Con Peppino Pugliese se ne va uno degli ultimi fondatori di Ordine nuovo

Peppino Pugliese al fianco di Mario Merlino al convegno del 2000 della Consulta dei combattenti della Rsi
Peppino Pugliese al fianco di Mario Merlino al convegno del 2000 della Consulta dei combattenti della Rsi

Con Giuseppe Pugliese, “Peppino l’impresario”, se ne è andato uno degli ultimi sopravvissuti [di ancora vivi mi viene a mente solo Fabio De Felice ] di quel manipolo di giovanissimi reduci romani di Salò che ha attraversato l’intera stagione ordinovista, dal circolo iniziatico dei “Figli del sole” ai processi Occorsio e per la rifondazione di Ordine nuovo. Amico e sodale di “Lello” Graziani, pagò un prezzo altissimo alla solidarietà e al sostegno assicurato al suo leader, essendo arrestato e accusato per l’omicidio del magistrato ma anche per la strage dell’Italicus, accuse finite tutte in un nulla di fatto.

L’ultimo processo, nel 2007, l’ha subito sempre a Bologna, per ricostruzione del partito fascista. Una vicenda giudiziaria grottesca, così ricostruita da “Repubblica”:

A 82 anni è stato chiamato alla sbarra per riorganizzazione del disciolto partito fascista e apologia del fascismo. Davanti al tribunale di Bologna, l’8 giugno prossimo sarà processato Giuseppe Pugliese, già imputato, ma assolto trent’anni fa, per l’omicidio del giudice Occorsio. “Peppino l’impresario”, come usavano chiamarlo gli amici, abbandonò il 25 aprile del 2001, in una cabina telefonica a Budrio, nel Bolognese, una decina di volantini in cui paragonava il giorno della Liberazione ad una “mattanza partigiana, un’orgia di odio e di vendetta”. A distanza di sei anni, il giudice per le udienza preliminari Rita Zaccariello ha rinviato a giudizio il pensionato perché, “in concorso con ignoti, ha esaltato pubblicamente il fascismo con la stampa e la diffusione di volantini firmati Consulta nazionale combattenti per la Repubblica sociale italiana”, una associazione di cui lui è presidente e ispiratore unico. Un reato che è punito con la reclusione fino a 12 anni.  (…)  “Oggi Giuseppe Pugliese è solo un vecchietto di 82 anni, e per di più cieco: davvero strano – lo difende il suo avvocato Luciano Randazzo – che possa ricostruire il partito fascista. Quello che ha scritto non so fino a che punto possa essere un attacco alla democrazia”.

L'intervento di Peppino Pugliese al convegno
L’intervento di Peppino Pugliese al convegno

E di un’iniziativa della Consulta della Rsi mi offre testimonianza un suo “commilitone”, accompagnando l’invio dei materiali con una citazione che si sforza di restituire il senso della scelta di chi volle stare “dalla parte sbagliata”.

Il 5 dicembre 1944, sulla strada di bracco a Levanto, una pattuglia di alpini della Monterosa si scontrò con i partigiani, cadde il caporale Giampiero Civati-gli trovarono in tasca il seguente foglio, scritto poche ore prima: “Testamento militare 5.12,1944, pochissime parole mi spiego le mie parole e il mio sentimento: sono figlio di Italia di anni 21. Non sono di Graziani e neanche di Badoglio ma sono italiano e seguo la via che salverà l’onore di Italia“. Questo è lo spirito, l’unico che eleva e che atto di orgoglio e di fede, permane sempre e comunque… Il farmaco per sopravvivere saldi fra le rovine immarcescenti nel generale degrado di scopi-obbiettivi e valori, impavidi nell’onestà della mente e nella bontà del cuore.  “Alme sol, possis nihil visere urbe Roma maius” . Romano, combattente, uomo di un’altra epoca, benché abbia avuto sempre le idee chiare nel presente e del futuro…

 

Ugo Maria Tassinari è l'autore di questo blog, il fondatore di Fascinazione, di cinque volumi e di un dvd sulla destra radicale nonché di svariate altre produzioni intellettuali. Attualmente lavora come esperto di comunicazione pubblica dopo un lungo e onorevole esercizio della professione giornalistica e importanti esperienze di formazione sul giornalismo e la comunicazione multimediale

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