti feriti quattro agenti mentre gli autori della sparatoria sarebbero passati attraverso i tetti delle case. La procura federale belga ha poi confermato che uno dei presunti terroristi è morto durante un secondo assalto della polizia. A quanto riferisce la procura belga, gli agenti sono stati attaccati a colpi di kalashnikov. I due sono fuggiti dopo aver abbandonato le armi che avevano con sé in casa di uno di loro. I caricatori sono poi stati rinvenuti nei pressi, mentre in lontananza risuonavano altri spari. La stessa procura ha confermato che l’uomo ucciso “non è Salah Abdeslam”, il ricercato n.1 degli attentati di Parigi ancora in fuga. Le autorità di Bruxelles hanno aggiunto che “la sua identità non è ancora nota”. Si ignora ancora se uno o due sospetti siano in fuga. La magistratura belga ha annunciato che terrà una conferenza stampa più tardi nella serata. Il corpo del sospetto è stato ritrovato dalle forze speciali durante la perquisizione dell’appartamento, ora messo in sicurezza. La zona, dove sono presenti ingenti forze di polizia, è stata chiusa al pubblico e al traffico.

14 marzo
HEBRON – MATTINATA di violenza a Kiryat Arba, colonia ebraica vicina a Hebron in Cisgiordania, dove due attacchi palestinesi sono avvenuti in breve successione: due arabi hanno sparato su israeliani in attesa di un bus e sono stati uccisi dalla reazione dei soldati; pochi minuti dopo un’automobile palestinese ha cercato di travolgere i passanti e l’autista è stato ucciso. Due soldati sono rimasti feriti

13 marzo
ISTANBUL – Nuovo terrore per le strade di Ankara, in Turchia. Un’autobomba è esplosa vicino a una fermata dei bus nel centro della capitale: almeno 37 morti  (tra cui la kamikaze, una giovane militante curda del Pkk) e 120 feriti, secondo fonti della sicurezza: “La deflagrazione è stata causata da un veicolo imbottito d’esplosivo vicino a piazza Kizilay”, ha spiegato il governatore della città turca. Delle vittime, 30 sono morte sul luogo dell’attacco e altre 4 mentre venivano trasportate in ospedale. Dopo lo scoppio, avvenuto alle 18:45, sono stati uditi spari, riferiscono fonti ufficiali della sicurezza.

GRAND-BASSAM – Sale a 18 morti, di cui 16 civili (4 europei) e 2 soldati, il bilancio dell’assalto alla spiaggia della località turistica Grand-Bassam, in Costa d’Avorio, a circa 40 km dalla capitale Abidjan, che è stata attaccata da alcuni uomini col volto coperto e armati di kalashnikov e granate. Il presidente ivoriano Alassane Ouattara ha comunicato che le forze di sicurezza hanno “ucciso sei terroristi che hanno attaccato tre hotel”. Altri terroristi sarebbero in fuga.  Secondo fonti della sicurezza, riportate da Afrikatv, l’attentato è stato rivendicato dal movimento jihadista dell’Africa Occidentale Al Murabitun, lo stesso che aveva rivendicato l’attacco in Mali di pochi mesi fa. A quanto riporta Site, l’organizzazione americana che monitora i siti internet jihadisti, anche Al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi) ha rivendicato l’attentato. Alcuni testimoni avevano riferito che gli assalitori, forse arrivati dal mare con una barca, gridavano “Allah Akhbar” (Dio è grande), cosa che aveva fatto pensare subito a un atto terroristic

8 marzo
TEL AVIV – Un turista americano è stato accoltellato a morte e almeno altre nove persone sono rimaste ferite da palestinese armato di coltello su una delle più popolari strade di Tel Aviv, proprio mentre il vicepresidente Usa, Joe Biden era impegnato in una riunione con i vertici israeliani a pochi chilometri di distanza dal luogo dell’aggressione. L’attacco è avvenuto martedì sera nella famosa zona del porto di Jaffa, che è una delle mete preferite tra i turisti. Il responsabile dei servizi di soccorso israeliani, Magen David Adom, ha detto che quattro dei feriti hanno avuto gravi lesioni. “Un terrorista, un residente illegale che veniva da qualche parte dei territori palestinesi, è venuto qui a Jaffa e ha intrapreso una corsa lungo la passeggiata. Sulla sua strada ha indiscriminatamente pugnalato diversepersone”, ha detto il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai alla radio dell’esercito. Il sindaco ha riferito che un ufficiale di polizia alla fine ha bloccato l’aggressore, uccidendolo.

7 marzo
ZARZIS – Dopo un attacco jihadista che ha causato 52 morti, dieci soldati e sette civili tra i quali una bambina di 12 anni, il governo tunisino ha decretato il coprifuoco nella città meridionale di Ben Guerdane e nelle aree prossime al valico di frontiera con la Libia di Ras Jedir e la strada principale che collega la città a Zarzis e al resto del Paese. Nell’attacco sono rimasti uccisi anche 35 degli aggressori che si erano infiltrati dalla Libia. Il coprifuoco scatterà alle 19 e terminerà alle 5 del mattino, Mercoledì scorso almeno cinque presunti terroristi erano stati uccisi in una sparatoria con la polizia avvenuta nella stessa località: quattro militanti erano cittadini tunisini provenienti dalla Libia con l’intenzione di organizzare degli attentati, secondo quanto reso noto dal ministero degli Interni tunisino. Diverse unità militari anti-terrorismo sono state dispiegate nella zona e hanno perquisito casa per casa, quartiere dopo quartiere, la città e la zona limitrofa alla frontiera con la Libia. Secondo fonti della sicurezza, alcuni jihadisti sono riusciti a impossessarsi di un’ambulanza e a fuggire verso la vicina isola di Gerba, dove gli accessi sono stati chiusi, proprio come i varchi che portano verso le regioni del deserto meridionale tunisino. Nella zona ci sono elicotteri, veicoli militari e truppe speciali d’assalto, oltre ad agenti di intelligence e unità anti-terrorismo.

WASHINGTON – Il Pentagono fa sapere che nella giornata di sabato scorso droni americani hanno bombardato un campo di addestramento di al-Shabaab in Somalia, uccidendo oltre 150 miliziani del gruppo islamista. Secondo la Cia, nel campo erano in corso i preparativi per un attacco di ampia portata, probabilmente contro personale americano o africano. Il capitano di marina Jeff Davis, portavoce del Pentagono, ha dichiarato che i droni sono entrati in azione sul campo di Raso, 120 chilometri a nord di Mogadiscio, monitorato da settimane dagli Usa. Secondo il portavoce, l’addestramento dei miliziani era in fase conclusiva e l’attacco di al-Shabaab era ormai prossimo. La struttura è stata completamente distrutta.

6 marzo
BAGHDAD – E’ di almeno 45 i morti e 70 feriti il  bilancio dell’attentato dinamitardo compiuto oggi vicino Hilla, un centinaio di chilometri a sud di Baghdad. Lo riferiscono le autorità locali, precisando che tra le vittime figurano militari e civili. Ci sarebbero inoltre decine di feriti. L’attacco è stato compiuto da un uomo che si è lanciato con un camion bomba contro un posto di blocco a Al-Athar. La rivendicazione è giunta con un post sul sito dell’agenzia di stampa Amaq, che sostiene l’Is. “L’operazione di un martire con un camion bomba ha colpito il checkpoint delle rovine di Babilionia all’ingresso della città di Hilla, uccidendo e ferendo decine di persone”, si legge nella dichiarazione sul sito Amaq. La zona è a maggioranza sciita. Secondo la polizia locale, la deflagrazione è stata molto forte ed ha coinvolto diverse auto presenti nella zona.

4 marzo
ADEN – Quattro suore missionarie della carità, la Congregazione fondata da madre Teresa di Calcutta, sono state trucidate da un commando di uomini armati che ha attaccato questa mattina il loro convento, nella città yemenita di Aden. Lo confermano all’Agenzia Fides fonti del Vicariato apostolico dell’Arabia meridionale.  Oltre alle suore, sono rimasti uccisi durante l’attacco terrorista anche l’autista e almeno due altri collaboratori etiopi della comunità, mentre è scampata alla morte la superiora del convento. Tra le vittime, anche anziani e disabili assistiti dalla comunità. Il bilancio complessivo, secondo fonti locali, è di almeno 16 vittime, mentre per ora non si hanno notizie del sacerdote salesiano indiano Tom Uzhunnalil, che risiedeva presso il convento delle suore, dopo che la chiesa della Sacra Famiglia ad Aden era stata saccheggiata e data alle fiamme da uomini armati non identificati, lo scorso settembre. Due delle suore uccise erano ruandesi, una era indiana e la quarta veniva del Kenya.  Non si hanno notizie sulla matrice dell’aggressione terroristica, ma è noto che nella città portuale yemenita riconquistata mesi fa dalle forze fedeli al presidente Abdel Rabbo Mansour Hadi, in lotta con ribelli houthi, sono radicati gruppi legati alla rete di al Qaida.

MARDIN – Non si fermano gli attacchi terroristici contro la polizia in Turchia: dopo l’assalto da parte di due donne a Bayrampasa, sobborgo di Istanbul, oggi un’autobomba è esplosa nel Sud-Est del Paese, a Mardin, davanti a una stazione di polizia. Uccisi due poliziotti, ferite almeno 35 persone. L’attacco non è stato al momento rivendicato da alcuna organizzazione, ma la polizia considera responsabili i militanti del Pkk, il partito curdo.

3 marzo
ISTANBUL Due donne hanno attaccato una stazione di polizia antisommossa a Bayrampasa, sobborgo di Istanbul, sparando e lanciando granate. Dopo ore di assedio, gli agenti hanno ucciso le due militanti che si erano barricate in un palazzo vicino. Le assalitrici facevano parte del partito-fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (DHKP-C), un’organizzazione turca di ispirazione marxista-leninista fondata nel 1978 e considerata fuorilegge in Turchia. Le due donne sono scese da un’auto e hanno lanciato granate e aperto il fuoco contro il commissariato. Dopo l’attacco si sono rifugiate in un edificio vicino e vi si sono barricate, ma l’immobile è stato circondato dalla polizia. Anche un uomo della sicurezza turca è rimasto ferito negli scontri.L’attacco ricorda quello avvenuto nell’aprile del 2015, quando un assalto armato fu messo a segno contro il quartier generale della polizia: in quell’occasione uno dei due assalitori – una donna – fu ucciso.

Il bilancio di febbraio

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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