Caso Simonsen. Colla ci spiega le ragioni dell’offensiva pro vivisezione e la bufala di Caterina

Negli ultimi giorni del 2013 ha tenuto banco sui media la vicenda di Caterina Simonsen, la venticinquenne affetta da gravi malattie che ha espresso il suo appoggio alla sperimentazione animale (vivisezione)  e per questo è stata attaccata pesantemente da alcuni animalisti. Ne parliamo con Alessandra Colla:

Nel suo suo blog per La Repubblica, Il richiamo della foresta, Margherita D’Amico segnala che i principali “critici” di Caterina non mostrano nei loro profili facebook alcun interesse per la vivisezione e quindi adombra il sospetto che si tratti di una bufala funzionale a creare un clima favorevole alla nuova legge di imminente varo, che conterrebbe pesanti concessioni agli sperimentatori sugli animali. L’accrocco tra social network, interessi lobbystici politici ed economici e dispositivi di messinscena mediatica mi intriga e così ho chiesto alla mia amica Alessandra Colla, da sempre impegnata nel fronte animalista (vedi l’intervista che mi ha concesso nel 2004 per il mio video I colori del Nero:), che cosa è successo

Tu che da decenni  ti batti per gli animali puoi spiegarmi come è potuta succedere una cosa simile?

Se volessi essere polemica potrei cominciare col risponderti che una cosa simile non è “successa”, è “stata fatta succedere”… Scusa, vado con ordine: Caterina Simonsen è affetta da quattro malattie genetiche, l’ultima delle quali le è stata diagnosticata nel 2009. Ora, Youtube esiste dal 2005 e Facebook (in Italia) dal 2008. Suppongo che se Simonsen avesse voluto esternare il suo appoggio alla “vera ricerca che sperimenta sugli animali”, come sostiene lei, avrebbe potuto farlo benissimo anche prima. Invece ha aspettato di farlo adesso, a poche settimane dal decreto che in concreto annullerà i (peraltro scarsi) passi avanti compiuti dall’Italia in materia di regolamentazione della sperimentazione animale…

Amo la figura retorica della preterizione. Non me lo fare dire, e poi l’hai detto. Mi metti anche tu a giocare sui dispositivi retorici, quindi? Quindi mi stai dicendo che si è trattato di una montatura. Ma che interesse poteva avere Caterina Simonsen a prestarsi a un’operazione del genere?

Che si sia trattato di una montatura l’abbiamo capito dopo. Voglio dire che sulle prime ci siamo trovati a dover respingere un fuoco di fila di attacchi mediatici a tutto campo, come se il commento stupido e inutilmente aggressivo di qualche singolo animalista riflettesse il sentire di un’ampia fascia di persone diversissime fra loro, ma accomunate dalla precisa volontà di porre fine a una metodologia che di scientifico ormai non ha proprio più niente (ammesso che l’abbia avuto in passato: ma questo ci porterebbe troppo lontano e per stavolta mi fermo qui). Poi, a qualcuno è venuto in mente di andare a vedere chi fossero queste persone così spregevoli da insultare una ragazza ammalata: e da alcuni profili fb si è scoperto che non erano affatto animalisti — c’erano di mezzo anche un “satanista” e perfino un’infermiera (spero sedicente, a questo punto). Aggiungi che la stessa Simonsen in un’intervista ha dichiarato di essere molto amica di Giulia Corsini: che è la vice-presidente di Pro-test Italia, un’associazione che promuove la sperimentazione animale. Infine, mettici che Simonsen è giovane, carina, dolce, ama gli animali, studia veterinaria ed è vegetariana — insomma è tutto troppo perfetto, troppo idilliaco… ci sono troppe cose che non quadrano, e che rendono la faccenda tutt’altro che convincente. La mia idea è che Caterina non avesse, personalmente, nessun interesse: credo piuttosto che sia stata strumentalizzata, o perlomeno manipolata in buonafede per dare “un aiutino” alla propaganda pro-sperimentazione animale. Insomma si è prestata a dare una mano a un’amica, mettiamola così.

Quindi, secondo te, quello che è accaduto sarebbe stato un escamotage per spingere l’opinione pubblica a mantenere l’appoggio alla sperimentazione animale?

Sì, secondo me è andata così. L’animalismo (continuo a usare questo termine, che non mi piace molto, per pura comodità) è cresciuto molto, negli ultimi anni: non parlo di numeri, parlo di qualità dell’impegno e degli studi condotti al suo interno. Solo fra il 2012 e il 2013 sono sorti blog e riviste di notevole spessore; sono usciti parecchi testi, filosofici e non, sull’argomento; si sono moltiplicati gli eventi… La cosa “tira” mediaticamente, tant’è vero che se ne sono accorti anche i politici — segno questo che l’argomento sta diventando incisivo. Ma siccome gli interessi che stanno dietro la sperimentazione animale sono di portata incalcolabile e coinvolgono innumerevoli attori (i ricercatori, gli informatori farmaceutici, gli operatori sanitari, le aziende farmaceutiche, quelle che producono e commercializzano materiale per la sperimentazione, quelle che costruiscono gli stabulari, i relativi progettisti e il relativo personale eccetera eccetera), è chiaro che l’abolizione di questa pratica comporterebbe ricadute economiche di enorme impatto sulla società così come è strutturata adesso. Quindi è necessario che l’opinione pubblica continui a pensare che la sperimentazione animale non solo serva a qualcosa, ma sia indispensabile e insostituibile; anche perché la cieca fiducia nella medicina e nella scienza ufficiali, che sono diventate ormai una religione laica, è funzionale al mantenimento di un modo di vita del tutto innaturale e medicalizzato: lo denunciava già Ivan Illich alla metà degli anni Settanta del secolo scorso.

Accennavi prima al decreto che dovrebbe annullare i progressi fatti finora sulla limitazione della sperimentazione animale: puoi essere più precisa?

Si tratta di un decreto legislativo che è ora all’esame delle Commissioni parlamentari, e che stravolgela Legge6 agosto 2013, n. 96, che all’art. 13 stabilisce criteri alquanto restrittivi della facoltà di sperimentare in vivo, cioè su animali. Se questo decreto dovesse passare, a partire dal prossimo 14 gennaio diventerebbe lecito effettuare esperimenti senza anestesia o analgesia; si potrebbero praticare esercitazioni didattiche con animali; si annullerebbero le limitazioni su animali modificati geneticamente e il riutilizzo in più test; aumenterebbero i fondi destinati alla sperimentazione animale a scapito dei metodi alternativi eccetera… uno scenario drammatico, che vanificherebbe tutto il lavoro fatto e le conquiste ottenute fin qui. Naturalmente sui media ci si guarda bene dal pubblicizzare la cosa.

Torniamo un momento al punto di partenza: gli insulti e le minacce a Caterina Simonsen.

Non posso certamente escludere che qualche autentico animalista si sia lasciato andare a discutibili intemperanze. Tuttavia sono certa che, se è successo, si è trattato di una reazione di rabbia a quella che dagli animalisti (tutti, e mi ci metto anch’io) viene percepita come un’incomprensibile indifferenza quando non insensibilità nei  confronti delle sofferenze incalcolabili che il genere umano infligge al vivente. Comunque, mi chiedo perché nessuno di quelli (e non parlo solo dei giornalisti) che si sono scandalizzati per queste violenze verbali sia andato a vedere come stanno le cose sul web, dove esistono pagine, profili e blog in cui non si fa altro che insultare gli animalisti, augurandogli morte, invitando al loro sterminio e addirittura progettando una sorta di genocidio degli stessi… Per non dire degli insulti alla signora Giovanna Bordiga, che da quando è nata combatte quotidianamente con la sua infermità (è spastica da itterizia) e da sempre avversa la sperimentazione animale: certo Giovanna non è giovane — ha 65 anni; non è bella — non lo è nessuno spastico; e non ha neanche santi in paradiso — non ha agganci utili a farsi pubblicità. O del silenzio intorno alla dottoressa Susanna Penco, biologa ricercatrice malata di sclerosi multipla e convinta dell’inutilità della sperimentazione animale. Ecco, io vorrei che i media che in questi ultimi giorni hanno dato tanto spazio a Caterina Simonsen ne dessero almeno altrettanto a queste altre due donne coraggiose: altrimenti si potrebbe pensare che ci sono malati di serie A e malati di serie B, e che i democratici media italiani discriminano… Il punto è che in realtà, non potendo controbattere in modo adeguato alle obiezioni che da più parti e da molto tempo  vengono sollevate contro la pratica della sperimentazione animale, i ricercatori vivisezionisti (il termine a loro non piace, ma la sostanza purtroppo è quella, non giriamoci intorno) fanno il possibile per screditare l’animalismo, depotenziandone il messaggio attraverso la criminalizzazione e lo spostamento del problema su un piano più viscerale, per sollecitare risposte istintuali anziché razionali: è una vecchia tattica, l’importante è saperla riconoscere e segnalare. Infatti non è un caso che i vivisezionisti si rifiutino sistematicamente di partecipare a dibattiti e confronti pubblici con noi.

 

 

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

13 Comments on “Caso Simonsen. Colla ci spiega le ragioni dell’offensiva pro vivisezione e la bufala di Caterina

  1. Spero che lei non vorrà censurare questo mio commento. Io non lavoro nel campo della sperimentazione clinica, non sono un medico e nemmeno un biologo ma faccio parte del gruppo facebook da molti mesi prima che Caterina vi pubblicasse quella foto e sono in grado di dire cosa sia successo realmente. Le prime foto con i cartelli scritti a pennarello sono apparsi dopo la notizia che la Senatrice Elena Cattaneo era stata denunciata per aver affermato che la sperimentazione animale fosse ancora necessaria, affermazioni che non piacciono ai vari difensori del mondo animale tipo il Partito Animalista Europeo. Nelle primissime foto con cartello (Caterina non è stata nemmeno fra le prime a pubblicare la propria) si leggevano hastag come #IostoconElenaCattaneo e #oradenunciateancheme Non saprei dire perchè i vari animalisti che si riversano nel gruppo facebook di cui faccio parte, a insultare, gridare e anche ad augurare la morte a chi è contrario alle loro opinioni, si sia particolarmente scatenato su Caterina. Ma atteggiamenti del genere da parte di diversi animalisti durano da diversi mesi molto prima che venisse fuori la vicenda, posso assicurare che pure altri utenti che hanno postato la loro foto con i cartelli in mano e, spesso, la mascherina del respiratore sul viso, sono stati fatti oggetto di insulti pesantissimi, accuse di falso, complotti da tutte le parti, le big pharma che secondo queste persone sostengono la ricerca animale in quanto molto piu’ economica di altre, e altre amenità del genere. Non voglio stare qui a sindacare sulla necessità (purtroppo viste le conoscenze attuali) della sperimentazione animale ma mi chiedo come facciano queste persone a pensare che un laboratorio di ricerca che usa animali sia un laboratorio alla dottor Frankestein dove si effettuino torture gratuite su animali dal momento che credo che nessuno di loro vi sia mai entrato anche perchè sono luoghi assolutamente asettici che devono rimanere tali e non facciano entrare facilmente chiunque lo desideri. Ma veniamo alle pagine dove la signora Colla dice ci siano migliaia di insulti verso gli animalisti: premesso che sul gruppo di cui faccio parte sosteniamo sempre che insultare le persone malate sia da criminali, e questo a prescindere dalle idee della persona insultata. Mi chiedo pero’ come faccia la Signora Colla ad affermare che se si vanno a vedere i profili della gente che ha insultato o augurato la morte a Caterina ci sia gente che nulla ha a che fare con l’animalismo. Forse la Signora Colla è andata a vedere solo i profili che le facevano piu’comodo? Io sono andata a vederne alcuni ed erano pieni di immagini di cani, gatti e altri animali dagli occhioni pucciosi sia in immagini carine che in immagini in cui si infliggevano loro presunte torture (normali foto di animali sottoposti a intervento chirurgico fatte passare per torture, molto spesso). Quindi posso affermare che almeno buona parte di coloro che hanno insultato e minacciato Caterina siano a pieno titolo animalisti. Un’ultima precisazione e poi mi fermo qua, la biologa Signora Penco che viene citata dalla Signora Colla nell’intervista di cui sopra è conosciuta per le sue posizioni anti sperimentazione animale, leggo che sia stata fatta attacco di insulti e minacce da chi è favorevole a tale metodologia di ricerca, mi associo al sentimento di condanna verso questo persone e la Signora ha tutta la mia solidarietà ma vorrei ricordare anche che la Signora Penco pur sostenendo di essere contraria alla sperimentazione animale ne utilizza i suoi frutti per curare o per lo meno cercare di attenuare le sofferenze della sua malattia e che recentemente ha fatto un mezzo passo indietro affermando che lei stessa non puo’ fare a meno di queste cure. Grazie per l’attenzione

    • Ciao Daniela, sebbene io dissenta totalmente dal tono con cui hai espresso certe cose (del tutto tendenzioso) ci sono effettivamente cose che non fanno una piega, c’è chi effettivamente come me è contrario alla sperimentazione animale e usa medicinali veramente al meno che può, ma al meno che può di certo non è zero, e questo più che un paradosso direi che è una costrizione bella e buona che il sistema ci dà. Personalmente non mangio carne e pesce da quando avevo circa 18 anni, ora ne ho 33, ho l’anemia mediterranea di tipo lepore e non ho mai e dico mai risentito della mia scelta in questo senso. Basta fare le cose con criterio e senza inutili fanatismi e mere-pure-inutili-idealismi perchè comunque le contraddizioni sono all’angolo e nessuno e con nessuno intendo proprio NESSUNO può vantarsi di non avere nemmeno una incoerenza o una incongruenza nella sua vita o di non aver mai fatto passi falsi, ovviamente. Tra l’altro, dall’epoca, mi sono sempre più informata sui prodotti e le marche cruelty-free, prediligendole (anche se non le preldiligono il mio portafoglio) alle altre, ho smesso di indossare pelli, pellicce e tutto ciò che deriva dagli animali preferendo sintetico o fibre naturali (cotone, etc)… Per quanto riguarda la lana, è tutto un po’ più complicato perchè credo non ci sia mai una reale dicitura in percentuale sulle etichette, ma questa è un’altra storia, comunque io prediligo sempre il sintetico in questo senso.
      Ho fatto parte di una associazione animalista per un po’, ne ho gestito una sede, e me ne sono letteralmente ANDATA perchè mi sono resa conto di quanto schifo e di quanti interessi ci siano sotto (che siano psicologici o economici non cambia nulla) a queste attività, per cui ho continuato a fare quello che potevo e come potevo da sola, senza farmi dare man forte alle spalle da nessuno perchè meglio soli che male accompagnati…
      Questo giusto per presentarmi e far capire che persona sono altrimenti quello che sto per dire avrebbe una risonanza diversa.
      Innanzitutto non mi schiero assolutamente a favore di questi, come li definiscono, nazi-animalisti che augurano la morte gratuitamente alla gente, o che dimostrano empatia zero verso il prossimo umano… Anche io ho fatto degli animali la mia vita, e sono sicura che relazionandosi a molti “esseri” della categoria “umani” gli animali abbiano molto più il diritto di abitare questo pianeta con dignità, ma questo non c’entra nulla con Caterina Simonsen o quel che sia, è un discorso molto più ampio e che non è questa la sede per sviscerare.
      Io credo che siamo tutti animali, che abitano insieme su questo pianeta che è un DONO non una PROPRIETA’, e pertanto l’empatia e il rispetto (quando meritati ovviamente) vanno estese a tutte le forme di vita… Chiaro che se domani arriva un malintenzionato con un coltello puntato alla mia gola che vuole derubarmi/violentarmi con tutto il rispetto e l’empatia, morte sua vita mia, e credo che la vita mia in quel caso abbia più diritto di salvarsi rispetto alla sua… Quindi tutto va sempre guardato specificamente e nel momento in cui succede.

      Tutto questo per dire due cose.
      La prima è che da Fisico-Matematica posso assicurare che esiste la possibilità CONCRETA di utilizzare software più o meno articolati che riproducano situazioni reali e mediche, o sociali, insomma un po’ di tutto, che possono realmente sostituire la sperimentazione animale. E io trovo che attraverso l’unione di volontari umani sarebbe molto più utile raccogliere dati “umani” e non “animali” in questi software, perchè si avrebbero immagino, a mio parere, soluzioni sicuramente i minor tempo e più precise. Quante volte la sperimentazione animale dà dei risultati che poi non combaciano quando i farmaci (o quel che sono) vengono usati sull’uomo? E si deve riformulare tutto?
      Quanto lei stessa crede di avere in comune con il sistema nervoso, immunitario, respiratorio di un topo, un cane, o un gatto? Anche la scimmia che è così vicina a noi in realtà differisce per molte cose, naturalmente, ma il rovescio della medaglia è che proprio perchè la scimmia è molto vicina a noi gli esperimenti fatti su di lei sono ancora più barbari.
      Ho letto una cosa nel tuo commento:
      “Non voglio stare qui a sindacare sulla necessità (purtroppo viste le conoscenze attuali) della sperimentazione animale ma mi chiedo come facciano queste persone a pensare che un laboratorio di ricerca che usa animali sia un laboratorio alla dottor Frankestein dove si effettuino torture gratuite su animali dal momento che credo che nessuno di loro vi sia mai entrato anche perchè sono luoghi assolutamente asettici che devono rimanere tali e non facciano entrare facilmente chiunque lo desideri.”
      Alla prima parte della frase ho appena risposto, alla seconda invece mi accingo a rispondere:
      nel 2006 sono stata ospitata a casa della sorella di un conoscente (diciamo ex amico va! 🙂 ) in America, precisamente ad Ossining a qualche chilometro da New York. Era li dà un po’ con un’amica/collega, era stata chiamata a fare la ricercatrice dopo il conseguimento della sua laurea in Biologia (lì i ricercatori guadagnano anche 2-3ooo dollari al mese), ma io non avevo la minima idea del lavoro che svolgesse. Non avevo la minima idea che io, che la sera ordinavo vegetariano mentre tutti gli altri mangiavano carne, ero ospitata a casa di vivisettrici. Eh sì perchè il termine è quello. Cominciai a capirlo dalle cose che si raccontavano a tavola la sera, alla fine della giornata di lavoro, e accumulai talmente tanto materiale da poter scriverci sopra un capitolo di un libro.
      In quell’istituto di ricerca si facevano esperimenti non solo su topi, ma anche cani e gatti, o meglio io ho sentito parlare solo di “cellule provenienti da cani e gatti” perchè G. una volta a cena disse a S. “lo sai X è venuto da me mentre lavoravo su quella cellula e mi ha detto ‘sai da dove viene quella cellula?’ e io ‘no’ e lui ‘Miao!’ ” il tutto detto con un tono come a dire “avrei preferito non saperlo, è una notizia che mi ha fatto stare male.
      Uno dei giorni in cui stemmo lì questo istituto apriva le porte ai visitatori, se non sbaglio (non credo fosse una cosa fattibile tutti i giorni, credo sia una cosa che organizzano ogni tanto, non ricordo precisamente) e S. ci chiese se volevamo andare a visitare i laboratori. Io ovviamente declinai con la massima totalità. Quando il fratello tornò, era turbato, mi disse che nemmeno lui si aspettava di rimanere così turbato nel vedere certe cose: c’erano topolini “crocifissi” con spilli o chiodini non so, sui tavoli da laboratorio e aperti a metà, non so per quali ricerche, in altri veniva causati infarti continui e successivi per studiare “la velocità e i tempi di reazione” nel momento in cui venivano fornite poi le prime “cure”, e ovviamente per studi come questi non è prevista alcuna anestesia, non si può anestetizzare un infarto anche perchè altrimenti le reazioni da studiare risulterebbero falsate… Lo scenario è sempre agghiacciante quando si parla di certe cose, sia dal lato umano che dal lato animale, e si dovrebbe parlare sempre e soltanto per cognizione…

      La risposta quale sarebbe? Sicuramente INCENTIVARE i metodi alternativi, VIETARE l’utlizzo degli animali dove non è più necessario perchè ci sono farmaci ormai stramegaultra testati negli anni su noi cavie umane che li compriamo (comprate) tutti i giorni in farmacia… Perfezionare i modelli informatici e matematici, e CAMBIARE IL SISTEMA, continuando a fare ricerca, seria, determinata, e forse pure più veloce ed efficace. Perchè quello che la gente non sa o forse non ci pensa è che gli animali (e parliamo non solo di topi, lo ribadisco, ma anche di primati, gatti, cani, chi non ricorda l’allevamento Morini di Beagle destinati alla vivisezione che c’era proprio qui in Italia?) non sono utilizzati soltanto per i test farmaceutici e cosmetici, ma prima di arrivare lì sono usati durante le esercitazioni universitarie, e quando uno studente “sbaglia” che fa? Non è un errore su un foglio, è un errore su un essere vivente. E’ assurdo poter pensare che un SISTEMA del genere sia eticamente corretto o giustificabile. E’ facile mettere i problemi umani davanti agli occhi della gente per suscitare empatia e implicita giustifica anche a metodi “opinabili” come questi, più difficile invece è offrire una scelta concreta affinchè il sistema possa cambiare senza cambiarne la sostanza: salvare vite umane e animali.

      Mi domandavo una cosa, nulla contro Caterina Simonsen anche se mi sembra strumentalizzi troppo la sua malattia (o forse si è lasciata strumentalizzare, non saprei), ma se tutti gli animali della Terra finissero e ci fosse bisogno per continuare la ricerca dei suoi, di animali, lei che farebbe? Siccome la ricerca DEVE continuare, come dice lei, consegnerebbe furetti, cani etc ai vivisettori, gli stessi che ha tenuto con sè e con cui si fa foto d’amore su facebook? Avrebbe la coerenza di farlo?

      Ovviamente i miei sono spunti di riflessione, mi sono dilungata troppo forse, ma spero che almeno suscitino qualche punto di domanda e qualche barlume di risposta nella testa di qualcuno che avrà la pazienza di leggermi (e chi sono, Alberto Angela? 🙂 )

      Buonanotte

      • Mi scuso per i piccoli errori di scrittura, ma siamo in piena notte e per scrivere tutto ci ho messo un ora 🙂 L’importante, comunque, è la sostanza

  2. La bufala mi sembra che Caterina sia affetta da quattro (quattro!) malattie genetiche o malattie rare che siano: nei laboratori si fabbricano fattori infettivi e/o immunologici che poi possiamo assumere per inalazione o per ingestione e che danneggiano il nostro organismo. A questo serve la sperimentazione sugli animali: a seguire i danni prodotti sugli organismi viventi dalle noxae patogene, sia naturali che artificiali. Leggete il rapporto Istat sui medici: il loro numero in Europa è di gran lunga superiore a quello in qualsiasi altro paese del mondo, ed in Europa è l’Italia a detenere il record del più alto numero di medici, ed in Italia il centrosud, in particolare il Lazio e Roma. Soprattutto Roma e provincia, con 43000 iscritti all’albo. Aggiungiamo infermieri, portantini, biologi, psicologi, riabilitatori, tecnici e tutto l’indotto: ditte produttrici di fsrmaci, apparecchiature, materiali, protesi, case editrici di letteratura medica…Le malattie esistenti in natura non bastano più, bisogna fabbricarne di nuove. Basta guardare l’elenco delle malattie rare. La malattia di Lyme, dovuta ad una spirocheta, la borrelia, guaribile con antibiotici; l’endocardite batterica, anch’essa dovuta ad agenti infettivi, di solito sensibili agli antibiotici; l’ipertensione polmonare, causata da una insufficienza delle valvole cardiache per le quali ad ogni battito il sangue refluisce all’indietro e va a sovraccaricare il circolo polmonare: si risolve con un intervento cardiochirurgico. Ed a Cagliari dei ricercatori stanno scoprendo che la sclerosi multipla è dovuta ad un micobatterio: era ora! Chissà che un banale antibiotico possa risolvere le quattro (quattro!) malattie genetiche, o rare, di Caterina, risparmiando torture e morte a tanti poveri animali!

  3. Sbaglio o la testimonianza della signor Giovanna Bordiga (così come quella della dottoressa Susanna Penco) é stata la prima ad esser mediaticizzata da diverse associazioni animaliste? Caterina ha scritto il suo messaggio in difesa della senatrice Elena Cattaneo sulla pagina di A Favore della Sperimentazione Animale così come molti altri, in seguito alla denuncia del PAE, ecco perché si è esposta proprio ora, perché la denuncia del PAE è arrivata ora, non nel 2009. E poi Caterina è vero, è bella, bellissima, è giovane, ma sono forse colpe? Dovrebbe nascondersi perché è bella? dovrebbe lavarsi con l’acido perché con il suo viso, con la sua bellezza, con la sua voglia di vivere infastidisce qualcuno? Esser belli ora è una colpa? Ma non sia ridicola, Caterina è bellissima, ma purtroppo non ha una delle cose più preziose che un essere umano può aspirare ad avere:la salute. È patetica, patetica davvero, quando si concentra sulla sua bellezza, è un misto tra il non sapere a cosa appigliarsi e un pizzico di stupida gelosia, stupida perché ho la certezza che Caterina baratterebbe al volo la sua bellezza in cambio della salute, in cambio di una vita normale, tranquilla, come la mia o come la vostra.
    E riguardo l’articolo 13, per onestà dovrebbe dire a cosa andremmo incontro se dovesse passare, ossia una sanzione da parte dell’UE per aver posto restrizioni che cozzano con il testo della Direttiva Europea stessa. Negare esercitazioni con gli animali vuol dire che gli studenti di veterinaria non potranno più operare gli animali assistendo i loro professori, faranno pratica da soli, fuori dalle università sui vostri animali, senza un professore che potrà correggerli e indicargli come procedere durante gli interventi, interventi che si fanno su animali che hanno bisogno di quel tipo di intervento e che sono ospiti dei rifugi o che hanno un proprietario, non parliamo di interventi inutili. Verranno vietati gli xenotrapianti, i trapianti di cellule umane nei topi, ad esempio, ed è di qualche giorno fa il risultato del San Raffaele che con la terapia genica è riuscito a sconfiggere il cancro alla mammella nei topi. E vietare le deroghe sulle anestesie e sulle analgesie significa bloccare la ricerca per per la terapia del dolore, significa impedire la ricerca per nuovi anestetici più maneggevoli il cui uso comporta molti meno rischi per il paziente.Vietare la sperimentazione su alcol e droghe vuol dire vietare la ricerca anche per quei bambini che nascono con sindrome fetale alcolica da madri alcoliste, così come per i bimbi figli di madri tossicodipendenti che nascono in crisi d’astinenza, malformati, con ritardi di crescita intrauterini o pretermine, o addirittura che nascono morti. Ecco cosa vieterete. Vieterete anche l’allevamento di animali da laboratorio sul suolo italiano, peccato che poi le cavie dovranno esser comprate in stati con norme molto meno severe, in Asia e nell’Europa dell’Est, e vieterete anche ai nostri ricercatori di partecipare a bandi per ottenere fondi dall’UE visto che molti esperimenti qui non si potranno fare, quindi ai ricercatori toccherà spostarsi in Francia, ad esempio, per poter bypassare la legge italiana. Bisognerebbe spiegare tutto, non solo quello che fa comodo.

  4. E perché mai “se Simonsen avesse voluto esternare il suo appoggio alla “vera ricerca che sperimenta sugli animali”, come sostiene lei, avrebbe potuto farlo benissimo anche prima.”? Uno può avere molte idee su molte cose e scriverne pubblicamente solo quando la stampa e i mezzi di informazione si occupano dell’argomento.

    Senza fare tanta dietrologia, e senza inventarsi che Caterina è una “bufala”, bastava informarsi meglio direttamente e ascoltare quello che detto in realtà.

    La legge sulla sperimentazione animale non c’ entra un bel nulla. Il motivo che l’ ha spinta a intervenire pubblicamente è semplicemente il fatto che è esploso il caso Stamina, Davide Vannoni ha giustificato la mancanza di studi preliminari sugli animali con il rispetto per i poveri topolini (commento -mio e di altri- logico: è più etico sperimentare direttamente sui bambini?), e che -siccome alcuni degli scienziati che hanno bocciato il “metodo Stamina” sono finanziati anche con i fondi di ricerca di Telethon- il comitato pro-stamina accusa Telethon di essere un’ associazione a delinquere che raccoglie soldi per torturare gli animali senza produrre alcun risultato scientifico. A questo punta Caterina, che è affetta da malattie rare che vengono ignorate dall’ industria farmaceutica perché poco remunerative, e quindi è favorevole alle raccolte di fondi per la ricerca non a fini di lucro, è uscita allo scoperto. Anche se in realtà Telethon non si occupa nello specifico delle SUE malattie, quindi in modo disinteressato. Ne ha fatto una questione di principio: sa che con le sue malattie sarebbe già morta, sa che se è riuscita a sopravvivere fino a ora è grazie anche a ricerche fatte sugli animali (non è possibile studiare le malattie rare se non su modelli animali, visto che ogni sperimentazione richiede un certo numero di soggetti affetti da studiare). Quindi ha detto il suo parere.

    http://www.tempi.it/caterina-simonsen-come-nasce-il-caso-della-ragazza-insultata-dai-nazianimalisti#.UsloK5HvVuM

  5. Interessante analisi per definire quella di Caterina Simonsen una bufala, peccato sia basata su considerazione false.
    Non è vero che Caterina non si sia mai espressa in favore della ricerca e della sperimentazione animale, infatti ha già avuto discussioni con animalisti su Facebook anche in passato, ha chiesto di credere nella ricerca anche in video di un paio di anni fa, quando ha fatto il suo primo account (e ovviamente anche nel suo blog).
    Il fatto che abbia conosciuto Giulia Corsini (sua compagna di classe all’università per i primi due anni) e condividano idee simili non dimostra niente.

  6. La verità è che siamo un popolo d’incivili, calpestiamo i sentimenti, dato che gli animali ne hanno, calpestiamo rispetto per noi stessi per avere 2 soldi di finanziamento alla ricerca-sperimentazione su animali. Ora addirittura senza anestesia o quasi. Quale orecchio di un essere umano potrebbe ascoltare le grida di animali torturati a morte o peggio ancora mutilati e deformati a vita, senza sentirsi una merda. Se il trovare risposte per aiutare me deve costare anche solo una minima sofferenza ad un animale, è un prezzo troppo grande da pagare.C’è qualche cosa di errato, bisogna cercare altrove, cercare con il cuore e non passare sopra, guardare avanti e pensare che un prezzo bisogna pur pagarlo. Paghiamo prezzi sulla nostra pelle non su quella dei piu’ deboli.
    Sperimentiamo su umani senzienti e volontari, che usano il libero arbitrio e scelgono per il sì.
    Sono umana, ma quando guardo come tengono e riducono quei poveri animali in laboratori, il come si fa ad infliggere tanta sofferenza e poi magari andare al cinema lasciando un animale agonizzante su di un tavolo di metallo, con lo sgocciolatoio per il sangue, me ne vergogno tanto e vorrei essere un Animale.

  7. Le falsità dei Pro-Test Italia http://youtu.be/qI92FacM2oI
    Edoardo Gandini – Al termine della conferenza “Animali in laboratorio: un dibattito tra scienza, etica e politica”, tenutasi presso l’Università Cattolica di Milano, non è stato possibile porre alcuna domanda ai relatori a sostegno della vivisezione.
    Con questo video, ripropongo quanto avrei voluto sottolineare e domandare. http://youtu.be/qI92FacM2oI

  8. Questa foto è della’candida’…donzella,con la SUA AMICONA del cuore presidentessa PRO TEST ITALIA, come avevano letto in tanti allora, grazie a chi aveva postato gli screen shot dei loro commenti,DOVE SI COMPLIMENTAVANO A VICENDA per orchestrato alla grande, e tutti ne stavano parlando dai giornali alle TV. Guardate la faccia della presidentessa PRO TEST –>> https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1008981075796269&set=gm.1411724859132276&type=1&theater

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