Gabriele Della Morte: Contro il reato di negazionismo. O, almeno, contro questo reato
Gabriele Della Morte: Contro il reato di negazionismo. O, almeno, contro questo reato.- Huffington Post
In una memorabile arringa conclusiva, Robert Jackson, Procuratore capo al processo di Norimberga, apostrofava gli accusati con le seguenti parole:
“Se mettiamo insieme solo le storie che provengono dal banco degli imputati questo è l’affresco che emerge: il governo di Hitler sarebbe composto da un numero 2 che non ha mai sospettato il programma di sterminio […] da un numero 3 che era solo un innocente uomo di mezzo che trasmetteva gli ordini come un postino […] da un ministro degli esteri che sapeva poco di affari esteri e niente di politica internazionale […] da un ministro degli interni che non sapeva nemmeno quello che era successo all’interno del suo ufficio, ancora meno all’interno del suo dipartimento, e assolutamente niente della Germania in generale […]. Se si dovesse affermare che questi uomini non siano colpevoli, sarebbe come dire che non c’è stata nessuna guerra, che non ci sono stati assassini, che non c’è stato nessun crimine”.
Sarebbe come dire… quale incipit migliore per affrontare una relazione tanto importante quanto delicata, quella che intercorre tra diritto e memoria, anzi tra diritto, pena e memoria? L’occasione per ritornare sulla vexata questio è offerta dalla recente presentazione (l’8 ottobre 2012) di undisegno di legge bipartisan, diretto ad introdurre il reato di negazionismo nel nostro ordinamento.
umt: Una piacevole sorpresa. Non è tutto da buttare questo HP.
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