26 dicembre 1980: il governo cede alle Brigate Rosse e chiude l’Asinara

«12 dicembre 1980, è sera, ora di cena. Si cena presto in carcere, televisioni accese a tutto volume, a quell’ora quasi tutte sintonizzate sul telegiornale del terzo canale, quello delle 19.00. Improvvisamente un vociare sempre più intenso, un boato. Ci affacciamo al cancello e contemporaneamente accendiamo la tv che quella sera, stranamente, tenevamo ancora spenta. Da qualche cella urlano un nome, qualcuno ne declina le funzioni e il ruolo. È un alto funzionario del Ministero della Giustizia con incarichi particolari sulle carceri speciali.

Il sequestro del giudice D’Urso

È stato sequestrato dall’organizzazione. In cella ci abbracciamo. Sembra brutto dirlo trent’anni dopo. Perché mentire? Allora succedeva così. Anche dall’altra parte, quando qualcuno di noi veniva arrestato in altri ambienti si brindava, l’urto frontale produce questi comportamenti.

Comincia così, con la reazione dei brigatisti detenuti alla notizia del sequestro del giudice D’Urso, la cronaca della rivolta nel carcere di Trani, che inizierà il 28 dicembre e sarà brutalmente repressa con un blitz del GIS dei Carabinieri due giorni dopo. Il racconto (LEGGI TUTTO) è di uno dei protagonisti, Salvatore Ricciardi, l’unico dirigente della colonna romana proveniente dai Comitati autonomi operai, meglio noti come Collettivo di Via dei Volsci, scomparso in primavera.

Il Psi chiede di chiudere il supercarcere

Il giorno di Natale è uscito il comunicato della direzione del PSI con il quale si chiede l’immediata chiusura della sezione speciale del carcere dell’Asinara. Nel comunicato si chiarisce anche che, se la decisione della chiusura “nelle circostanze attuali può apparire una concessione fatta al ricatto terroristico in cambio della liberazione del giudice D’Urso”, in realtà “essa coincide con un adempimento assolutamente giustificato e da più parti, ivi comprese fonti governative e amministrative, richiesto e sollecitato”; quindi la decisione “non comporta alcun indebolimento e rinuncia”, ed il PSI è convinto che sia “necessario offrire subito ai rapitori del giudice D’Urso l’occasione di evitare un ennesimo barbaro crimine”.

La decisione del governo il 26 dicembre

Nel giorno di Santo Stefano, con decisione ministeriale, il Governo annuncia la chiusura del carcere dell’Asinara. In una riunione a palazzo Chigi tra Forlani, Rognoni e Sarti concordano una nota del ministero di Grazia e Giustizia. Annuncia che il programma per la chiusura della sezione speciale del carcere dell’Asinara “è da tempo predisposto, e viene progressivamente attuato. Tanto che i detenuti della sezione Fornelli (appunto la sezione speciale), già considerevolmente inferiori rispetto alle possibilità effettive di accoglimento, risultano oggi in numero di 25 e scenderanno a 18 entro la settimana. Il completamento del piano dì sgombero impegnerà tempi brevi”. Il provvedimento, disposto da tempo, è definito “grave” dal PCI. I comunisti vi vedono il segno di un cedimento.

Forlani respinge gli attacchi del Pci

Sabato 27, in una conferenza stampa, Forlani azzera le polemiche. Il presidente del Consiglio ribadisce che la chiusura dell’Asinara, essendo già decisa da tempo, non compromette la fermezza di comportamento del Governo. A chi manifesta dubbi sulla scelta del momento, che configurerebbe l’adempimento come cedimento ad un ricatto, ribatte: “ritengo che nessuno di noi debba concorrere a ridurre le possibilità di salvare la vita di un uomo”.

Va da sé che non si possono escludere “giudizi di opportunità diversi in ordine ai tempi e alle modalità di certe comunicazioni. Ma sottolineo il carattere autonomo delle decisioni del Governo. I provvedimenti erano già in corso di attuazione e continuano. Non c’è alcun collegamento tra le decisioni che sono state confermate ieri con la strategia complessiva contro il terrorismo”. Né, infine, come, -più degli altri, i comunisti avevano ipotizzato, l’iniziativa socialista incrina il fronte del Governo: “il segretario del PSI ha espresso preoccupazioni comuni a tutti. Nel merito l’iniziativa socialista n on contraddice gli impegni assunti dal Governo”.

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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