24 marzo 1978. Le Br feriscono l’ultimo sindaco dc, Giovanni Picco
Il 24 marzo 1978 le Brigate rosse feriscono gravemente l’ultimo sindaco democristiano di Torino, Giovanni Picco, consigliere regionale e docente universitario di progettazione urbanistica. E’ il primo attentato della campagna di primavera, dopo il sequestro di Aldo Moro e l’annientamento della scorta. Il dirigente democristiano fu colpito tre o quattro volte (le fonti divergono), a una spalla e alle gambe, su quindici proiettili sparati.
La città è uno dei luoghi principali dello scontro tra Brigate rosse e Stato, per il processo in corso contro il nucleo storico dell’organizzazione. Nel corso del 1977 sono stati uccisi delle Br il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Fulvio Croce, e il vicedirettore della Stampa, Carlo Casalegno. Intorno al processo si scatena anche una feroce polemica nella sinistra, con Leonardo Sciascia che interviene dopo la defezione dei cittadini sorteggiati come membri della giuria popolare nel processo in Corte d’Assise a Torino contro Renato Curcio e altri capi delle Brigate rosse. Sciascia confessa «che, non fosse stato per il dovere di non aver paura, avrei rifiutato pure, cercando un medico che con compiacenza mi certificasse un’affezione da sindrome depressiva» e viene perciò attaccato duramente dal PCI. Sciascia, all’epoca consigliere comunale indipendente eletto con il Pci a Palermo, risponderà scrivendo Candido, una rivendicazione orgogliosa della propria indipendenza intellettuale e politica.
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